E' stata staccata ieri dalla parete della Galleria degli Uffizi l''Annunciazione' di Leonardo da Vinci
Circa 20 mila visitatori nei primi giorni per la mostra di Cezanne a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 marzo 2007 00:27
E' stata staccata ieri dalla parete della Galleria degli Uffizi l''Annunciazione' di Leonardo da Vinci<BR>Circa 20 mila visitatori nei primi giorni per la mostra di Cezanne a Firenze

Firenze, 12 Marzo 2007– La famosa Annunciazione di Leonardo da Vinci e' stata staccata dalla parete della Galleria degli Uffizi dove e' custodita dal 1867. Uno dei capolavori di Leonardo va in prestito al Giappone per una mostra. Il "viaggio" cominciato ieri non è il primo che il capolavoro si trova ad affrontare. L'amministrazione comunale ha scelto la via del silenzio riguardo alla vicenda, nonostante gli inviti rivolti dall'opposizione, da quanti hanno sottoscritto l'appello per il permanere dell'opera a Firenze (Sgarbi, Paolucci, Zeffirelli su tutti) ed i suggerimenti dei tecnici dell'arte che hanno sottolineato i tanti ed immotivati rischi cui andrà soggetto il celebre dipinto.

"Il parere positivo della Soprintendenza sul viaggio dell'Annunciazione di Leonardo a Tokyo taglia la testa al toro dal punto di vista tecnico e ci rassicura sulla possibilità di uno spostamento sicuro e possibile del quadro". Lo ha detto l'assessore alla cultura Giovanni Gozzini rispondendo in consiglio comunale all'intervento del consigliere di Forza Italia Enrico Bosi. "Ma c'è anche un punto di vista politico- ha aggiunto Gozzini- : che le opere d'arte siano in questo tempo messaggere di scambio culturale fra le due città di Tokyo e Firenze.

Le tecnologie di oggi poi ci assicurano la sicurezza del trasporto e la massima cura". Gozzini ha poi detto di concordare sul fatto che esistano quadri che rappresentano la carte d'identità di un museo e che l'Annunciazione fa parte di queste. "Ma esistono delle eccezioni come questa", ha concluso Giovanni Gozzini. L'assessore ha poi confermato che nei prossimi giorni volerà a Tokyo ad accompagnare il quadro di Leonardo.
“Chiariamoci: l’unico “protagonismo distruttivo” è quello del Ministro Rutelli che, violando il codice dei Beni Culturali, ha deciso di inviare “l’Annunciazione” di Leonardo da Vinci a Tokyo, ad un’esposizione di prodotti italiani.

Trovo comunque singolare che il Ministro Rutelli abbia trovato il tempo di sostenere, ai margini di un convegno, che questa sua decisione “fa bene all’Italia e a Firenze”; ma non abbia mai trovato il tempo di spiegare le ragioni della sua scelta in Senato, rispondendo alle mie interrogazioni. Da un Ministro dei Beni Culturali mi sarei aspettato un maggior rispetto delle istituzioni, oltre che, naturalmente, del nostro patrimonio artistico.”

Dopo quasi un secolo, tornano a Firenze, in Palazzo Strozzi, alcune fra le opere più importanti di Cézanne
Circa 20 mila visitatori nei primi giorni per la mostra di Cézanne.

Una media di duemila al giorno, per di più in crescita. Nell’ultimo weekend è stata superata quota tremila sia sabato (3.094) che ieri (3.204). Le prenotazioni sono invece 30 mila.
Intanto, da domani Palazzo Strozzi ospita anche un ciclo di sette conferenze e concerti che hanno come riferimento i rapporti culturali Italia - Francia nel primo Novecento. Lo organizza il Lyceum Club di Firenze, che nella storica sede di via degli Alfani ospitò nel 1910 la prima esposizione degli espressionisti francesi.

Per questo occupa un posto d’onore nella mostra.
Il programma si svolge sempre alle 18, sempre di martedì e sempre al piano nobile di Palazzo Strozzi, nell’anticamera della mostra. Ingresso gratuito (max 50 posti). Info: 055.2645155.
Il debutto è affidato a Marino Biondi, docente di Critica Letteraria all’Università di Firenze, che terrà una conferenze su Ardengo Soffici.
L’appuntamento successivo (20 Marzo) con il pianista Riccardo Sandiford. Il 17 aprile dibattito sui Cézanne delle raccolte Fabbri e Loeser alla Biennale del 1920 condotto dalla storica dell’arte Giovanna De Lorenzi.

La settimana seguente (24 aprile) è la volta di Francesca Bardazzi, curatrice della mostra. Tema: Mani femminili nelle stanze di Cézanne.
Il 15 maggio Enza Bigini e Franca Bacchiega, rispettivamente presidente della Sezione Letteraria del Lyceum e docente di Letteratura Americana a Urbino, parlano del Novecento fiorentino. Titolo dell’incontro: 1910. Incroci letterari a Firenze.
Prospettive e figure nella vita musicale fiorentina del secondo decennio del Novecento è invece il tema della conferenza – concerto in calendario il 22 maggio.

Si tratta di canti gregoriani dell’Ensemble San Felice, a cura della musicologa Eleonora Negri del Lyceum Club Internazionale. Infine, il 29 maggio, ultima conferenza con Ernestina Pellegrini, docente di Letteratura Comparata a Firenze, sul tema I Vociani e la Francia.

