Toscana "terra di rifugio" per scrittori e intellettuali vittime di persecuzioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 aprile 1999 19:33
Toscana

L'ospitalità a favore di chi e' discriminato e ridotto al silenzio - per motivi di religione, politica, differenza di sesso o di classe - potrà contare su uno strumento come le convenzioni siglate oggi dal Parlamento internazionale degli scrittori, dalla Regione Toscana e dalle prime tre citta' toscane che hanno aderito all'iniziativa, trovando una sistemazione per gli scrittori perseguitati e le loro famiglie.
"Ancora una volta - spiega il presidente della Regione Toscana, Vannino Chiti - la Toscana e' in prima fila nella battaglia per i diritti umani.

E lo e' non solo con dichiarazioni di principio, ma con iniziative concrete nel segno della solidarietà e della tolleranza, oggi come in passato, per i profughi bosniaci e albanesi di alcuni anni fa, come per le famiglie del Kossovo nella tragedia di queste settimane".
Saranno Certaldo, Grosseto e Pontedera le prime citta' toscane ad ospitare scrittori ed artisti perseguitati, ma altre citta' potranno aggiungersi anche in seguito. Risale ad appena quattro mesi fa, infatti, l'appello del Parlamento internazionale degli scrittori - rilanciato in Italia da Antonio Tabucchi - perche' le citta' italiane si impegnassero a garantire il diritto di asilo a quanti per i loro scritti sono costretti a vivere in condizioni di pericolo, rischiando la vita e la libertà.

L'appello fu fatto immediatamente proprio dalla Regione Toscana che, in occasione dell'iniziativa del 10 dicembre dedicata ai diritti umani nel mondo, annuncio' la sua volontà di promuovere la rete delle "città rifugio" sul proprio territorio e di coordinarne le diverse iniziative. Già nelle settimane successive sono state 15 le amministrazioni comunali toscane che hanno espresso la loro disponibilità ad ospitare intellettuali perseguitati: oltre ai tre comuni approdati oggi alla firma della convenzione, Castell'Azzara, Firenze, Livorno, Lucca, Massa, Orbetello, Pietrasanta, Pisa, Pistoia, Prato, Siena e Viareggio.
Con la convenzione la Regione Toscana si impegna a versare una somma annuale quale contributo alla gestione della rete delle "citta' rifugio" e ad assicurare agli scrittori ospitati sul proprio territorio una borsa annuale (1.000 Euro al mese se si tratta di single, 1.300 se si tratta di coppia, 1.700 se si tratta di una famiglia).

Il Comune si impegna a mettere a disposizione un appartamento ammobiliato, adeguato "alle dimensioni della famiglia e alle esigenze di lavoro e di vita privata", per la durata di almeno un anno. Inoltre faciliterà l'iter relativo allo status giuridico dello scrittore - per esempio per l'ottenimento del visto d'ingresso e del permesso di soggiorno - in modo da consentire non solo la semplice residenza nella citta' per la durata dell'accoglienza, ma anche la possibilità di progettare l'eventuale integrazione nel paese ospitante.

Si farà carico degli oneri di copertura sociale dello scrittore e della sua famiglia, della scolarizzazione e dei servizi educativi per i figli, dell'accessibilità a servizi pubblici come i trasporti urbani, le biblioteche, le scuole. Infine, si impegna a facilitare il suo lavoro e gli incontri con altri scrittori. Quanto allo scrittore ospitato, gli sarà richiesto, di produrre documentazione sullo stato della libertà intellettuale e creativa nel suo paese di origine, di definire un progetto culturale in relazione con le attivita' del Parlamento, di sostenere tutte le campagne in favore degli scrittori perseguitati.
Da ricordare che la scelta dello scrittore da "assegnare" alla "città rifugio" spetterà esclusivamente al Parlamento internazionale degli scrittori.

Quest'ultimo, istituito a seguito di un appello sottoscritto da più di 300 intellettuali di tutto il mondo, e' nato nel 1993 a Strasburgo, città che per l'occasione si dichiaro' "rifugio" per gli intellettuali perseguitati e concesse la cittadinanza a Salman Rushdie, poi presidente del Parlamento. L'impegno di Rushdie si è concretizzato proprio nella predisposizione della Carta delle citta' rifugio, nel 1995, fondata sulla consapevolezza che le persecuzioni non si manifestano più solo contro la creazione letteraria, ma hanno per oggetto la stessa persona dello scrittore.

Nel gennaio 1997 erano già una ventina le citta' europee che avevano aderito alla Carta, impegnandosi così a dare ospitalità per la durata di un anno agli scrittori perseguitati e alle loro famiglie. Oggi questa manifestazione concreta del diritto di asilo e' stata assicurata da citta' come Amsterdam (Olanda), Barcellona e Gijon (Spagna), Berna e Losanna (Svizzera), Berlino e Francoforte (Germania) Blois e Caen (Francia), Bruxelles (Belgio), Goteborg (Svezia), Oporto (Portogallo), Graz, Salisburgo e Vienna (Austria), ma anche da citta' brasiliane e messicane.

A questa iniziativa partecipano anche istituzioni culturali, come il Centro Pompidou di Parigi. Tra gli intellettuali ospitati finora, perseguitati iraniani, irackeni, serbi, kossovari, cubani, afgani. Lo sforzo del Parlamento internazionale degli scrittori - che oggi è presieduto dallo scrittore nigeriano e premio Nobel Wole Soynka e ha come presidenti onorari Salman Rushdie e Vàclav Havel - non si limita a garantire un rifugio agli artisti e agli intellettuali perseguitati, ma a creare le condizioni perche' essi possano esprimersi, pubblicare e tradurre i loro lavori, scambiare esperienze culturali.

In questa stessa ottica, per il prossimo giugno e' previsto un seminario degli scrittori ospitati nelle città rifugio, che discuterà della possibilità di costituire una rete di giornali, riviste, case editrici in grado di rendere visibili anche le opere condannate dalla censura.

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