Battaglia di Anghiari, dietro al Vasari i colori usati nella Gioconda

Dopo cinque secoli la sonda endoscopica ha estratto dalla parete del Salone dei Cinquecento tracce di colore ed una 'pennellata' che apparterebbero per caratteristiche chimiche alle lavorazioni tipiche di Leonardo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 marzo 2012 15:09
Battaglia di Anghiari, dietro al Vasari i colori usati nella Gioconda

Mistero svelato? Non ancora del tutto. Ma Maurizio Seracini, l'ingegnere che da 35 anni studia la ricerca dell'affresco perduto del maestro di Vinci è più convinto che mai e presenta i primi dati dei rilievi effettuati negli ultimi mesi. Dietro l'opera del Vasari è presente l'intercapedine. E questa non è più una ipotesi supportata dalle onde elettromagnetiche rimbalzate su un monitor, ma la realtà tangibile di un viaggio effettuato dalla sonda endoscopica che ha attraversato i 6 punti di foratura praticati nell'affresco realizzato dall'architetto e pittore dei Medici nella seconda metà del '500. Matteo Renzi, sindaco di Firenze è incontenibile e presenta la sensazionale scoperta delle tracce di colore dietro all'opera di Giorgio Vasari con la stessa enfasi che abbiamo imparato a cogliere nei programmi televisivi di Piero ed Alberto Angela, misurata e scientificamente provata fino all'enigmatico ed accattivante stile inconfondibile del Voyager di Roberto Giacobbo. "Dopo gli esami effettuati presso il mio laboratorio e presso la struttura pubblico-privata di Pontedera, PontLab a partecipazione regionale che ha effettuato gratuitamente gli esami" spiega il professor Seracini "possiamo affermare che le tracce di colore rinvenute appartengono, per caratteristiche chimiche a lavorazioni legate al periodo.

C'è di più: il colore ''nero'' rinvenuto all'interno di una particella più ampia di colore arancione, sarebbe lo stesso utilizzato sulla Gioconda e sul San Giovanni Battista dello stesso artista. In particolare la mistura di manganese e ferro. Sulle modalità con le quali è stata portata a termine l'indagine di laboratorio sono intervenuti i consiglieri comunali Grassi e De Zordo che hanno chiesto al sindaco la possibilità di effettuare delle controanalisi presso un laboratorio specializzato, cosa che si è rivelata impossibile a causa "dei tempi ristretti vista la data scelta per la conferenza stampa" come riporta il testo della domanda di attualità presentata dai due esponenti di Palazzo Vecchio. Matteo Renzi ha presentato anche la lettera con la quale chiede formalmente al governo un "Atto di coraggio" per rendere possibile le operazioni successive, ovvero l'asportazione di parte dell'affresco Vasariano per quantificare l'effettiva importanza della scoperta.

"Individuata la parete, ed accertata la presenza di una lavorazione pittorica sulla stessa, visto che nessuno prima e nessuno dopo il genio di Vinci ha mai lavorato su quello strato di parete, è ragionevole immaginare che quanto rinvenuto appartenga al famoso lavoro andato perduto di Leonardo" da qui la richiesta di approfondire ed arrivare al vero cuore della vicenda. "La Comunità scientifica è la benvenuta a Palazzo Vecchio ha detto - non mancando di ricordare che già negli anni '80 una parte dell'affresco del Vasari sulla parete opposta è stata ''strappata'' e poi rimessa proprio per cercare la Battaglia di Anghiari - perché siamo aperti ad offrire tutte le informazioni possibili e presentare il lavoro che è stato fatto assieme all'Opificio delle Pietre Dure di Firenze, la cui competenza ci invidiano nel mondo" AntLen

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