Smog: indagati sindaci e Regione Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 dicembre 2006 15:11
Smog: indagati sindaci e Regione Toscana

Firenze, 13 dicembre 2006- Avviso ieri della conclusione delle indagini preliminari e informazione del diritto di difesa” emesso dalla Procura della Repubblica di Firenze nei confronti dei Sindaci dell’Area Fiorentina, del Presidente della Regione e degli Assessori all’ambiente. Il reato ipotizzato a carico del presidente della Regione Claudio Martini e del suo assessore all’ambiente Marino Artusa è l’articolo 328, abuso d'ufficio per omissione. A carico degli Amministratori viene ipotizzato un “disegno criminoso”volto a “non impedire il superamento dei limiti annuali di legge della concentrazione delle polveri fini (PM 10) nei territori di rispettiva competenza”.

Inoltre si ipotizza un rifiuto a predisporre piani di risanamento sull’inquinamento atmosferico.
pericolosità (ed i costi per la salute pubblica) dei PM10 e PM2.5 nell'area fiorentina era già stata segnalata anni or sono da una ricerca dell'IRPET. La mancata assimilazione del 'principio di precauzione' non solo e non tanto da parte dei sindaci, ma soprattutto da parte di una intera classe politica la inveterata fede in quello che una volta era chiamato lo 'stellone d'Italia' hanno fatto sì che le cose si incancrenissero fino alla situazione odierna.

I lavori ordinari del Consiglio regionale della Toscana si sono interrotti, nel pomeriggio, per consentire al presidente della Giunta regionale, Claudio Martini, di comunicare all’Aula consiliare di essere al centro di alcune indagini, assieme all’assessore regionale all’Ambiente Marino Artusa e ai sindaci e agli assessori all’Ambiente di sei Comuni della cintura fiorentina compreso Firenze, per danni di carattere ambientale e in particolare per aver disatteso la normativa europea che impone un limite di 35 giorni al superamento dei livelli di Pm 10 nell’aria.
“Voglio informare l’Aula che oggi al sottoscritto e all’assessore Artusa è stato notificato un atto di chiusura di indagini preliminari e diritto alla difesa in relazione a un’inchiesta che la Procura della Repubblica di Firenze ha svolto sul superamento, nell’anno 2005, dei limiti per le concentrazioni di polveri sottili nell’aria”, ha affermato Martini.

Che ha precisato: “Oltre al sottoscritto e ad Artusa, il provvedimento è stato notificato ai sindaci e agli assessori all’Ambiente dei Comuni di Firenze, Scandicci, Signa, Sesto Fiorentino, Calenzano e Campi Bisenzio, in tutto quattordici persone, e il reato contestato è per tutti il superamento dei limiti annuali per l’inquinamento ambientale, in particolare delle polveri Pm 10, con in più l’omissione di atti di ufficio per me e l’assessore Artusa”.
Martini, che ha ricordato i dati contestati siano quelli forniti dall’Arpat, ha concluso il suo intervento affermando di avere “piena fiducia nella Magistratura” e di affrontare con serenità questa prova”.

E ha annunciato: “Ci avvarremo della facoltà di presentare, entro venti giorni, la memoria difensiva e di produrre la necessaria documentazione”.
Il presidente del Consiglio regionale, Riccardo Nencini, ha dato la parola ai consiglieri per il dibattito che subito si è sviluppato.
“Ringraziamo Martini per la correttezza con cui è venuto in Aula ad informarci di questa vicenda”, ha detto il capogruppo di Alleanza nazionale, Maurizio Bianconi, che “sul piano umano” ha augurato al presidente della Giunta che “la vicenda si concluda nel migliore dei modi e nel minor tempo possibile”.

Bianconi ha comunque auspicato che “la Magistratura faccia il suo lavoro” ma in conclusione di intervento ha voluto nuovamente sottolineare di “apprezzare la correttezza con cui Martini si è immediatamente mosso”.
Roberta Fantozzi di Rifondazione comunista ha affermato di non volere entrare nel merito della questione e si è limitata a dire che “va valorizzata e apprezzata la lealtà istituzionale di Martini”.
Pieraldo Ciucchi dei Socialisti democratici ha ricordato che “nel governare le Istituzioni può anche capitare di incorrere in indagini di natura giudiziaria ma che, al di là del fatto che la Magistratura deve fare il suo lavoro, lei saprà, presidente Martini, portare le giuste argomentazioni a sua discolpa” e dopo aver auspicato a nome di Toscana democratica che “la vicenda si chiuda in tempi brevi e nel miglior modo” ha concluso augurandosi che “il suo comportamento in Aula consiliare, presidente, possa essere visto dai magistrati come un elemento concreto del suo mancato coinvolgimento”.
Ha concluso il dibattito l’intervento di Fabrizio Mattei dei Democratici di sinistra: “E’ importante che il presidente sia venuto in Aula a comunicare quanto accadutogli.

