Eretici e corsari dall’opera di Gaber, con Claudio Gioè e Neri Marcorè

Monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali “non organici”, che non temono di compromettersi e di risultare anche scomodi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 febbraio 2012 17:47
Eretici e corsari dall’opera di Gaber, con Claudio Gioè e Neri Marcorè

Eretici e corsari dall’opera di Giorgio Gaber, Sandro Luporini e Pier Paolo Pasolini regia e drammaturgia Giorgio Gallione con Claudio Gioè e Neri Marcorè musiche dal vivo GNU QUARTET (Francesca Rapetti – flauto Stefano Cabrera‐ violoncello Raffaele Rebaudengo – viola Roberto Izzo – violino) in collaborazione con la Fondazione Giorgio Gaber. Mercoledì 15 febbraio ore 21.00 “Io non sono mai stato un militante, mai tesserato, mai propagandista. Questo essere un po’ dentro un po’ fuori, che mi è stato anche imputato, per me è vitale.

Io credo invece nell’utopia della politica come indagine nella realtà.” Giorgio Gaber A metà degli anni ’70 Pier Paolo Pasolini scrive e pubblica “Scritti corsari”, una raccolta di articoli e riflessioni sulla trasformazione dell’Italia di quegli anni. In una intervista Gaber commenta “sviluppo senza progresso… mi sembra la sintesi più appropriata della nostra epoca”. Pasolini racconta un sistema che sta attuando un’opera di omologazione distruttrice di ogni autenticità, che fonda il proprio potere su una ipnotica promessa di comodità e benessere, ma che in realtà sta trasformando il cittadino in un “uomo che solo consuma”; sottolinea altresì le eccezioni, le resistenze, le sopravvivenze, ma in sostanza tende a radiografare impietosamente il proprio tempo, esasperando talvolta l’analisi per chiedere almeno una reazione, per provocare una sorta di “captatio malevolentiae” da cui far nascere un dibattito non ipocrita.

In quegli stessi anni Gaber e Luporini non solo si muovono su una lunghezza d’onda analoga, mai bonariamente autoassolutoria, ma si nutrono e spesso condividono molte delle intuizioni pasoliniane, che trasformate e personalizzate, entrano in filigrana nei testi del teatro gaberiano. Monologhi e canzoni come “L’appartenenza”, “Gli oggetti”, “Il grido”, “La festa” “Il cancro”, “Qualcuno era comunista” svelano palesemente questa vicinanza, questo modo disincantato e spesso amaro di guardare il mondo, la società e il proprio paese. “Eretici e corsari” è uno spettacolo che si alimenta di questi materiali: monologhi, articoli, canzoni, frammenti di interviste di due artisti e intellettuali “non organici”, che non temono di compromettersi e di risultare anche scomodi, poeti d’opposizione, diversi nella libertà, che con lucida preveggenza ci svelano che “il futuro è già finito” e che sarebbe ora di tornare a privilegiare il “crescere” rispetto al “consumare”.

“Io non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla e dal non averla voluta; dall’essermi messo in condizione di non avere niente da perdere e quindi di non essere fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore , che io considero del resto degno di ogni più scandalosa ricerca.” Pier Paolo Pasolini da Scritti Corsari (6/10/74) I settore € 26,00 II settore € 23,00 III settore € 18,00 (diritti di prevendita esclusi) INFORMAZIONI: 055.362067 Obihall – via Fabrizio De André angolo lungarno Aldo Moro 3, Firenze

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