La Biennale Europea di Arti Visive di La Spezia

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 settembre 2002 22:42
La Biennale Europea di Arti Visive di La Spezia

La Biennale Europea Arti Visive, Premio del Golfo 2002, atteso evento destinato a qualificare l’attività artistica della città della Spezia, apre quest’anno le porte al pubblico il 22 settembre.
A conclusione delle iniziative estive e in emblematica apertura della stagione culturale dell’autunno-inverno 2002, quest’anno la Biennale affianca al Premio del Golfo dedicato alla giovane pittura europea (ma vi partecipa anche un Paese extraeuropeo affacciato sul Mediterraneo) una seconda mostra di grande significato simbolico: la retrospettiva antologica delle opere di Berto Lardera, artista nato a La Spezia nel 1911 e morto in Francia nel 1989.

Entrambe le mostre costituiscono, ciascuna con la propria valenza specifica, un’occasione unica e obiettiva per la crescita della vita culturale della città , del territorio del Golfo dei Poeti e, in senso più vasto, dell’intera penisola.
Il Premio del Golfo, infatti, fondato nel 1933 dal padre del Futurismo, Filippo Tommaso Marinetti, dopo alterne vicende (l’interruzione dovuta al secondo conflitto mondiale, la ripresa negli anni Sessanta e la pausa successiva ecc.) si è riaffermato nel 2000 grazie alla volontà dell’amministrazione comunale e degli altri enti promotori, tra i quali in primis la Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia e poi della Camera di Commercio Industria Artigianato Agricoltura della Spezia, della Provincia e dell’Azienda di Promozione Turistica della Spezia con la partecipazione della Regione Liguria.
Dedicato alla pittura e volto a incrementare le collezioni civiche che dovranno risiedere nella Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di prossima apertura, quest’anno il Premio vede la partecipazione di giovani artisti provenienti da vari Paesi europei: dalla Francia alla Germania, dall’Olanda alla Grecia, dalla Spagna al Portogallo, dalla Svizzera alla Bosnia e infine dall’Italia all’Austria.

Tra i partecipanti, inoltre, quest’anno sono stati invitati anche artisti del Marocco. Infatti, tra le novità del Premio, vi è l’individuazione del ruolo particolare che una città come La Spezia potrebbe assumere nel dibattito artistico dell’area mediterranea, in cui numerosi fattori culturali e rilevanti elementi di trasformazione suggeriscono attenzione allo sviluppo delle giovani generazioni di altri paesi, portatrici di nuove realtà sociali e culturali, dialettiche con le più consolidate esperienze di arte contemporanea dei paesi europei.

La Biennale dunque, in tale quadro, alla ricerca di una propria vocazione tra numerose altre iniziative analoghe esistenti nel vecchio continente, si apre a un rapporto nuovo con Paesi che si affacciano all’arte contemporanea come a un settore di attività creatrici oltretutto di relazioni e comunicazioni che favoriscono la conoscenza tra le culture del Mediterraneo.
Quest’anno infatti i Direttori dei Musei e delle istituzioni culturali degli undici Paesi individuati, hanno scelto 21 giovani artisti al di sotto dei trentacinque anni, dei quali saranno esposte circa cinquanta opere bidimensionali; intanto, nell’attesa dell’auspicata apertura della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea negli ambienti dell’ex Tribunale della Spezia, quest’anno la mostra del Premio del Golfo si terrà in appositi spazi ricavati e allestiti con un progetto specifico presso il Palasport della città.
I vasti ambienti di questo edificio infatti, previo opportuno progetto di allestimento, si sono dimostrati una sede idonea alla qualità dei lavori dei giovani artisti, spesso più inclini ad un uso di spazi non tradizionali per l’espletazione di una maggiore libertà di installazione delle opere.
Senza voler costituire una tematica di indirizzo, tuttavia il titolo dato quest’anno all’evento, Varianti impreviste: forme d’arte in atto e a venire, ha un evidente interesse al rilevamento di problematiche artistiche puntuali nell’attuale frangente storico.

L’evento, concepito dal curatore scientifico Bruno Corà , direttore del Centro per l’Arte Contemporanea di Prato, Museo Pecci, vede la collaborazione, in qualità di esperti segnalatori, di Daniel Abadie, direttore della Galerie Nationale du Jeu de Paume (Parigi), Manolo Borja Villel, direttore del MACBA (Barcellona), Bernard Fibicher, direttore della Kunsthalle Bern (Berna), Joâo Fernandez, direttore del Museu Serralves (Porto), Ida Gianelli, direttrice del Castello di Rivoli, Enver Hadjomersphaic, direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Sarajevo, Franz Kaiser, direttore dell’Haags Gemeentemuseum (L’Aja), Katerina Koskina, curator della Fondazione J.