E’ indice di serietà”. E infine: “Noi aspettiamo con fiducia il lavoro della Magistratura ma abbiamo la consapevolezza del come Martini è abituato a svolgere il suo impegno istituzionale”.

"Si tratta di accuse decisamente immotivate in quanto -spiega il Presidente dell’ANCI Toscana Paolo Fontanelli- il Sindaco di Firenze così come il Presidente della Regione e gli altri Sindaci e Assessori si sono pronunciati a più riprese in modo critico verso la totale assenza di una politica nazionale nell’attuazione delle direttive europee; ma si sono anche impegnati nella realizzazione di iniziative volte a mitigare e ridurre gli effetti negativi del traffico sull’inquinamento dell’aria.

Certamente le misure non sono adeguate al raggiungimento dei parametri europei, ma, ciò è impossibile nell’attuale contesto normativo nazionale e nella disponibilità di risorse messe a disposizione degli Enti Locali, di fatto inesistente. Tra l’altro basta guardare i dati della stragrande maggioranza delle città italiane e europee per vedere che i limiti previsti per le polveri sottili non vengono rispettati. E non per cattiva volontà. Il fenomeno com’è evidente è assai complesso e non si può pensare, come sembrerebbe sostenere il ragionamento fatto dalla Procura di Firenze, che la soluzione sia nel bloccare totalmente il traffico (e con esso tutte le attività economiche, civili e sociali di una città) da un giorno all’altro.

La soluzione può essere costruita solo con programmi e scelte che nel breve periodo riducono i volumi di traffico favorendo l’uso dei mezzi pubblici e nello stesso tempo con un massiccio piano di investimenti che rinnovi il parco dei mezzi riducendo le emissioni e inoltre si devono incentivare le dismissioni dei veicoli inquinanti. Nei tempi lunghi solo la realizzazione di una più forte rete di trasporto urbano a zero o basse emissioni può aiutare le città. Queste richieste i Comuni le hanno fatte più volte ed è paradossale che oggi si scarichi proprio su di loro le inadeguatezze o le sordità dei governi nazionali.

L’ANCI toscana mentre manifesta la propria solidarietà al Sindaco Domenici, al Presidente Martini e a tutti i Sindaci e Assessori “avvisati” ribadisce la piena disponibilità degli Enti Locali a operare per attuare politiche rigorose sull’inquinamento dell’aria purchè vi siano le condizioni normative e finanziarie reali per passare delle “norme enunciative” alle azioni concrete di riorganizzazione e di limitazione del traffico".

"Le poche notizie finora in nostro possesso ci impediscono una valutazione compiuta di quanto avvenuto -spiega il Presidente del Gruppo Regionale di Forza Italia Maurizio Dinelli- Il dato di fatto, a quanto è dato di capire è che la Magistratura avrebbe rilevato una carenza di attenzione, o una pesante sottovalutazione, dei danni alla salute provocati dall’inquinamento atmosferico, tanto da sconfinare in ipotesi previste e punite dal codice penale italiano.

Non è nostro compito fare valutazioni sull’operato dei magistrati, né vogliamo inserirci nella vicenda in modo strumentale. Auguriamo innanzitutto a tutti gli indagati di poter dimostrare in tempi brevi la loro estraneità a comportamenti di valenza penale, e comunque li riterremo personalmente innocenti fino all’ultimo grado di giudizio. Riteniamo di essere garantisti a tutto tondo e non certo a corrente alternata come certi soloni della sinistra massimalista. E’ anche apprezzabile che il presidente Martini, aderendo prontamente alla richiesta informale di tutto il centrodestra, abbia dimostrato la sensibilità di informare immediatamente il Consiglio Regionale di quanto avvenuto ed a sua conoscenza.

Rimane il dato politico, che non può né essere mischiato né tantomeno sottaciuto, di come la situazione relativa all’inquinamento ambientale sia sempre più un’emergenza e come tale debba necessariamente restare ai primissimi posti dell’agenda politica della Regione Toscana. Come sottolineato più volte da Forza Italia, in aula, in commissione ed in pubblici dibattiti, non solo per la Piana fiorentina, ma per tutta la Toscana, la situazione è ad alto rischio, le decisioni sugli interventi strutturali tardano, le misure tampone adottate si dimostrano pannicelli caldi ininfluenti alla bisogna.

