Abraham Yehoshua vince il Premio Internazionale Viareggio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 giugno 2006 14:22
Abraham Yehoshua vince il Premio Internazionale Viareggio

La Giuria del Premio Letterario Viareggio Repaci ha deciso, dopo la scomparsa improvvisa del Presidente Enzo Siciliano, di continuare a lavorare secondo quelle che erano le sue indicazioni per questa 77esima edizione del Premio.
Sarà naturalmente un’edizione particolare, attraversata dalla nostalgia e dalla mancanza e, proprio per questo, pur mantenendo le date già stabilite (30 giugno – 1 luglio), verranno introdotte alcune modifiche.

La più immediata riguarda la selezione delle Cinquine che, ricordiamo, dovevano essere scelte (e sarebbe stata la prima riunione della nuova Giuria) e comunicate alla stampa proprio lo scorso venerdì 9 giugno, quando Enzo Siciliano è venuto a mancare.

Saranno invece discusse a Viareggio il 29 giugno, dalla Giuria al completo, e annunciate il 30 giugno in una conferenza stampa che vedrà anche la partecipazione del vincitore del Premio Internazionale Viareggio Versilia. I vincitori saranno invece annunciati, come previsto, in una successiva conferenza stampa sabato 1 luglio e premiati la sera stessa.

Il secondo cambiamento riguarda lo svolgimento della serata conclusiva di sabato 1 luglio. La Giuria e il Comune di Viareggio hanno deciso di comune accordo di trasformare la cerimonia di premiazione in una serata in ricordo di Enzo Siciliano – Per Enzo Siciliano – all’interno della quale verranno premiati i vincitori delle varie sezioni: Narrativa, Saggistica, Poesia, Opera Prima.

La serata, coordinata dal vice-presidente Giorgio Van Straten, si svolgerà al Cinema Teatro Eden (viale Margherita, 22) e non più alla Cittadella del Carnevale.

Nell’occasione alcuni membri della Giuria – Giuliano Amato, Giorgio Ficara, Elisabetta Rasy e Marisa Volpi – ricorderanno l’amico, lo scrittore, il critico letterario, il critico d’arte, di musica e l’autore teatrale, nella consapevolezza che la sua scomparsa segni anche la fine di un’epoca di grandi figure intellettuali impegnate in un corpo a corpo integrale con la letteratura.

Durante la serata alcuni giovani scrittori legati a “Nuovi Argomenti” leggeranno brani dal Diario che Enzo Siciliano teneva su ogni numero della rivista.

Rimangono invece inalterati i due momenti che riguardano il Premio Internazionale Viareggio Versilia e il neo-nato Premio Le nuove culture europee.

PREMIO INTERNAZIONALE VIAREGGIO VERSILIA - ABRAHAM YEHOSHUA
Coerente con la sua premessa antifascista e contro “l'insorgere dei fascismi, vecchi e nuovi” (Leonida Repaci), il Viareggio ha dato vita, nel 1967, al Premio Internazionale Viareggio Versilia, assegnato ogni anno a personaggi, italiani e non, che si siano distinti per l’impegno nei temi della pace e della solidarietà.

Riconoscimento che, negli anni, è stato dato a Pablo Neruda, Aimé Cesaire, Alexandros Panagulis, Günther Grass.

Il vincitore del Premio Internazionale è quest’anno lo scrittore israeliano Abraham B. Yehoshua.
Venerdì 30 giugno, in occasione della premiazione di Yehoshua, è stata organizzata la tavola rotonda “Gerusalemme città aperta: tre religioni a confronto”, presieduta da Giuliano Amato. Insieme a loro, Furio Colombo, Khaled Fouad Allam, Simonetta Della Seta, Mons.

Vincenzo Paglia.

Abraham Yehoshua è nato a Gerusalemme nel 1936. Attualmente insegna Letteratura comparata all'Università di Haifa, città dove vive. Si è laureato in Letteratura ebraica all'Università di Gerusalemme. Ha avuto incarichi come professore esterno nelle università di Harvard, Chicago e Princeton. Ha vissuto a Parigi per quattro anni dal 1963 al 1967. Inizialmente autore di racconti e opere teatrali, ha conosciuto il successo con i suoi romanzi ed attualmente è lo scrittore israeliano più noto.

