Allergie alimentari: sei persone su dieci sbagliano cura a causa del web

Frutta e verdura rappresentano le allergie di gran lunga più comuni (72%), seguite da crostacei (13%) pesce (4%) latte (3%) uovo (3%) cereali (2%).

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2013 12:49
Allergie alimentari: sei persone su dieci sbagliano cura a causa del web

Si è aperto ieri ad Ancona presso la Mole Vanvitelliana di Ancona il Congresso AAITO, Associazione Allergologi Immunologi Territoriali ed Ospedalieri. L’AAITO è una Società Scientifica che nasce dalla volontà di contrastare un progressivo declino della Disciplina di Allergologia ed Immunologia Clinica e la eccessiva sovrapposizione con altre branche specialistiche nella gestione della maggioranza dei problemi allergologici. Nel corso del Congresso saranno presentati gli aggiornamenti di una ricerca sulle allergie alimentari condotta in 17 Centri, distribuiti in 10 regioni italiane, che ha coinvolto oltre 25 mila pazienti adulti.

I risultati hanno evidenziato che frutta e verdura rappresentano le allergie di gran lunga più comuni (72%) seguite da crostacei (13%) pesce (4%) latte (3%) uovo (3%) cereali (2%). Nei pazienti con allergia ad alimenti di origine vegetale la proteina allergenica più frequentemente responsabile di sensibilizzazioni, e quindi di reazioni allergiche, è la LTP (lipid transfer protein), un allergene del regno vegetale frequentemente cross-reagente presente nella pesca, albicocca, prugna ma anche noce, nocciola, arachide, mais, riso.

Sembra che la prevalenza dell’allergia all’LTP aumenti gradualmente con la latitudine, con un marcato aumento nelle regioni meridionali. “I cibi più preoccupanti per la dieta mediterranea – spiega il Prof. Floriano Bonifazi, Direttore del Dipartimento di Malattie Respiratorie e Allergiche dell’Azienda Ospedaliera-Ospedali Riuniti di Ancona e Past President Aaito - sono il pesce non cotto, come le acciughe marinate, peculiarità di tutto il Mediterraneo, che possono provocare orticaria, ma anche alcuni tipi di vegetali che contengono una proteina chiamata LTP.

Questo allergene, una volta ingerito, potrebbe addirittura provocare shock anafilattico. Infatti, secondo uno studio riguardante la regione Marche, in oltre 5mila casi di shock anafilattico, il 40% dei pazienti è stato colpito proprio da questo allergene”. “C’è troppa disinformazione, soprattutto nel campo delle allergie ed intolleranze alimentari – afferma la Dott.ssa M. Beatrice Bilò, nuovo presidente AAITO - Almeno il 60% dei pazienti hanno praticato cure errate e hanno riscontrato diagnosi diverse da quelle che, da soli, avevano scoperto.

Troppe le persone che credono di essere allergiche o intolleranti ad un alimento, e si curano senza aver contattato degli esperti, con una dieta “fatta in casa” che potrebbe provocare disturbi reali, soprattutto nei bambini ed anziani. La presenza del web e dei siti di “counseling on line”, infatti, facilita l’autodiagnosi, ma spesso questa è sbagliata. Il ruolo degli specialisti è essenziale: se si vuole fare economia, è necessario affidarsi a test diagnostici scientificamente validati ed eseguiti da esperti del settore”. Durante il Congresso la Federazione delle Società Italiane di Allergologia e Immunologia Clinica presenterà un importante documento sui vaccini anti-allergici con l’obiettivo di giungere ad un “Consensus” italiano su aspetti maggiormente correlati alla realtà clinica, agli aspetti regolatori, ai contesti gestionali/organizzativi nei quali questa terapia viene praticata, alle problematiche dei rimborsi per i quali sussiste una completa difformità nelle diverse regioni e per intraprendere adeguate azioni innovative per la diffusione e la conoscenza di una terapia fondamentale per la cura della rinite, dell’asma allergico e delle allergie al veleno di imenotteri. “Nel documento si sottolinea la grande importanza il coinvolgimento e la corretta informazione del paziente - spiega il Dott.

Antonino Musarra, Vicepresidente AAITO - Questa deve riguardare i diversi aspetti della sua malattia, le possibili opzioni terapeutiche, il costo dei vaccini e l’efficacia degli stessi. Gli argomenti chiave trattati dal documento, redatto da 60 esperti indicati dalle Società Scientifiche, sono: gli schemi terapeutici, gli allergeni ed i pazienti ideali; il management del paziente che pratica la vaccino-terapia; gli aspetti regolatori, farmaco-economici e le possibilità di accesso alle cure; gli strumenti per l’implementazione di questa terapia e le prospettive di utilizzo dei vaccini anti-allergici nelle allergie ad alimenti, al lattice, al nichel e nella dermatite atopica”.

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