E l’inverno sta tornando.
Ci auguriamo che l’inchiesta giudiziaria non rallenti l’adozione di quelle misure da noi più volte suggerite. E’ infatti indubbio che, scindendo doverosamente il giudizio politico da quello della Magistratura, la valutazione dell’operato dell’assessore Artusa sia assolutamente negativo. Forse per sensibilità sarebbe opportuno che non fosse più Artusa, coinvolto nell’inchiesta, a gestire questa delicata situazione".

"L'inchiesta della Procura della Repubblica sui rischi per la salute dei cittadini derivati da politiche inadeguate a contrastare il fenomeno dello smog palesa agli occhi di tutti l'assurdità della costruzione di nuovi inceneritori in Toscana e in particolar modo nell'area fiorentina -commenta la De Zordo di Unaltracittà/Unaltromondo- Se è vero che il problema del traffico e dell'inquinamento in generale non può essere risolto in tempi brevi, è altrettanto vero che gli amministratori della Piana fiorentina, a partire dal sindaco di Firenze Leonardo Domenici, non possono aggravare deliberatamente una situazione già pesante di per sé con l'emissione nell'atmosfera delle polveri ultrasottili derivate dall'incenerimento dei rifiuti.

E' loro dovere invece attuare politiche di riduzione e di riciclo e differenziazione dei rifiuti. Questo chiede la cittadinanza, questa è la strada virtuosa per non ridurre ancor di più la speranza di vita degli abitanti della Piana fiorentina. Unaltracittà/Unaltromondo chiede pertanto lo stop immediato ai processi amministrativi che mirano alla costruzione di inceneritori per lo smaltimento dei rifiuti fiorentini. Gli inceneritori di ultima generazione, la cui costruzione è spasmodicamente desiderata dai nostri amministratori, con le loro alte temperature nei forni contribuiscono grandemente alla immissione nell'ambiente di polveri finissime che costituiscono un rischio sanitario ben più grave delle note polveri PM10 oggetto dell'indagine della Procura.

L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana. Gli inceneritori producono ceneri (sono un terzo del peso dei rifiuti in ingresso e si devono smaltire in discariche speciali) e immettono nell'atmosfera milioni di metri cubi al giorno di fumi inquinanti, contenenti polveri grossolane (PM10) e fini (PM2,5) costituite da nanoparticelle di metalli pesanti, idrocarburi policiclici, policlorobifenili, benzene, diossine, estremamente pericolose perché persistenti e accumulabili negli organismi viventi.

I medici di famiglia, insigni ricercatori, scienziati non a busta paga delle multinazionali del settore denunciano con forza da tempo i rischi connessi alla bruciatura dei rifiuti. Le "nanopolveri", sfuggendo ai filtri dell'inceneritore, non vengono nemmeno rilevate dagli attuali sistemi di monitoraggio delle emissioni degli inceneritori e non sono previste dai limiti di legge cui gli impianti devono sottostare. Inoltre a fronte di emissioni cancerogene identificate da tempo dai ricercatori (diossine, furani, metalli pesanti) gli inceneritori emettono centinaia di sostanze di cui è sconosciuto l'impatto sulla salute umana, così come risultano non ancora indagati gli effetti della combinazione di vari inquinanti".

Legambiente ha organizzato oggi una conferenza stampa in cui far emergere alcune proposte relative alla mobilità e al modo per ridurre l’inquinamento da polveri sottili, spiegando la necessità di un serio potenziamento del trasporto pubblico, da accompagnarsi a parcheggi scambiatori e ad un ticket di ingresso nella città di Firenze.

“L’iniziativa della Procura di Firenze deve diventare un pungolo politico per tutti gli amministratori perché la lotta all’inquinamento diventi una azione prioritaria nelle loro scelte di governo, puntando in particolare a interventi per ridurre il traffico privato e rilanciare il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile”. Così commentano Piero Baronti e Maurizio Da Re, rispettivamente presidente e responsabile trasporti-inquinamento di Legambiente Toscana, gli avvisi di garanzia per lo smog arrivati agli amministratori dell’area fiorentina e alla Regione.

