Jacopo da Empoli, pittore di eleganza e devozione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 febbraio 2004 15:50
Jacopo da Empoli, pittore di eleganza e devozione

La città di Empoli rende omaggio a Jacopo di Chimenti da Empoli, uno dei protagonisti della pittura fiorentina a cavallo tra Cinquecento e Seicento, testimone del superamento del manierismo, artista che deve il proprio nome al luogo d'origine della famiglia.
Dal 21 marzo al 20 giugno, è infatti in programma, nella Chiesa di Santo Stefano e nelle sale dell'attiguo Convento degli Agostiniani, la mostra Jacopo da Empoli (1551-1640). Pittore d’eleganza e devozione.
Per questa occasione, la città toscana dedica al suo grande concittadino un'ampia antologica e un contributo di studi critici aggiornati.

L'esposizione, curata da Rosanna Caterina Proto Pisani, Antonio Natali, Carlo Sisi ed Elena Testaferrata, sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, e il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri e della Provincia di Firenze, è promossa dal Comune di Empoli, dalla Regione Toscana, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Soprintendenza per il Polo Museale Fiorentino, dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico e Demoetnoantropologico di Firenze, Pistoia e Prato e dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, e propone oltre cento opere del maestro fiorentino e dei suoi contemporanei, con capolavori provenienti da importanti istituzioni pubbliche italiane ed estere, nonché da collezioni private.

Viene illustrata così la lunga attività dell’Empoli, sviluppatasi interamente nell'alveo della pittura fiorentina e, in particolar modo, ispirata agli insegnamenti del pittore e architetto toscano Santi di Tito, sostenitore di una riforma antimanierista, sulle direttive del Concilio di Trento. Legato a grandi maestri come Andrea del Sarto e al conterraneo Pontormo – celebrato proprio a Empoli, nel 1994, in occasione del V centenario della sua nascita - l'Empoli seppe rinnovare il proprio linguaggio, accogliendo le suggestioni e le novità pittoriche del XVII secolo.
Jacopo da Empoli fu anche un ottimo disegnatore, la cui sicurezza e felicità di segno hanno pochi confronti nel pur ricco panorama del tempo; tali abilità sono testimoniate da una serie di studi preparatori di rara bellezza, presentati a fianco delle tele di cui rappresentano la genesi creativa.
Muovendo dal celebre Autoritratto degli Uffizi, il percorso della mostra si divide in cinque sezioni tematiche.

La prima - Il legame con la tradizione fiorentina del primo Cinquecento, la formazione, gli esordi – ripercorre la formazione artistica di Jacopo, analizzando lo stretto legame con la tradizione pittorica fiorentina, attraverso le copie di creazioni dei grandi maestri del primo Cinquecento, particolarmente Andrea del Sarto e Pontormo, dei quali verranno esposti alcuni capolavori come la Sacra famiglia con Sant'Elisabetta e San Giovannino, proveniente dal Louvre di Parigi, o la Madonna con Bambino, della Collezione Capponi di Firenze.

Nella seconda sezione - Pittore della Controriforma - sono esposte le grandi pale d’altare, grazie alle quali il pittore è soprattutto famoso, dipinte nei decenni a cavallo tra i due secoli per le chiese di Firenze e della Toscana. Dall’Immacolata Concezione di San Remigio alla Predica del Battista di San Niccolò Oltrarno, dal Miracolo di San Carlo Borromeo per Pistoia al Sant’Eligio degli Uffizi, fino al Sant’Ivo della Galleria Palatina e alla Madonna e Santi della Santissima Annunziata, l’Empoli mostra un accostamento sentito alla riforma di Santi di Tito, ma dà anche segno, trascorso il primo decennio del Seicento, di aver osservato attentamente lo stile fiorito e ricco di risorse pittoriche che gli allievi del Cigoli e di Gregorio Pagani, da Cristofano Allori al Bilivert a Matteo Rosselli, andavano codificando nella pittura fiorentina.
La sezione documenta anche due delle opere di Jacopo eseguite per il territorio empolese.

Vi è infatti esposta la grande tavola di derivazione vasariana, raffigurante l’Allegoria dell’Immacolata Concezione, dipinta nel 1596 per l’oratorio annesso alla chiesa di Santa Maria a Ripa, e sottoposta a un accurato intervento di restauro in occasione della mostra. La presentazione di Gesù al tempio, eseguita nel 1604 per l’altare della cappella Zeffi proprio nella chiesa di Santo Stefano e andata distrutta durante l’ultima guerra, è invece documentata dalla replica autografa, datata 1606, di collezione privata fiorentina.
Nella sezione vengono altresì sottolineate la sobrietà e l’eleganza delle vesti e degli arredi nella pittura di Jacopo attraverso il confronto diretto con opere coeve di arte applicata: vasi, calici, pianete.
La terza sezione - L’interpretazione dei maestri nella pittura sacra dell’Ottocento - indaga l’ascendente esercitato dalla figurazione dell’Empoli, vibrante e a un tempo gentile, sulla pittura devozionale toscana del XIX secolo: Bezzuoli, Sabatelli, Cianfanelli e altri.
Oltre ai lavori di soggetto religioso, il pittore ottenne anche incarichi per opere di contenuto profano, presentate nella quarta sezione - Le Scritture, il mito, la corte – in cui si possono ammirare gli apparati celebrativi eseguiti per lo più in occasione di feste e ricorrenze della famiglia Medici, ma anche soggetti biblici e mitologici, fra i quali l’elegante Susanna al bagno, del Kunsthistorisches Museum di Vienna e il tardo Giudizio di Mida, del Museo Civico di Pistoia.
La quinta sezione - I ritratti e le nature morte - analizza l’attività dell’Empoli ritrattista, presentando il Ritratto di giovane vedova, dell’Art Institute di Chicago, vero capolavoro di Jacopo in questo genere, nonché quella di pittore di ‘nature morte’.

Fu questa l’attività alla quale guardò soprattutto l’allievo Virginio Zaballi, che più degli altri fu vicino al maestro negli anni tardi, lasciando anche di lui alcuni gustosi appunti biografici.
Il percorso prevede anche un excursus nella Collegiata di Sant'Andrea, in cui un recente restauro ha confermato l'attribuzione all'Empoli dell'affresco raffigurante San Giuseppe su uno dei pilastri d'ingresso alla Cappella della Concezione, e all'adiacente Museo della Collegiata, dov'è esposto il dipinto con l'Incredulità di San Tommaso, firmato e datato "Iacopo Empoli 1602".

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