La Toscana ospita il Dimaf: tecniche a servizio del bosco
La Mostra mercato di Sestino: una vetrina nazionale per la chianina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 settembre 2002 15:35
La Toscana ospita il Dimaf: tecniche a servizio del bosco<BR>La Mostra mercato di Sestino: una vetrina nazionale per la chianina

FIRENZE- Torna in Toscana, dopo otto anni di assenza, il Dimaf (sigla che sta per Dimostrazione internazionale di macchine e attrezzature forestali), manifestazione che, con la sua cadenza biennale, rappresenta un appuntamento obbligato per quanti sono interessati alle novità in fatto di tecnologie, attrezzature e pratiche in selvicoltura. Dal 27 al 29 settembre prossimi il Dimaf sarà infatti ospitato sul Monte Amiata, più precisamente in località Vallegrande, comune di Arcidosso, nei territori gestiti dal Consorzio Forestale del Monte Amiata.

Di edizione in edizione, il Dimaf ha acquistato il rilievo di un evento di interesse internazionale, che richiama gli operatori del settore forestale produttivo con l'esposizione, la dimostrazione e l'utilizzo delle macchine, ma che è in grado di coinvolgere anche amministratori ed esperti. Quest'ultimi saranno chiamati a confrontarsi in occasione del convegno internazionale "Interazione tra selvicoltura e meccanizzazione nei Paesi del Mediterraneo" che, in occasione del Dimaf, si terrà il 26 e il 27 a Santa Fiora.

Alla prima giornata dei lavori parteciperà anche l'assessore regionale all'agricoltura Tito Barbini. Il Dimaf - che da quest'anno avrà una cadenza annuale e si chiamerà Eima-Dimaf - beneficia anche del finanziamento della Regione Toscana, nell'ambito del suo impegno complessivo per la tutela e la valorizzazione del patrimonio forestale. La manifestazione consentirà di fare il punto su macchine e attrezzature che potranno agevolare e migliorare la qualità del lavoro umano con un ridotto impatto ambientale, offrendo anche un contributo alla diffusione di tecniche quali quelle di produzione di energia dalle biomasse e il recupero del materiali di scarto delle operazioni di selvicoltura.

Una tradizionale mostra mercato che rappresenta una vetrina nazionale per gli allevamenti di razza chianina, ma che quest'anno ha anche il significato di un importante chek-up della zootecnia di qualità dopo la crisi della Bse.

Così si propone la Mostra nazionale degli allevamenti bovini di razza chianina ospitata come tutti gli anni a Ponte Presale (Sestino di Arezzo), presentata questa mattina a Palazzo Bastogi in una conferenza stampa a cui ha partecipato l'assessore regionale all'agricoltura Tito Barbini, assieme ai rappresentanti delle amministrazioni locali e dell'associazione allevatori di Arezzo. "Una manifestazione che ha sicuramente una valenza nazionale anche per il messaggio che aiuta a trasmettere a tutti quanti sono interessanti ad uno sviluppo rurale incardinato sulla sostenibilità e sulla qualità - ha spiegato Barbini - E' bene ricordare che questa manifestazione riguarda in particolare gli animali da pascolo, e quindi quegli allevamenti estensivi che appartengono alla tradizione della Toscana, con le sue produzioni di pregio ma anche con il suo rispetto degli equilibri ambientali.

Non è un caso che la mostra mercato renda protagonista una realtà come quella di Sestino, che non solo è di assoluta importanza per gli allevamenti di chianina, ma ha dimostrato di saper inserire questa attività nel contesto di uno sviluppo complessivo dell'intero territorio".
Quella che si svolgerà tra il 27 e il 29 settembre sarà un'edizione caratterizzata da un programma particolarmente ricco, che vedrà accanto ai tradizionali appuntamenti - il mercato dei tortelli, la fiera del ranco - molte altre iniziative.

Il programma comprende anche la prima Mostra mercato del tartufo bianco della Valtiberina. Da segnalare alcuni importanti momenti di confronto e di riflessione, come quelli legati all'Anno internazionale della montagna, con un seminario dedicato al progetto Appennino Parco d'Europa e allo sviluppo sostenibile della montagna e una tavola rotonda legata alle prospettive della zootecnia italiana alla luce della revisione della Politica agricola comune. Né mancheranno momenti di rilievo culturale, come la presentazione di un volume sulla montagna toscana così come emerge nei diari di Pietro Leopoldo.


I dati sulla chianina
Così come l'anno scorso, si confermano positivi i trend relativi sia alla consistenza degli allevamenti che ai prezzi della chianina. E questo in un periodo che per i consumi di carne continua inevitabilmente ad essere segnato dalla situazione provocata dalla crisi Bse e dal divieto comunitario di bistecca sull'osso. "Quello che è successo per la chianina dimostra ancora una volta che la qualità paga, e paga anche in un momento di crisi, quando i consumatori sono particolarmente vigili - ricorda Barbini - In qualche modo è successo quello che anni fa abbiamo visto succedere per il vino, quando alla crisi del metanolo seguì il boom dei grandi vini di qualità.

Per la chianina è particolarmente significativo che in questo periodo non si sia affatto registrato una caduta della domanda, e che anzi, quest'ultima sia addirittura aumentata, proprio perché i consumatori hanno colto tutte le garanzie che questa carne offre in termini di qualità, salubrità, tracciabilità".
Nel 2001, ricordiamo, in Italia risultavano iscritti al Libro genealogico dei bovini di razza chianina più di 30.400 capi, di cui 17.800 nella sola Toscana (58 per cento di tutti gli iscritti) e 803 allevamenti, di cui 428 nella nostra regione (53 per cento del totale).

La Toscana si inserisce quindi al primo posto in Italia sia per il numero di capi che di allevamenti iscritti. Tra il 2000 ed il 2001 il numero di allevamenti e di vacche iscritte è complessivamente aumentato in Toscana. Il numero delle vacche iscritte è passato dalle 7.344 del 2000 alle 7.981 nel 2001, con un incremento dell'8,7 per cento, mentre gli allevamenti sono passati da 379 a 428 (+12,9 per cento).
Dal confronto delle consistenze tra le razze da carne iscritte ai libri generalogici al 2001, la Chianina risulta essere quella più importante sul territorio toscano, soprattutto per le province di Arezzo e Siena con, rispettivamente, 159 e 97 allevamenti e 6.061 e 5.987 capi.
Relativamente all’adesione degli allevatori regionali all’IGP Vitellone Bianco dell’Appennino Centrale, si nota un incremento nei primi mesi del 2002, con un aumento del 14 per cento fra il 31 dicembre 2001 (307 allevamenti iscritti) e il 21 maggio 2002 (350 allevamenti).

Contemporaneamente si è assistito anche ad un sensibile aumento dei prezzi delle carcasse delle razze dell’IGP, con l’IGP della Chianina che mostra la maggior variazione sia assoluta (+2,53 euro nel 2002 rispetto al 1994) che percentuale (+ 80 per cento nello stesso periodo), dimostrando il migliore andamento sul mercato della carne bovina. Fra il 2001 e il 2002 l’incremento del prezzo è stato di circa il 2 per cento.

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