''Vignaioli & Vignerons'' dal 4 al 13 dicembre in Toscana

Mille vignaioli da tutta Europa per fare “rete” e riflettere insieme su un momento cruciale per la viticoltura del Vecchio Continente, che deve fare i conti con una crisi che non risparmia il settore e rischia di essere pagata soprattutto dai produttori.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 dicembre 2009 20:27
''Vignaioli & Vignerons'' dal 4 al 13 dicembre in Toscana

Mille vignaioli da tutta Europa per fare “rete” e riflettere insieme su un momento cruciale per la viticoltura del Vecchio Continente, che deve fare i conti con una crisi che non risparmia il settore e che rischia di essere pagata soprattutto dai produttori più piccoli. E' l'obiettivo dell'edizione numero uno di “Vignaioli & Vignerons”, in programma in Toscana dal 4 al 13 dicembre, che rappresenta la prima manifestazione in Italia dedicata alla cultura del vino nelle sue molteplici espressioni.

Promossa da Regione Toscana e Slow Food, insieme a Fondazione Sistema Toscana e Arsia, la manifestazione è stata presentata oggi a Firenze dal presidente della Toscana Claudio Martini, insieme al presidente internazionale di Slow Food Carlo Petrini. Dieci giorni di riflessione e di eventi dedicati al mondo della vite e del vino, con palazzi, cantine, musei e piazze di oltre 60 comuni toscani che ospiteranno un ricco calendario di incontri, convegni, laboratori, degustazioni, mostre, wine talks e mercati, in una terra, come la Toscana, capace di evocare la storia secolare del vino in tutto il mondo.

Petrini ha ricordato come "la situazione dell'agricoltura non è mai stata così drammatica come oggi e anche una punta di diamante come il vino soffre. Proprio ieri parlavo con un piccolo produttore piemontese, un vignaiolo appunto, che mi ha spiegato come le bottiglie esportate non vengono pagate e il mercato interno ha perso il 50%. Se poi si va a vendere, per un vino doc piemontese vengono offerti 0,50 centesimi al litro". Per Petrini, "se il mondo del vino organizzato ha la forza necessaria e i produttori più gr andi possono fare anche marketing all'estero, per i piccoli questo non è possibile.

Per questo abbiamo deciso di creare un'iniziativa vicina ai più deboli, che fosse dalla parte dei Vignaioli e dei Vignerons. Occorre - ha concluso - mettersi tutti insieme a partire dai territori, e avere la capacità di fare squadra quando si va in giro per il mondo. I piccoli produttori non possono essere gli unici a pagare la crisi". Il presidente Martini si è detto certo che “Vignaioli & Vignerons” sarà occasione di una riflessione corale, di dimensioni europee sul mondo del vino.

"Una riflessione – ha sottolineato - che sarà rivolta in parte al presente, e cioè a come rispondere alla situazione di crisi che grava anche su questo comparto, ma che proverà anche al futuro, alle nuove frontiere che possono aprirsi valorizzando temi come la sostenibilità e il radicamento territoriale, e ricon oscendo appieno lo sforzo dei vignaioli e dei vignerons, le loro idee per innovare nel rispetto della tradizione e la loro opera per la difesa della qualità e della riconoscibilità dei nostri prodotti".

Il ricco calendario di appuntamenti sul territorio toscano che daranno vita alla kermesse, trarranno, quindi, stimoli e contenuti dalla discussione che si svolgerà a Vignerons d’Europe, dal 5 al 7 dicembre: mille vignaioli in arrivo da 20 Paesi - dalla Francia alla Georgia, passando per la Germania fino alla Romania - scambieranno tra loro idee ed esperienze, chiamati a raccolta da Slow Food, insieme ad importanti personalità del mondo della ricerca, della cultura e dell'agricoltura, per discutere di sostenibilità ambientale, sociale ed economica della vitivinicoltura, nonché di qualità della produzione enologica europea, contribuendo alla redazione del “Manifesto europeo per una vitivinicoltura sostenibile”.

(mo) Qualità e territorio, le parole chiave del vino di Toscana Quasi tutta la produzione (95%) si sviluppa nelle aree Doc e Igt Il più recente riconoscimento, per il vino toscano, è giunto dalla prestigiosa rivista statunitense Wine Spectator che ha collocato ben 3 vini toscani tra ai primi dieci al mondo della sua classifica annuale riservando ad altri 8 vini toscani l'onore di un posto tra i primi cento. E questa è solo l'ultima riprova del valore del vino toscano.

"Vignaioli & Vignerons" si svilupperà dunque in un centro fondamentale per le produzioni vitivinicole del mondo, dove le parole d'ordine sono quelle che sono alla base dell'iniziativa: la qualità, e il legame con il territorio. In Toscana se si sommano i vini a denominazione di origine a quelli a indicazione geografica protetta si raggiunge il 95% della produzione complessiva: in pratica quasi tutto il vino toscano rientra nell'area della qualità. Le superfici e le aziende La superficie coltivata a vigneto in Toscana ammonta a 62.790 ettari.

Complessivamente sono interessate alla coltivazione della vite circa 31.000 aziende delle quali circa 6.700 producono vini a denominazione di origine. Le province maggiormente interessate dalla coltivazione della vite sono Siena (con il 32,8% dell’intero patrimonio viticolo regionale) e Firenze (28,5%). Seguono Grosseto (13,9%) e Arezzo (10,8%). Le produzioni La produzione complessiva di vino è mediamente di circa 2,6 milioni di ettolitri di cui il 67% ottenuto dalle 36 denominazioni di origine controllata (DOC) e dalle 6 denominazioni di origine controllata e garantita (DOCG).

La situazione viticola regionale è caratterizzata dalla presenza di una grande denominazione di origine, il Chianti e il Chianti Classico (che rappresenta quasi il 70% di quanto prodotto nelle Doc toscane). Seguono il Brunello (4,5%), il Morellino di Scansano (4,4%), e poi ancora il Nobile di Montepulciano e la Vernaccia di San Gimignano. Le denominazioni di origine offrono complessivamente 236 tipologie diverse di prodotto. I vitigni Più del 65% della superficie complessiva a vigneto è investita con Sangiovese.

Ma complessivamente il vigneto toscano si caratterizza per la forte concentrazione di pochi vitigni: i primi sei interessano infatti oltre il 90% della superficie vitata regionale (Sangiovese 65,7%, Trebbiano Toscano 6,8%, Cabernet Sauvignon 5,6%, Merlot 5,9%, Canaiolo 2,3%, Vernaccia di San Gimignano 1,5), mentre agli altri 73 vitigni internazionali, nazionali ed autoctoni viene destinato meno di un decimo della superficie a vite.

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