Due incontri, ieri in Regione in video conferenza, promossi dall’assessore all’agricoltura Marco Remaschi. Il primo con i rappresentanti della filiera del latte, il secondo con quelli della Grande Distribuzione Organizzata e delle associazioni agricole (al quale ha preso parte anche l’assessore alle attività produttive Stefano Ciuoffo). Obiettivo per entrambi mettere sul tavolo un'azione politica congiunta e condivisa per sostenere e promuovere le produzioni locali e le relative filiere, messe in ginocchio dall'emergenza sanitaria che sta producendo una contrazione dei consumi sopratutto per quanto riguarda i prodotti freschi. Ma anche per avviare una programmazione di interventi ed azioni in grado di aiutare la ripresa, una volta terminata la fase di prima emergenza e lock down.
“Nell'incontro con i rappresentanti della filiera del latte – ha detto Remaschi - abbiamo ascoltato i produttori che si trovano a gestire una situazione molto complicata a causa di un consumo di prodotti freschi che è progressivamente diminuito col passare delle settimane, con latte e formaggi freschi o poco stagionati penalizzati da modalità di spesa che privilegiano i prodotti a più lunga scadenza. Sono state proposte forme di acquisto pubblico di questi prodotti per dare una prima forma di sostegno alla filiera. E' stato fatto un rapido cenno anche alla questione Mukki, ma su questo tema si è convenuto di organizzare un tavolo ad hoc, con la partecipazione di tutti i soggetti coinvolti, per cercare di arrivare ad una soluzione positiva per i produt tori di latte toscani”.
Nell'incontro con la GDO e le associazioni agricole, al quale ha partecipato anche l'assessore Ciuoffo, tutti hanno mostrato grande spirito di collaborazione. “I rappresentanti della GDO – hanno aggiunto Remaschi e Ciuoffo - hanno manifestato grande disponibilità verso l'apertura di nuove collaborazioni per la promozione di prodotti locali, attraverso un'intensificazione dei rapporti con i produttori. Inoltre, di comune accordo, studieremo altre forme di promozione nei propri punti vendita per spingere il consumo di prodotti freschi, cercando di privilegiare le etichette locali e certificate”.
Dal lato delle organizzazioni agricole, oltre all'apprezzamento dell'opportunità di incontro creata dalla Regione, è stato chiesto di mantenere i l tavolo aperto in via permanente, al fine di favorire in modo continuativo scambi di informazioni ed idee tra tutti i partecipanti e mantenere l'intero sistema agroalimentare toscano compatto e pronto alle innumerevoli sfide che i prossimi mesi riserveranno.
Sempre i rappresentanti della GDO hanno poi apprezzato la modalità flessibile proposta dalla Regione riguardo agli orari di apertura dei punti vendita, garantendo in questo modo agli utenti di fare la spesa in sicurezza e alle aziende di coniugare gli aspetti di sostenibilità organizzativa e di massima protezione dei lavoratori.
“Abbiamo lanciato l’appello ai supermercati affinché sia privilegiato negli approvvigionamenti delle industrie e della distribuzione commerciale il Made in Toscana, offrendo la straordinaria rete delle aziende di Campagna Amica e di Coldiretti per gli acquisti. Le nostre aziende lavorano prioritariamente con la grande distribuzione, i grossisti e con la ristorazione e hanno registrato già il dimezzamento degli ordini. Proficuo l’incontro interlocutorio per superare insieme questa fase di criticità”, dichiara Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana.
“Le nostre aziende stanno attivando ogni servizio utile per portare a case dei cittadini il cibo a Km. 0 con le consegne a domicilio. Un impegno quotidiano senza sosta che deve fare i conti con le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera”, aggiunge Angelo Corsetti, direttore di Coldiretti Toscana.
L’obiettivo è sostenere i primati del Made in Italy con l’agricoltura toscana che esprime una realtà straordinaria nell’agroalimentare – ricorda Coldiretti Toscana - con 32 prodotti a denominazione di origine Dop e Igp riconosciuti dall’Unione Europea tra formaggi, oli extravergine di oliva, salumi e prodotti a base di carne, vini, panetteria e pasticceria. Grazie anche alla Dieta mediterranea fondata su pane, pasta, frutta, verdura, carne, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari hanno consentito agli italiani – conclude la Coldiretti – di conquistare primati nella longevità con un ruolo importante per la salute che è stato riconosciuto anche con l’iscrizione della Dieta mediterranea nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’Unesco gia’ dal 16 novembre 2010. Alla Regione Toscana Coldiretti ha domandato, tra l’altro, di sostenere l’attesa proroga dell'obbligo di indicazione dell'origine anche per il grano per la pasta di semola, del riso e del pomodoro nei prodotti trasformati firmato dai ministri delle Politiche agricole Teresa Bellanova e dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli con il decreto che prolunga i provvedimenti nazionali in vigore oltre il 1 aprile, data di entrata in applicazione del regolamento Ue 775/2018. Un risultato fortemente sostenuto dalla Coldiretti che ha promosso la campagna #MangiaItaliano che ha dato vita insieme a Filiera Italia ad una alleanza salva spesa Made in Italy, con l’adesione di Conad, Coop, Auchan, Bennet, Cadoro, Carrefour, Decò, Despar, Esselunga, Famila, Iper, Italmark, Metro, Gabrielli, Tigre, Oasi, Pam, Panorama, Penny, Prix, Selex, Superconti, Unes, Vegè.
