Tav: a Firenze la Talpa pronta a maggio, 354 gli edifici monitorati

Nel capoluogo toscano sono diverse le aree di cantiere. La Stazione Foster è al 70% del completamento dei diaframmi. A Campo di Marte manca solo l'assemblaggio della grande fresa, Monna Lisa il nome della talpa che scaverà per 5 km del tratto fiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 marzo 2012 13:41
Tav: a Firenze la Talpa pronta a maggio, 354 gli edifici monitorati

Circa 5 km di galleria che attraverseranno il nodo TAV fiorentino, 9,8 metri il diametro del primo dei due tunnel, che vedrà una profondità minima di 15 metri e massima di 25. Quasi tutto pronto a Campo di Marte presso lo svincolo ferroviario di Ponte al Pino dove la fresa di circa 100 metri è quasi assemblata e sarà pronta a maggio per trasportare i 40 addetti che si occuperanno di seguire le operazioni di scavo per i 3 anni di lavori previsti.

Si partirà con la fresa sulla galleria lato piazza Libertà per poi smantellarla all'arrivo e riportarla al punto di partenza tra circa 18 mesi. Da qui riprenderà il percorso per la galleria versante Cure. Questi i dati emersi durante l'odierno sopralluogo effettuato dalle Commissioni Ambiente ed Urbanistica del Comune di Firenze. "Uno scavo che avverrà in maniera molto diversa rispetto a quanto accaduto altrove - spiegano subito i tecnici - specie rispetto a via Carracci a Bologna dove il sistema di escavazione tradizionale e la predisposizione dei tiranti hanno creato diverse problematiche".

Perché? Perché i tiranti sono arrivati fin sotto le abitazioni aggrappandosi alle fondamenta degli stessi, cosa che a Firenze non dovrebbe accadere visto che "l'area in oggetto è di Ferrovie e non vi sono edifici prospicenti il cantiere nel tratto interessato dal tiraggio" e in secondo luogo "la fresa consente una operazione di scavo totalmente meccanico che compatta immediatamente la zona interessata e predispone la copertura del tunnel graduale in modo da non far mai cedere il terreno soprastante"

Approfondimenti

Saranno monitorati con il radar e con il satellite, tre punti nevralgici e monumentali quali l'Arco e la Porta di piazza della Libertà e soprattutto la Fortezza da Basso dove occorreranno anche tre mesi di lavoro per effettuare una "stabilizzazione e rinforzo del terreno".

Oltre al controllo esterno vi è anche un "controllo interno da parte della fresa che 'guarda' 50 metri avanti a se' ed intercetta eventuali movimenti del terreno". Per quanto concerne gli edifici residenziali sono stati effettuati circa 3000 testimoniali di stato sui 354 edifici monitorati. Il costo di ogni testimoniale è stato di 258 euro. Tutto bene dunque, se non fosse che la prima costruzione presente sul tragitto, ovvero l'edificio di FS che affaccia sul pino dell'omonima piazza è stata "cautelativamente sgomberata". Si tratta di uno stabile ad uso di Ferrovie in cui trovavano alloggio dei dipendenti FS che sono stati dislocati altrove in edifici "scelti da loro a spese di FS" dove rimarranno per un periodo di 24 mesi. Punto caldo.

Le terre di scavo. Gli ingegneri di Ferrovie spiegano che la caratterizzazione delle terre di scavo estratte dal cantiere avviene presso il sito di destinazione, ovvero la cava di Santa Barbara a Cavriglia. In caso di rifiuti la destinazione sarebbe diversa però. "Noi portiamo via tutto ciò che troviamo" è la risposta dell'ingegner Bocchimuzzo di RFI, che poi sottolinea "la diversificazione avviene per via normativa e non meramente chimica, da parte di Arpat ad esempio, la cui relazione teniamo in forte considerazione.

Infatti stiamo aspettando le varie conferme dagli organi regionali competenti, poiché il Ministero già si è espresso in merito". Ma cosa cambia nello specifico? "I costi non varierebbero molto" spiega l'ingegnere di Rfi, però si tratta di "trovare dei siti il più vicino possibile che possano contenere il materiale in oggetto". I consiglieri comunali De Zordo e Grassi sollevano forti perplessità dopo il sopralluogo ed intervengono direttamente sulle notizie fornite dai tecnici: "Il materiale che sarà scavato dalla talpa è classificato come rifiuto speciale: lo affermano ARPAT, Regione Toscana, ISPRA, Ministero dell'Ambiente.

Quindi va portato in apposita discarica. La questione è di fondamentale importanza: in quanto rifiuto speciale, lo smarino prodotto dalla fresa non potrà essere portato nella cava di Santa Barbara, nel Comune di Cavriglia nel Valdarno, così come previsto, ma dovrà essere opportunamente trattato a norma di legge. Il materiale non potrà viaggiare su ferro, come da prescrizioni, ma dovrà essere trasportato su gomma; come la mettiamo con le prescrizione della Valutazione di impatto ambientale che vengono così disattese?" "A domanda precisa se sia stata individuata la discarica, o meglio le discariche, autorizzate per gli oltre 2 milioni di metri cubi di questi rifiuti speciali ci è stato risposto di no - prosegue de Zordo - quanto al costo dell’operazione, secondo l'ingegnere non ci saranno variazioni di costo: peccato che i prezzari ufficiali di aziende del settore stimino un aumento di 40 euro in più a tonnellata per il conferimento in discarica (ogni m3 di terreno pesa circa 2 tonnellate).

Vogliamo fare due conti?" "L’unica certezza è che non si potrà scavare neanche un centimetro del tunnel senza avere le autorizzazioni per portare i materiali in discarica, pena una immediata denuncia per traffico di rifiuti. La data di inizio lavori, ipotizzata per metà maggio, risulta ad oggi poco credibile" concludono De Zordo e Grassi. AntLen

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