In Palazzo Vecchio Confindustria sulle città metropolitane, interviene Renzi

Il sindaco Renzi: “Questo è l'anno in cui o si risolvono i problemi o non ha più senso parlarne”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 febbraio 2014 14:55
In Palazzo Vecchio Confindustria sulle città metropolitane, interviene Renzi

“L’Italia ha finito il tempo a disposizione e non basta accarezzare i problemi come è stato fatto fino ad ora: questo è l’anno in cui o i problemi si risolvono o non ha più senso parlare ai cittadini italiani di città metropolitane e altre riforme”. Lo ha detto il sindaco Matteo Renzi nel suo intervento nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio al convegno di Confindustria “Le città metropolitane: una riforma per il rilancio del Paese”, al quale hanno partecipato tra gli altri il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, il presidente e il vicepresidente di Confindustria Firenze Simone Bettini e Mario Curia, il professor Benjamin Barber della The City University of New York che ha tenuto una lectio magistralis sul tema “L’importanza delle città globali e delle grandi aree urbane nello scenario internazionale” e il presidente della Fondazione Astrid Franco Bassanini.

Tra i presenti nel Salone anche i sindaci di Torino e Bologna Piero Fassino e Virginio Merola. “Porto il saluto di una città che è davvero una comunità umana molto particolare, che sceglie di fare nel Salone dei Cinquecento il luogo dell’incontro del popolo - ha esordito il sindaco -. Savonarola decide che si costruisca qui un luogo nel quale le persone possono avere la propria casa. Prima il luogo in cui tutti i fiorentini si trovavano era il Duomo, uno dei luoghi più affascinanti che Firenze esprime, ma viene scartato come casa di tutti in nome di un principio di laicità che Firenze esprime per prima”.

“Nel Salone dei Cinquecento La Pira ospitava i sindaci delle città capitali nel momento della Guerra fredda - ha spiegato -: è celebre l’immagine del sindaco di Mosca che durante il periodo della Cortina di ferro viene a Firenze e fa il bacia anello al cardinale Dalla Costa”. Rivolgendosi agli organizzatori del convegno, il sindaco Renzi ha sottolineato come “il vostro convegno ci aiuta a riflettere su come dalle città possa nascere un’occasione di speranza e di rilancio del sistema Paese”.

“Le città metropolitane possono essere una riforma per il rilancio del Paese - ha continuato Renzi - ma sono da trent’anni una barzelletta nella discussione politica e istituzionale: sono almeno 30 anni che se ne parla, sono 20 anni che sono state disciplinate, sono state costituzionalizzate col Titolo V, ma sono rimaste un oggetto misterioso”. “Anzi - ha aggiunto - le riforme istituzionali e costituzionali hanno di fatto mortificato il ruolo delle città. Una stagione dei sindaci come quella che si è aperta nei primi anni ‘90 si è potuta realizzare per il protagonismo dei sindaci, ma non ha visto un passaggio di poteri alle città.

Anzi si è scelto di valorizzare un neo-centralismo regionale che ha in molti casi procurato punti di difficoltà e di danno”. “Oggi siamo in una fase in cui la situazione contingente del Parlamento e del dibattito politico - ha concluso il sindaco Renzi - permette una straordinaria occasione: realizzare delle forme chiare e concrete” “Le nostre preoccupazioni sono state pienamente confermate dal Presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, che oggi a Firenze ha parlato di imprese preoccupate e disorientate da una riforma che costerà in termini di spesa e che non porterà alcuna semplificazione e miglioramento della pubblica Amministrazione.

Il Governo e il Senato, che in questi giorni è impegnato nell’esame del Disegno di Legge Delrio, ascoltino questo allarme e modifichino il testo, riducendo il numero delle Città metropolitane e garantendo a queste istituzioni e alle Province funzioni certe e autorevolezza. Continuare a non volere accettare le critiche costruttive che sono state rivolte a questo testo, dipingendole come risposte corporative, non aiuterà il Paese e ci porterà a fare un salto nel buio”. E’ il commento del Presidente dell’Upi Antonio Saitta alle forti critiche espresse oggi dal Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi in merito al Disegno di Legge sulle Province e le Città metropolitane. “Se vogliamo sostenere l’economia e lo sviluppo del Paese – aggiunge Saitta – dobbiamo mettere fine a quel calvario cui costringiamo imprese e cittadini ogni volta che hanno bisogno di un servizio dalla Pubblica amministrazione, con competenze e responsabilità suddivisi tra mille uffici che si sovrappongono e creano solo inutile burocrazia.

Bisogna rivedere il quadro delle funzioni, definire con chiarezza i compiti di ognuno, a partire dallo Stato, passando per Regioni, Province e Comuni. Bisogna ripensare tutto l’assetto dei governi, accorpando le Regioni, riducendo il numero delle Province, intervenendo sui Comuni polvere. E portare a termine una seria riorganizzazione dello Stato a livello centrale e periferico, tagliando gli uffici del Governo sui territori e togliendo poltrone inutili nei tanti consigli di amministrazione ai burocrati di Stato.

Il Disegno di Legge del Governo, come nota Squinzi, aggiunge solo nuova confusione, spezzetta funzioni fondamentali e li assegna volta per volta a Comuni, che non sono in grado di svolgerle, e a Regioni, che non dovrebbero occuparsene e che farebbero lievitarne i costi. Il Senato – conclude Saitta - ha l’opportunità di porre rimedio a questo pasticcio, che tra l’altro deve essere ben chiaro alla Commissione Affari Costituzionali, visti i quasi 3.000 emendamenti presentati da tutte le forze politiche”. "E' emerso, come sempre - rileva Massimo Lensi, Presidente della Commissione speciale Città metropolitana della Provincia di Firenze - il fondamentale ruolo strategico che potrebbe avere questo nuovo Ente": per lo sviluppo dell'economia del nostro Paese, ma anche come formidabile occasione per la coesione territoriale. Non si può non essere che "d'accordo con questa visione strategica, ma allora diamo vita veramente alla Città metropolitana non come ente di secondo livello, ma come ente eletto direttamente dai cittadini".

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