“Chiediamo in primo luogo alla Regione e ai sindaci delle città toscane di attivare a gennaio e non a marzo le nuove misure antismog – affermano Baronti e Da Re – riguardanti i blocchi dei camion pesanti euro zero, i veicoli più inquinanti per il PM10, delle auto diesel euro 1 e dei motorini euro 1 a 2 tempi”.
Legambiente Toscana sottolinea inoltre che tutte le città della Toscana hanno superato nel 2005 il limite dei 35 giorni consentiti per il PM10 dalla Unione Europea: Livorno con 107 giorni fuori limite, seconda, Lucca con 87 e terza Firenze con 78, poi Pistoia (74), Prato (72), Siena (64), Arezzo (41), ultime Pisa e Grosseto, ambedue con 36 superamenti.

“Paradossalmente anche tutti gli amministratori delle città toscane capoluogo dovrebbero ricevere avvisi di garanzia - hanno aggiunto Baronti e Da Re - così come quelli di tantissime città italiane dove l’anno scorso ci sono stati superamenti anche pari o tripli di Firenze, come Torino, Palermo, Milano, Roma, Venezia, Bologna”.
Legambiente ricorda che, secondo la Commissione Nazionale Inquinamento atmosferico del Ministero dell’Ambiente, nelle grandi città il traffico contribuisce per ben il 70% delle emissioni di PM10, mentre la seconda fonte sono il riscaldamento e le industrie.

Anche Arpat attribuisce al traffico il 60% delle emissioni da PM10 e al riscaldamento il rimanente 40%. In ambito dei trasporti urbani Legambiente indica le autovetture come la fonte principale del PM10 con valori pari al 44%, i veicoli merci pesanti e leggeri con il 40%, moto e ciclomotori con il 12%, bus meno del 4%. “Chiediamo un impegno maggiore dei Comuni toscani e della Regione sul traffico – continuano Baronti e Da Re – perché nella lotta allo smog siano coinvolti gli assessori alla mobilità e ai trasporti, perché si realizzi il ticket di ingresso in città, perché si facciano tramvie e busvie, regolamentazione e piani delle merci, piste ciclabili, aree pedonali, perché si installino filtri anti articolato agli autobus e ai camion..

Chiediamo infine l’apertura di u confronto con la Società Autostrade perché lo smog deriva anche dal traffico autostradale - concludono Baronti e Da Re – si facciano accordi per realizzare interventi per ridurre le emissioni dei camion in autostrada, come limiti di velocità più ridotti nei mesi critici e l’ asfaltatura in grado di assorbire le polveri”.
Secondo il rapporto della Commissione Nazionale Inquinamento atmosferico del Ministero dell’ambiente, a Milano, Torino, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Palermo il traffico contribuisce per ben il 70% delle emissioni di PM10, mentre la seconda fonte è il riscaldamento, che varia da un contributo del 26% al nord all’8% al sud.


Arpat attribuisce al traffico il 60% e al riscaldamento 40%.

La quota di PM10 da trasporti in ambito urbano è così composta:
- le autovetture sono la fonte principale con valori pari al 44%,
- veicoli merci pesanti e leggeri con il 40%
- moto e ciclomotori con il 12%,
- bus sono responsabili di meno del 4%.

I vari contributi percentuali delle emissioni di PM10 nel traffico veicolare su strada, per processo emissivo, sono stimate come segue:
74 - 76 % dovuto alla combustione;
5 - 6 % dovuto alla consunzione dei freni;
9 - 10 % dovuto alla consunzione delle gomme;
9 - 10 % dovuto all' abrasione del manto stradale.

AUTOSTRADE
- realizzare interventi atti a ridurre i danni derivanti dall'inquinamento
- è difficile pensare al numero chiuso per i veicoli pesanti o alla chiusura parziale dell'Autosole in caso di inquinamento acuto da PM10, ma sono possibili appositi accordi e protocolli di intesa fra Regione, Comuni, società gestori delle Autostrade, ministeri dell’Ambiente e delle Infrastrutture, per puntare a mitigazioni ambientali, a partecipazioni nei piani di disinquinamento avviati dai Comuni, a interventi per la mobilità sostenibile in ambito urbano”.

Legambiente Toscana ha quindi avanzato delle proposte e iniziative concrete:
- limiti di velocità più ridotti per i veicoli pesanti per la riduzione delle emissioni di PM10 dei diesel;
- interventi di riforestazione in aree vicine ai tratti autostradali e in corrispondenza degli svincoli;
- filtri e ventilazione nelle gallerie, esistenti o in costruzione;
- asfaltatura in grado di assorbire le polveri;
- erogazione del metano e Gpl nelle aree di servizio;
- incremento di autovelox per il controllo della velocità e quindi per la riduzione del consumo di carburante.

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