Ex panificio militare: perché la mozione sulla caserma Guidobono è stata ritirata?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 maggio 2006 12:53
Ex panificio militare: perché la mozione sulla caserma Guidobono è stata ritirata?

«Perché la mozione sul panificio militare è stata ritirata?». E' quanto si domandano i consiglieri Stefano Alessandri, Giovanni Donzelli (AN) e Marco Stella (FI). «Il documento - hanno spiegato i tre esponenti del centrodestra - voluto da alcuni residenti che aderiscono ad un comitato nato per impedire una nuova scellerata cementificazione, era all'ordine del giorno ieri in commissione. Il ricatto politico dei gruppi dei Ds e della margherita, ha provocato il ritiro della mozione da parte dei gruppi Unaltracittà/Unaltromondo, Rifondazione, Comunisti Italiani e Verdi.

In questa guerra interna alla sinistra, gli unici che ci rimettono sono i residenti che non vedranno portate avanti le proprie istanze in consiglio comunale». «Gli esponenti della maggioranza - hanno aggiunto Alessandri, Donzelli e Stella - si vogliono nascondere, non trovando un accordo politico condiviso sulla realizzazione di nuove residenze nell'area dell'ex panificio, e quindi non portando la mozione in votazione. Ancora una volta le promesse fatte durante le assemblee pubbliche da parte dei consiglieri di maggioranza, che si erano dichiarati contrari al progetto, erano soltanto promesse da assemblea: una volta trovati di fronte agli indirizzi dei partiti si sono allineati.

Troviamo sconcertante l'atteggiamento dei partiti che hanno due facce, una d'opposizione nelle assemblee pubbliche dove si dice che si è contrai alla cementificazione, l'altra di governo dove si tratta con il privato che costruisce. Ognuno deve avere il coraggio delle proprie azioni». «Consideriamo di nessuna utilità per il quartiere il progetto presentato dallo studio Archea - hanno concluso i tre consiglieri della Casa delle Libertà - un progetto che non fa altro che andare ad appesantire una zona dove negli ultimi anni si è già costruito a sufficienza.

Per questo continueremo il nostro impegno a difesa degli interessi generali e dei residenti, presentando una mozione per fermare un progetto che peggiorerebbe tantissimo la qualità della vita nel quartiere».
«La terza commissione predisporrà un atto di indirizzo, nella forma di una mozione, per favorire, nell'ambito del piano strutturale, la riorganizzazione dei volumi e delle superfici esistenti nelle aree che hanno ospitato funzioni, per lo più produttive, ormai dismesse». Lo ha annunciato ieri mattina Antongiulio Barbaro, presidente della commissione urbanistica, dopo l'esame della mozione sulla destinazione dell'area Guidobono, dove c'era l'ex panificio militare.

«Abbiamo svolto un'ampia discussione - ha spiegato Barbaro - alla presenza della gran parte dei membri della nostra commissione e di alcuni rappresentanti del comitato che si è mobilitato fin dal 2005 per ripensare le funzioni dell'area dell'ex-panificio militare in via Mariti, a partire dalla mozione sottoscritta da alcuni consiglieri di maggioranza e di opposizione. Al termine, anche tenuto conto del fatto che vi sono altre aree ed edifici dismessi di cui occorre valutare la riprogrammazione urbanistica e che è in corso da parte degli uffici comunali la valutazione delle osservazioni e dei documenti presentati da cittadini e associazioni sul piano strutturale, si è convenuto che è interesse della commissione redigere un atto di indirizzo più generale che consenta di giungere ad una sintesi politica più avanzata e ad indicazioni per l'amministrazione che abbiano reale efficacia.

L'obiettivo è che tali su tali aree sia possibile cogliere le potenzialità utili ad innalzare la qualità della vita nel territorio circostante, specie nelle zone più congestionate e con maggiore carico urbanistico». «Mi sono personalmente impegnato - ha concluso il presidente Barbaro - a predisporre una bozza da riportare a breve in commissione per una valutazione da parte dei gruppi consiliari. I proponenti della mozione hanno convenuto di sospendere l'esame della stessa in attesa di discutere il nuovo atto di indirizzo».

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