La 41a edizione del Premio Satira Politica 2013

Roberto Andò vince con Viva la libertà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 settembre 2013 13:58
La 41a edizione del Premio Satira Politica 2013

Sabato 14 settembre alle ore 18 appuntamento con il gran finale del Premio Satira Politica alla Capannina di Forte dei Marmi. Saranno assegnati i premi delle sezioni libri, giornalismo, disegno satirico, cinema, teatro, web, premi speciali. Tra i premiati Giorgio Faletti per “Comici al potere”, Doaa El Adl migliore disegnatrice straniera, PIF (“Il testimone” di MTV) per la Tv, il film “Viva la libertà” di Roberto Andò per la sezione cinema ed il gruppo “Il Terzo Segreto di Satira” per la sezione web.

I riconoscimenti sono decisi da una Giuria composta da Roberto Bernabò, Filippo Ceccarelli, Pasquale Chessa, Pino Corrias, Beppe Cottafavi, Massimo Gramellini, Bruno Manfellotto, Giovanni Nardi. Conduce la serata Serena Dandini. Ingresso libero. Un film che pareva visionario prima delle elezioni, si è rivelato profetico. Tratto dal romanzo Il trono vuoto (Bompiani,2012) con cui Roberto Andò ha vinto il Premio Campiello Opera prima, il film si interroga sulla figura del leader: chi è, cosa dice, come si chiama? Enrico o Ernani? Difficile rispondere, soprattutto se hanno la stessa faccia.

A parlarne saranno Giorgio Van Straten e Giovanni Gozzini in uno dei loro consueti Bene bene/Male male, al Caffè letterario il 22 marzo. Viva la libertà interpretato da Toni Servillo e da Valerio Mastandrea si è aggiudicato 2 David di Donatello, per la miglior sceneggiatura e per il migliore attore non protagonista (Mastandrea). E' un film a dir poco perfetto per il momento storico, ma, a differenza del momento storico, anche molto divertente. Sarà nelle sale il 14 febbraio.

Prodotto da Bibi Film e Rai Cinema, Viva la libertà racconta del segretario del principale partito d’opposizione, Enrico Oliveri, in crisi perché i sondaggi per l’imminente competizione elettorale lo danno perdente. Una notte, dopo l’ennesima contestazione, Oliveri si dilegua, lasciando un laconico biglietto. Negli ambienti istituzionali e del partito, fioccano le illazioni, mentre la sua eminenza grigia, Andrea Bottini e la moglie, Anna, continuano ad arrovellarsi sul perché della fuga e sulla possibile identità di un eventuale complice.

È Anna a evocare il fratello gemello del segretario, Giovanni Ernani, un filosofo geniale, segnato dalla depressione bipolare. Andrea decide di incontrarlo e ne resta talmente affascinato da iniziare a vagheggiare un progetto che ha la trama di un pericoloso azzardo. Così, d’improvviso, un bel giorno, il segretario riappare sulla scena: inizia a parlare una lingua diversa, poetica e lucida, che colpisce, sorprende. Le quotazioni del partito riprendono a salire, mentre l’opinione pubblica e le piazze tornano a infiammarsi d’entusiasmo.

Nel rapido succedersi di eventi che caratterizza la campagna elettorale, il segretario diventa oggetto di un’ammirazione senza precedenti. Viva la libertà è un ironico affresco del nostro paese fermo sul ciglio del baratro, sulla rifondazione della leadership in un paese malato. E’ anche l’occasione per vedere un Servillo al massimo grado, interprete dell’uno e dell’altro fratello, depresso e insicuro il primo, geniale e consapevole l’altro. E accanto a lui un Mastandrea in stato di grazia, che piega il cinismo iniziale verso uno stupore quasi incandescente.

Ernani e Bottini non si dimenticano.

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