Toscana sotto scacco: paura nei campi e in città, selvatici in aumento

Manifestazione nazionale organizzata da Coldiretti a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2016 15:30
Toscana sotto scacco: paura nei campi e in città, selvatici in aumento

Firenze è stata scelta come sede della manifestazione nazionale poiché la Toscana è la regione più colpita dal fenomeno.Dal 2005 il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato, passando da 600.000 esemplari a oltre un milione nel 2015.'Selvatici crescenti, agricoltori calanti' è questo lo slogan dei migliaia di agricoltori e allevatori esasperati, delusi, arrabbiati presenti nel centro storico di Firenze, in Piazza Duomo, di fronte alla Regione Toscana.Una protesta contro il proliferare incontrollato degli ungulati, cinghiali, daini, caprioli, volatili ma anche predatori, lupi e canidi, che "devastano le coltivazioni, falcidiano le greggi, mettono a rischio la sicurezza del territorio e rappresentano sempre più un pericolo per la collettività". Un’emergenza molto sentita in tutte le zone e da tutte le colture del territorio fiorentino e pratese: dal Chianti, al Mugello, dall'Empolese a Prato, su monti, colline e pianura.

Gli agricoltori chiedono l’applicazione della legge obiettivo per gli ungulati (L.R. 10/2016). A rischio nelle provincie di Firenze e Prato, tra l'altro, 18.500 ettari di vigneto (il 32% delle vigne toscane) di cui oltre 12.000 ettari destinati alla produzione di vini Doc e Docg. Sul filo del rasoio anche la produzione sui 50.000 ettari di seminativi delle due provincie.

Roberto Nocentini, presidente di Coldiretti Firenze-Prato esclama "Sono diventati una calamità costante per gli agricoltori ed allevatori, al pari di una nevicata straordinaria, della siccità o di una grandinata, con la differenza che mentre la grandinata è un'eventualità, l'invasione e la devastazione dei cinghiali sui propri campi è una certezza ad ogni raccolto. Come sistematici sono i danni da predatori sugli allevamenti”.

Coldiretti nazionale lancia l'allarme: "Un vero e proprio esercito che assedia oggi le campagne italiane con attacchi quotidiani alle colture, radendo al suolo campi di grano, mais, orzo, ma anche le produzioni tipiche, dalle castagne al farro, delle mele all’uva che gli agricoltori hanno salvato in questi anni dall’estinzione per poi rischiare di vederle sparire a causa della pressione dei selvatici".L'assessore regionale all'agricoltura Marco Remaschi ha commentato la manifestazione nazionale di Condiretti dopo essere stato invitato a salire sul palco: "Gli agricoltori vogliono raccogliere il frutto del loro lavoro non vogliono un ristoro economico dei danni subiti a causa di un'eccessiva presenza di fauna selvatica.

Produzioni danneggiate danneggiano a loro volta l'immagine delle aziende e i loro mercati. Le loro esigenze sono in linea con il lavoro della Regione Toscana e con quanto contenuto nella legge obiettivo 10/2016, che ha come fine lo sviluppo dell'agricoltura toscana, la tutela delle nostre produzioni tipiche e del nostro bellissimo territorio, anche attraverso la sburocratizzazione e la semplificazione delle norme che riguardano gli interventi di controllo faunistico".

Gli agricoltori della provincia di Siena hanno portato in Piazza Duomo una coppia cinghiali come simbolo dell’esasperazione e vogliono una svolta decisa sulla gestione degli ungulati, si sono rivelati fra i più agguerriti "Indignati per i danni ingenti alle coltivazioni vitivinicole e a quelle cerealicole da parte di caprioli e cinghiali oltre alla piaga dei lupi per le greggi". Presenti con la fascia tricolore, i rappresentanti dei Comuni di Casole d’Elsa, Radicofani, San Giovanni d’Asso, Montalcino e Piancastagnaio. 

Il direttore di Coldiretti Siena Simone Solfanelli ha spiegato: "Siamo ben contenti di questa fortissima presenza di agricoltori senesi, che sono venuti a Firenze per difendere le eccellenze alimentari della nostra provincia, messe a rischio dalla presenza di ungulati – caprioli, cinghiali – e del lupo. Siamo venuti a proteggere i grandi vini senesi, i nostri formaggi e il nostro cereale. La giornata di oggi non è altro che un modo per difendere la propria attività, il proprio diritto a fare impresa. Noi ci vogliamo riprendere il territorio".

Danni per oltre 100 milioni di euro. "Un problema che mette a rischio la sopravvivenza delle aziende agricole, soprattutto nelle aree interne, ma anche l’assetto idrogeologico e lo stesso ecosistema, sconvolto dalla presenza eccessiva dei selvatici ormai fuori controllo, senza dimenticare le preoccupazioni sul profilo sanitario con il rischio di contagi degli animali allevati. Lo dimostrano i numeri sugli incidenti stradali. Secondo un’analisi Coldiretti su dati Aasps nel 2015 si sono registrati 214 episodi gravi di sinistri con animali dove hanno perso la vita 18 persone e 145 sono rimaste ferite. E intanto si moltiplicano gli avvistamenti di cinghiali a spasso nelle aree periferiche ma anche negli stessi centri delle città, tanto da essere arrivati persino a Roma, nella Capitale".

Gli agricoltori della Coldiretti chiedono "Una riforma della disciplina sugli animali selvatici che garantisca l’indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio. L’obiettivo dell’attività agricola e di allevamento non è, infatti, ottenere risarcimenti (che peraltro non coprono oggi che una piccola parte del danno, senza tenere in considerazione la perdita di quote di mercato né il valore del prodotto trasformato), ma fare impresa, producendo per i cittadini e non per animali selvatici e predatori". 

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