Il sogno nel Rinascimento

Palazzo Pitti. Profetico o premonitore il sogno come manifestazione e rivelazione di un altro mondo ha avuto varie interpretazioni nel corso del Rinascimento.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 maggio 2013 15:28
Il sogno nel Rinascimento

Se il sogno è da qualche tempo elemento per studi psicanalitici, questo luogo di non veglia ha sempre intrigato gli uomini e in particolare gli artisti e gli scrittori. Adesso una mostra alla Galleria Palatina “Il sogno nel Rinascimento”evidenzia esemplarmente, come artisti e scrittori abbiano affrontato questo tema. Il sogno, questo fenomeno notturno e spesso inquietante, coincidente con una sorta di vacatio dell’anima ha un rilievo particolare nella mitologia antica e nella cultura del Rinascimento, come dimostra il suo diffondersi nelle arti figurative e in particolar modo in opere di soggetto religioso o mitologico. Profetico o premonitore, illustrato da episodi celebri dell’Antico Testamento il sogno, si offre anzitutto come manifestazione e rivelazione di un altro mondo.

Esso manifesta altresì, in senso profano, le possibilità induttive e speculative offerte all’animo umano; trasfigura il vissuto quotidiano e rivela la sua dimensione erotica; viene a occupare un ruolo prezioso nella teoria e pratica dell’arte, non meno attente all’attività onirica che la letteratura, la filosofia o la medicina. La mostra, che ha un originale approccio iconografico, comincia da quelle opere che definiscono e precisano il contesto nel quale il sogno si manifesta: la notte.

E “la Notte” che inaugura il percorso espositivo, vi è rappresentata con tutta la sua complessa simbologia e in particolare attraverso alcune delle tante derivazioni plastiche e pittoriche tratte dalla Notte che Michelangelo scolpì nella Sagrestia Nuova, per il monumento funebre in memoria a Giuliano de’ Medici. La sezione successiva, intitolata” La Vacanza dell’anima”, mette in primo luogo in risalto le opere legate al sonno, ne presenta poi altre inerenti ai miti della classicità come il Fregio della Villa Medicea di Poggio a Caiano, ma anche opere letterarie come la celebre Hypnerotomachia Poliphili di Francesco Colonna, in cui il sogno svolge un ruolo fondamentale.

In questa sezione vi sono dipinti e incisioni di soggetto mitologico come il Sogno del cavaliere di Raffaello della National Gallery di Londra e il dipinto con Venere e Amore addormentati e spiati da un satiro del Correggio, proveniente dal Museo del Louvre. “Visioni dell’Aldilà”tratta, invece il tema del sogno nella tradizione biblica e religiosa, con esempi grafici e pittorici dei secoli XV e XVI, dal Sogno di Giacobbe all’Interpretazione dei sogni da parte di Giuseppe, ai Sogni e Visioni di sante e santi come Elena, Orsola, Caterina d’Alessandria, Agostino, Girolamo. D’importanza fondamentale è la sezione “ La vita è sogno”, che trae origine dall’eccezionale fortuna iconografica di un disegno di Michelangelo, Il Sogno o la Vanità dei desideri umani, come dimostra il gran numero di riprese e copie che ne sono state eseguite.

Nella stessa sezione “I sogni del principe”, presentano la figura di Francesco de’ Medici e il suo particolare e fecondo rapporto con il sogno, di cui ci sono pervenute varie testimonianze, spesso impregnate di fantastica teatralità (come L’Allegoria dei Sogni del Naldini che si trova nello Studiolo), in questo simbolicamente rivelatrici di quanto e come il Sogno fosse al centro del dibattito culturale della fine del Rinascimento. La penultima sezione “Sogni enigmatici e visioni da incubo”presenta opere inquietanti e di difficile interpretazione come la stampa raffigurante Il sogno del dottore di Albrecht Dürer dove è difficile comprendere se l’artista abbia rappresentato un sognatore tentato da Venere oppure i pericoli dell’accidia, o Cibele che si prende gioco di un alchimista addormentato davanti al suo forno.

Ancora opere da incubo, abitate dal Diavolo con le visioni dell’Inferno o le Tentazioni di Sant’Antonio, di Bosch, Brueghel, Jan Mandijn e Met de Bles. La mostra termina con un richiamo all’Aurora considerata nel Rinascimento come lo spazio - tempo dei sogni veri (rappresentata da un dipinto di Battista Dossi) per aprirsi, infine, al Risveglio (con il Risveglio di Venere di Dosso Dossi), come espressione della ciclicità paradigmatica e complementare del tempo. La mostra è stata organizzata dalla Soprintendenza del Polo Museale di Firenze e dalla Réunion Musées Nationaux Grand Palais di Parigi, dove avrà una seconda sede al Musée du Luxembourg (9 ottobre 2013 - 26 gennaio 2014) con la cura di Chiara Rabbi Bernard, Alessandro Cecchi e Yves Hersant, che hanno curato anche il catalogo edito da Sillabe. Alessandro Lazzeri

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