Il quinto streaming di Musica Divina segna il graditissimo ritorno sul podio di Markus Stenz, direttore tedesco dalla grande esperienza maturata in una lunga carriera internazionale, che lo ha visto anche in Toscana direttore artistico del Cantiere di Montepulciano. Particolarmente amato e gradito dai musicisti dell’ORT, per lui un programma squisitamente classico con cui si viaggia in Germania e Austria.
Sulla situazione attuale il maestro dice che “il nostro tempo è il tempo del jazz, dove bisogna saper improvvisare. Noi musicisti dobbiamo tenere viva la fiamma per la musica, per questo bisogna sempre essere presenti anche online, fare concerti, perché sia chiaro che la musica ha una forza inimmaginabile. Dobbiamo sentire la gioia di improvvisare per tornare a una vita in cui ci è più chiaro quanto la nostra tradizione artistica sia un tesoro da preservare”.
Il maestro Markus Stenz si confronta con tre capolavori assoluti che – per lui – definiscono un programma perfetto proprio nella loro diversità: Mendelssohn, pura eleganza con il suo flusso della musica, Mozart perfetta armonia che pone al centro l'anima, e infine Haydn con la sua creatività che è una continua sorpresa.
Allievo negli Stati Uniti di Leonard Bernstein e Seiji Ozawa e braccio destro di Hans Werner Henze per tante sue prime esecuzioni, Stenz ha ricoperto incarichi di alto livello in tutto il mondo, tra cui direttore principale della Netherlands Radio Philarmonic, London Sinfonietta e Orchestra Gürzenich.
Lo streaming si apre con l’ouverture Le Ebridi di Mendelssohn. Nel 1829, il compositore, allora ventenne, abbandonava Berlino per affrontare un lungo viaggio europeo che completasse la sua formazione musicale e consolidasse la sua notorietà al di fuori della sua città di residenza. La prima tappa fu la Gran Bretagna: dopo la conquista di Londra, Mendelssohn si concesse un periodo di vacanza in Scozia. Raggiunse le isole Ebridi, in una della quali, Staffa, ebbe modo di visitare la celebre grotta di Fingal, splendido paesaggio favolistico per i colori, i riflessi, gli echi irreali. Le impressioni che il luogo gli suscitò, si tramutarono in uno schizzo di venti battute; da quell’abbozzo sarebbe nata l’ouverture nota sotto il doppio nome di Le Ebridi o La grotta di Fingal.
Subito dopo ascoltiamo la Sinfonia K.201 di Mozart, una delle sue più famose opere giovanili, terminata il 6 aprile 1774. Questa sinfonia, caratterizzata da temi raffinati ed espressivi, rappresenta un felice momento creativo dell’appena diciottenne salisburghese nonché un’autentica svolta all’interno della sua produzione. Qui abbandona la struttura tripartita dello stile italiano che da piccolo, con Christian Bach, costituiva il suo punto di riferimento, per avvicinarsi ai modelli di Haydn.
L’ascolto si conclude con un’altra sinfonia di un maturo Franz Joseph Haydn. Si tratta della Sinfonia n.94, una delle “londinesi”, ovvero le dodici sinfonie composte fra il ’91 e il ’95 in occasione delle due tournée che compie in Inghilterra. Più tardi nell’Ottocento alcuni editori arbitrariamente e a scopo speculativo daranno un titolo a molte sue composizioni, evidenziandone un elemento caratteristico. Così la No.94 diventerà Il “Colpo di timpano” oppure “La sorpresa” con chiaro riferimento ai bruschi contrasti dinamici sottolineati dal timpano che caratterizzano il secondo tempo.