Prosegue con grande successo al Santa Maria della Scala la mostra Chagall-Mirò
Magia, grafia, colore, allestita nelle sale Santa Caterina e Claudio Tolomei di Palazzo Squarcialupi.
Organizzata dal Comune di Siena (Assessorato alla Cultura) e dall’Istituzione Santa Maria della Scala, in collaborazione con la Fondazione Antonio Mazzotta e la Fondazione Maeght, la mostra è sostenuta dalla Fondazione Monte dei Paschi e realizzata con il contributo della Banca Monte dei Paschi, main sponsor dell’iniziativa.
L’esposizione presenta una selezione raffinatissima e inedita per l’Italia di opere grafiche di Marc Chagall (Vitebsk 1887 – Sant-Paul-de Vence 1985) e Joan Miró (Montroig-Barcellona, 1893 - Palma di Maiorca, 1983) provenienti dalla Fondazione Maeght di Saint-Paul-de-Vence.
Questa importante istituzione sita nei pressi di Nizza, inaugurata nel 1964 per volere e con il sostegno dei coniugi Maeght, è la seconda sede espositiva per l'arte moderna e contemporanea in Francia, dopo il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, e raccoglie opere di artisti del Novecento quali Pierre Bonnard, Georges Braque, Fernand Léger, Marc Chagall, Alberto Giacometti.
L’insieme architettonico della Fondazione Maeght è stato concepito per presentare l’arte moderna e contemporanea in tutte le sue forme ed espressioni.

Pittori e scultori hanno collaborato con l’architetto catalano Josep-Lluis Sert, creando opere, spesso gigantesche, integrate alla costruzione come alla natura circostante.
Il rapporto assolutamente unico tra Miró e l’istituzione francese è molto noto. Per la Fondazione francese, Miró ha realizzato l’ambientazione ideale alle proprie opere e ne ha progettate di nuove adattandole agli spazi, come l’arco d’ingresso della Fondazione o lo straordinario “labirinto” di ceramiche monumentali e bronzi.

Chagall, che nel 1949 si trasferisce a Vence, iniziando a dedicarsi a nuovi mezzi espressivi (ceramica, scultura, mosaico, vetrata e grafica, soprattutto litografie), per la Fondation ha realizzato un bellissimo e immenso mosaico, Les Amoureux (1964-67), di cui in mostra è esposto l’acquarello preparatorio del 1963-64.
Presso Marguerite e Aimé Maeght, Miró e Chagall furono “inventori di forme” e “prestigiatori del colore” - sottolinea Païni nella sua introduzione alla mostra.

“Di rado associati in questa prospettiva: lo Chagall mistico e aereo e il Miró tellurico e materialista, trovano qui l’occasione di un dialogo fatto di opposti e somiglianze”.
A tal fine il curatore ha selezionato per la mostra numerose opere di Marc Chagall tra cui, oltre all’acquarello appena citato, litografie a colori realizzate negli anni Cinquanta e Sessanta, un Bozzetto per un foulard (gouache su carta) del 1957, uno straordinario Paravento del 1963 composto da 4 litografie originali e un monotipo realizzato poco prima della sua morte nel 1985.
Diverse decine tra acqueforti, acquatinte, litografie a colori di Joan Miró realizzate tra il 1938 e il 1968, fanno da contrappunto al mondo fiabesco di Chagall.

Tra esse alcuni cicli significativi come “Serie nera e rossa” (1938) e la “Serie Barcellona” (1944), ma anche litografie colorate di grandi dimensioni come La Conversazione su tela di juta (1969) e La signorina con le farfalle (1971); acqueforti, acquetinte e carborundum come La signorina a dondolo su carta chiffon de Mandeure (1969), Il cosmonauta (1969), Il gufo blasfemo (1975), Galatea IV su carta Arches (1976), L’aigrette rossa (1976) e L’Egiziana (1947).
Dominique Païni ha voluto accostare per la prima volta questi due artisti che hanno sperimentato l’arte incisoria in tutte le sue complessità e varianti.

Nelle loro opere segno e colore si fondono dando nuovo impeto alla loro produzione artistica.
Nel catalano Miró si nota una libertà estrema nell’utilizzo del suo repertorio grafico di linee, segni e macchie da cui emergono lo spirito ludico e tutte le suggestioni e invenzioni derivate dal surrealismo.
Marc Chagall inizia a dedicarsi all’opera incisoria a partire dal 1922 e la sua prima produzione (le Anime morte e la Bibbia) è molto conosciuta dal grande pubblico. Negli anni del secondo dopoguerra l’artista incomincia però ad utilizzare il colore, che lo aiuta a trasmettere i suoi pensieri.

La città di Parigi (La Domenica, 1954) con La Torre Eiffel (Torre Eiffel con asino rosso, 1954), La Bastiglia (1954), Il Panthéon (1954), ma anche Il mostro di Notre-Dame (1954), gli acrobati e i clown, i fiori (Il bouquet verde e viola, 1959) e la luna sono alcuni dei temi delle sue grafiche, esposte in mostra, in cui si nota lo stesso clima onirico e spirituale dei dipinti.

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