Il vino simbolo dell'Unità d'Italia è il Brunello di Montalcino

Riserva 1964 della storica Tenuta Greppo di Montalcino della famiglia Biondi Santi, dove il Brunello è nato e si custodisce la tradizione di uno dei vini più importanti al mondo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 novembre 2011 18:21
Il vino simbolo dell'Unità d'Italia è il Brunello di Montalcino

Montalcino - Il vino simbolo dell’identità nazionale? E’ il Brunello di Montalcino Riserva 1964 della storica Tenuta Greppo di Montalcino della famiglia Biondi Santi, dove il Brunello è nato e si custodisce la tradizione di uno dei vini più importanti al mondo. Ad eleggerlo i Sommelier italiani con il premio speciale “Bibenda 2012”, un riconoscimento di qualità “alla longevità di un grande vino da 100/100, che lo colloca di diritto come il vino migliore dei 150 anni dell’Italia Unita”.

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha inviato una medaglia di rappresentanza al Premio, e, si legge nella motivazione, “si congratula con il produttore e rivolge gli auguri di un grande lavoro a tutte le aziende di vino di qualità, vanto e onore del nostro Paese”. A ricevere l’importante e prestigioso riconoscimento, Jacopo Biondi Santi, il cui antenato “garibaldino” Ferruccio, nell’Ottocento ha inventato il Brunello, intorno al 1870, dopo aver selezionato un particolare Sangiovese e averlo vinificato in purezza, in uno degli eventi più attesi del mondo del wine & food in Italia, voluto dal patron Ais-Bibenda Franco Maria Ricci, di scena al Rome Cavalieri a Roma il 31 ottobre, per la presentazione delle guide “Duemilavini” 2012 e “I Ristoranti di Bibenda” 2012, alla presenza di oltre 1.000 partecipanti e che ha riunito il gotha del vino e della ristorazione italiana di qualità. E’ nella Tenuta Greppo della famiglia Biondi Santi, a Montalcino, che il nonno di Franco Biondi Santi, il “garibaldino” Ferruccio, nell’Ottocento ha inventato il Brunello, intorno al 1870, dopo aver selezionato un particolare Sangiovese e averlo vinificato in purezza, e dove Tancredi, figlio di Ferruccio, ha avuto il merito di sistematizzare il protocollo di produzione (tanto che fu uno degli ispiratori e promotori del disciplinare).

Tancredi impresse un nuovo slancio alla produzione del Brunello, diventando, di fatto, l’ambasciatore di Montalcino e dei suoi vini. Introdusse la pratica della “ricolmatura” delle vecchie Riserve (storica quella realizzata con lo scrittore Mario Soldati e il maestro della critica enogastronomica italiana Luigi Veronelli), con vino della stessa annata (la prima volta nel 1927 per le Riserve 1888 e 1891) e fu l’artefice del Brunello di Montalcino Riserva 1955, l’unico italiano inserito dalla rivista Usa “Wine Spectator” tra i 12 migliori vini del Novecento.

Oggi Franco Biondi Santi, figlio di Tancredi, è investito del prezioso ruolo di “guardiano” intransigente della tradizione. Il suo stile di vinificazione è unico, e lo stesso da decenni. Tutti i vini del Greppo provengono da uve coltivate nei 20 ettari di vigneto di proprietà, e il Brunello Riserva esclusivamente da vigneti di oltre 25 anni di età. Per preservare le caratteristiche del clone di Sangiovese grosso selezionato da Ferruccio Biondi Santi nel 1870, i nuovi vigneti vengono da sempre innestati con gemme prese dalle vecchie piante.

Nella Tenuta Greppo Franco Biondi Santi custodisce, con grande cura, bottiglie storiche dal valore inestimabile: in particolare, nella cantina sono conservate 2 bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva 1888, 5 bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva 1891, 3 bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva 1925, 22 bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva 1945. Ed ancora le “mitiche” bottiglie di Brunello di Montalcino Riserva 1955, Riserva 1964, Riserva 1970, Riserva 1975, Riserva 1983

Notizie correlate
In evidenza