Le sue opere sono state tradotte in 22 lingue e sono state accolte da un crescente consenso internazionale che lo ha portato in breve ad essere uno dei narratori più amati e letti. In tutti i suoi romanzi, come Cinque stagioni, Il signor Mani, L'amante (tradotto in quindici lingue), Ritorno dall'India e Un divorzio tardivo, il problema dell'identità ebraica viene indagato a fondo, a partire da una situazione particolare di partenza che diventa il motore per una ricerca a tutto campo sulle lacerazioni e i dilemmi di un'intera cultura.

Yehoshua è un osservatore attivo della realtà del suo paese e un profondo conoscitore della politica e storia recente. In questa prospettiva si colloca il suo intervento saggistico Diario di una pace fredda, sul problematico rapporto e la difficile convivenza tra palestinesi e israeliani. I suoi romanzi sono: L'amante (1977), Un divorzio tardivo (1982), Cinque stagioni (1987), Il signor Mani (1990), Ritorno dall'India (1994), Viaggio alla fine del millennio (1997), La sposa liberata (2002), Tre giorni e un bambino (2003) e Il responsabile delle risorse umane (2004), tradotti in Italia da Einaudi, che ha anche pubblicato Il lettore allo specchio (2003), Tutti i racconti (1999), i saggi Il potere terribile di una piccola colpa, Etica e letteratura (2000), la commedia Possesso (2001) e il saggio Antisemitismo e sionismo (2004).

Nel 2005 sono usciti la raccolta di racconti L'ultimo comandante, la pièce Una notte di maggio e i due racconti illustrati da Altan raccolti in Un cagnolino per Efrat.

PREMIO VIAREGGIO LE NUOVE CULTURE EUROPEE - ORNELA VORPSI
Da quest’anno il Premio Letterario Viareggio Repaci si apre all’Europa. In collaborazione con il festival EuropaCinema, è stata istituita la prima edizione del Premio Le nuove culture europee, dedicato ad un’opera di narrativa, scritta in lingua italiana da un autore proveniente da un altro paese.

Presieduto da Luciana Castellina, direttrice del festival cinematografico, e con una giuria speciale composta da Giorgio Van Straten, Sergio Givone, Marcello Ciccuto e Laura Barile, il Premio va quest’anno alla scrittrice albanese Ornela Vorpsi per il suo libro Il paese dove non si muore mai (Einaudi).

Ornela Vorpsi è nata a Tirana nel 1968, dal 1997 vive a Parigi. È fotografa, pittrice e videoartista. Il paese dove non si muore mai è il suo primo romanzo, pubblicato in Francia da Actes Sud e in corso di traduzione in una decina di paesi.

Protagonista della storia è una bambina intelligente e curiosa, alla scoperta del mondo in un paese che ha spento l'utopia nella barbarie e che non tollera dubbi né domande: un racconto tagliente e irresistibile delle sue diatribe con Madre-Partito, delle sue esercitazioni militari, dei suoi giochi innocenti e sinistri; l'impertinenza del corpo che cambia sotto gli sguardi avidi dei maschi, il desiderio di fuggire come amara morale di un'acuminata “favola della dittatura”. Ornela Vorpsi è arrivata in Italia a ventidue anni e ha scritto in un italiano spaesato quella che lei definisce “l'autobiografia dell'Albania”.

Utilizzando il nostro linguaggio, ha raccontato la sua storia, che è anche la storia del suo paese. Sono queste le “nuove culture europee” che si vogliono premiare a Viareggio: quelle di autori, più o meno integrati in Italia, che fanno una letteratura ormai lontana da quella dei loro paesi di origine, ma sicuramente anche da quella del paese d‘approdo. Non c’è più, o per lo meno non c’è soltanto la nostalgia, ma anche e soprattutto uno sguardo non consueto sull’altro che è stato scoperto, ovvero su di noi.

Quella che ne nasce è una riscrittura della nostra storia e della nostra cultura, che questi autori rinnovano diventandone un’espressione significativa.
Scopo di un premio a questa nuova letteratura è dunque quello di sottolineare l’importanza del dinamismo culturale, riconoscendo però anche l’esigenza di non cancellare le diversità, di guardare alla cultura degli immigrati non in termini di integrazione subalterna nella nostra cultura, ma in termini di inclusione in un processo che cambia anche noi e cui anche i nuovi cittadini partecipano.

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