E. Costopoulos (Atene), Peter Noever, direttore del MAK (Vienna), Sakhina Rharib, conservatrice del Musèe de Marrakech, Mattijs Visser, conservatore delle collezioni del Kunst Palast (Düsseldorf).
Una giuria - composta da Enrico Castellani (artista), Bruno Corà (direttore museo), Giuliano Gori (collezionista), Marco Meneguzzo (critico d’arte), Fuyumi Namioka (curator), Giulio Paolini (artista) - designerà , alla vigilia dell’apertura della mostra, i vincitori del Premio del Golfo 2002.
La Biennale del 2002 conferma l’indirizzo dato dal Comitato promotore di dare una continuità temporale alla manifestazione svoltasi nel 2000, volendo però soprattutto rappresentare, per il suo alto valore scientifico e per la presenza di alcuni dei maggiori specialisti europei, una importante premessa per un’edizione più ampia nel 2004 in occasione delle iniziative previste e concordate con la città di Genova, in quell’anno designata capitale della Cultura Europea.
Gli artisti che parteciperanno a questa edizione saranno comunicati direttamente all’anteprima per la stampa fissata per il giorno 20 settembre p.v.

alle ore 12.00 al Palasport della Spezia.
Nell’ambito delle attività previste per la Biennale Europea Arti Visive 2002, la mostra dedicata alla scultura e all’opera grafica di Berto Lardera (La Spezia 1922 -Parigi 1989) -promossa dal Comune e dall’Istituzione dei Servizi Culturali della Spezia - è la prima grande rassegna retrospettiva realizzata da un ente italiano insieme a uno francese per questo artista peraltro nato a La Spezia.
L’importante scultore, di cui gli ambienti del Museo Diocesano e quelli della Palazzina delle Arti di La Spezia ospiteranno le opere, nonostante la vasta notorietà acquisita internazionalmente non aveva avuto fino ad oggi un adeguato riconoscimento nel nostro Paese, pur vantando la presenza in numerose e qualificate collezioni.

La città della Spezia dunque tributa a questo suo figlio, di cui la mostra è un simbolico ritorno, una prima grande riflessione critica dopo l’esordio compiuto da Lardera nella celebre galleria del Milione a Milano negli anni ‘30.
Questa mostra, a cura di Bruno Corà , curatore scientifico della Biennale Europea Arti Visive 2002, in collaborazione con Marzia Ratti, direttrice dell’Istituzione per i servizi culturali del Comune della Spezia è l’esito di un partenariato tra il MusÈe de Grenoble, che ne ha concepito e realizzato la prima edizione a cura di Thierry DufrÍne, la Biennale del Golfo e le Istituzioni culturali della città.

Oltre dunque alla significativa raccolta di opere già compiuta dal Museo di Grenoble, l’arrivo della mostra a La Spezia ne prevede l’integrazione con un nucleo significativo di altre importanti sculture presenti in collezioni italiane a Milano, a Roma, a Firenze e Pistoia e di documenti inediti che oltre a fornire nuova luce sull’attività di questo artista ne marcano gli esordi italiani.
Berto Lardera infatti, dopo aver intrapreso gli studi classici a Firenze, inizia da scultore autodidatta l’esperienza plastica proseguita e maturata durante alcuni soggiorni a Parigi e a Londra (1929-1935).

Dopo il suo rientro in Italia, durante gli anni della guerra mondiale compie sperimentazioni su vari materiali come il legno, la pietra, il marmo, ma anche il bronzo. E’ nel frangente temporale che va dal 1942 al 1945 che nascono le prime sculture bidimensionali come esito di una concezione plastica simultanea resa possibile da un’eloquente elaborazione di pieni e vuoti di cui la qualità laminare dei metalli, spesso diversi e saldati tra loro, si fa carico. Nel 1947 parte nuovamente e definitivamente per Parigi, dove nel 1948 realizza la prima mostra personale alla Galleria Denise Renè; lo stesso anno è invitato alla Biennale di Venezia (1948).

In seguito Lardera sarà presente ancora altre volte in essa e in numerose manifestazioni internazionali, tra cui la Biennale di S. Paolo del Brasile, la Documenta di Kassel (1955), la Triennale di Nuova Delhy (1968).
Una delle proprietà più evidenti della scultura di Lardera è la qualità del disegno delle sue parti plastiche i cui profili laminari si articolano in molteplici ortogonalità di piani e tensioni, tutti insieme rivolti a un mirabile equilibrio spaziale.
Nella mostra, in cui sono presenti opere provenienti dalla famiglia Lardera, da numerose collezioni private e da musei francesi, tedeschi e italiani, si distinguono Sculpture à deux dimensions (1947), Occasion Dramatique (1952), Salle de rècrèation plastique (1971) e altri importanti esiti dell’arte di questo Maestro.
Per ciascuna delle iniziative è previsto un catalogo che la documenta, ricco di immagini, saggi, contributi critici e apparati bio-bliografici.

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