La Coldiretti insieme a Campagna Amica è stata promotrice dell’iniziativa dei cittadini europei che ha raccolto oltre 1,1 milioni di firme in 7 Stati membri e che chiede di estendere l’obbligo di indicazione della materia prima in tutti gli alimenti promossa con il sostegno di numerose organizzazioni e sindacati di rappresentanza europee: dalla Fnsea (il maggior sindacato agricolo francese) alla Ocu (la più grande associazione di consumatori spagnola), da Solidarnosc (storico e importante sindacato polacco) alla Upa (l’Unione dei piccoli agricoltori in Spagna), da Slow Food a Fondazione Univerde, a Gaia (associazione degli agricoltori greci) a Green protein (Ong svedese).
A spingere in questa direzione – precisa la Coldiretti – sono anche le normative nazionali di etichettatura di origine obbligatoria adottate da numerosi paesi in via sperimentale oltre all’Italia. Come Spagna, Francia, Portogallo, Finlandia, Romania, Lituania e Grecia. Grazie al pressing della Coldiretti è in vigore in Italia l’obbligo di indicare in etichetta l’origine per pelati, polpe, concentrato e degli altri derivati del pomodoro grazie alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale 47 del 26 febbraio 2018, del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria sui prodotti come conserve e salse, oltre al concentrato e ai sughi, che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.
Il 13 febbraio 2018 era entrato in vigore l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del grano per la pasta e del riso, ma prima c’erano stati già diversi traguardi raggiunti: il 19 aprile 2017 è scattato l’obbligo di indicare il Paese di mungitura per latte e derivati dopo che il 7 giugno 2005 era entrato già in vigore per il latte fresco e il 17 ottobre 2005 l’obbligo di etichetta per il pollo Made in Italy mentre, a partire dal 1° gennaio 2008, vigeva l’obbligo di etichettatura di origine per la passata di pomodoro.
A livello comunitario – conclude la Coldiretti – il percorso di trasparenza è iniziato dalla carne bovina dopo l’emergenza mucca pazza nel 2002, mentre dal 2003 è d’obbligo indicare varietà, qualità e provenienza nell’ortofrutta fresca.
“Bene lo sblocco alla vendita per vivai ma serve un tavolo nazionale per superare questa crisi. Il settore florovivaistico a causa dei problemi creati dall’emergenza Covid – 19 attraversa una crisi senza precedenti e lo sblocco alla possibilità di vendita nei centri di giardinaggio e nei vivai rappresenta soltanto un punto di partenza per risolvere i problemi nel settore florovivaistico creati dall’emergenza Coronavirus” così Erica Mazzetti, deputato di Forza Italia e Coordinatore Provinciale azzurro di Prato.
“La situazione resta assai complicata – fa eco Jacopo Cellai, Capogruppo Forza Italia al Comune di Firenze e Coordinatore cittadino azzurro – dobbiamo pensare ad ulteriori misure straordinarie che possano aiutare le tante aziende toscane che si trovano sull’orlo del baratro”.
“Nell’ultimo mese – precisa Giampaolo Giannelli Vicecoordinatore Provinciale azzurro – sul settore florovivaistico e floricolo del nostro Paese si è abbattuto un vero e proprio tsunami causato dal blocco quasi totale in entrata e uscita dei prodotti con le dogane praticamente chiuse e per un settore come questo dove l’export è fondamentale si tratta di un gap profondo e non recuperabile se non con misure straordinarie. Ogni giorno – continua Giannelli – riscontriamo il dramma di aziende sane sul punto di chiudere tutto perché mentre i ricavi si sono azzerati sono costrette a continuare a pagare ingenti costi di gestione”.
“Serve quindi – proseguono Mazzetti Cellai e Giannelli – un grande piano di aiuti straordinario che si leghi proprio a questo momento così difficile per tutti noi. Si potrebbe portare avanti un piano di promozione di vendita nei supermercati, favorire i pagamenti online, permettere le consegne dei prodotti a domicilio naturalmente garantendo la sicurezza sia del fornitore che del cliente”.
Dal primo gennaio 2004 c’è il codice di identificazione per le uova e, a partire dal primo agosto 2004, l’obbligo di indicare in etichetta il Paese di origine in cui il miele è stato raccolto, mentre la Commissione Europea ha recentemente specificato che l’indicazione dell’origine è obbligatoria anche su funghi e tartufi spontanei.