Cenni (Pd): ''Vogliamo vedere il Piano straordinario per l’agricoltura''

E’ quanto chiede la parlamentare del Partito democratico nell’interrogazione presentata al ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia. Mercoledì 25 novembre manifestazione degli agricoltori al casello autostradale A1 Valdichiana.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 novembre 2009 15:47
Cenni (Pd): ''Vogliamo vedere il Piano straordinario per l’agricoltura''

“Chiediamo di sapere se esiste veramente un Piano strategico per l’agricoltura italiana, annunciato pochi giorni fa dal ministro per le politiche agricole, Luca Zaia, quali sono i suoi contenuti e quali iniziative intende intraprendere il governo, in vista del dibattito sulla Legge Finanziaria, per aiutare il comparto agricolo, colpito duramente dalla crisi economica internazionale”. E’ quanto chiede la parlamentare del Partito democratico Susanna Cenni nell’interrogazione presentata al ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Luca Zaia.

“Lo scorso 16 novembre – afferma Cenni – si è svolto a Palazzo Chigi un tavolo di confronto tra il governo e le regioni per parlare della crisi del settore agricolo e del riordino degli enti vigilati, dal momento che le regioni, per quanto di loro competenza, stanno attivando propri strumenti di intervento ed aggiornando i loro Piani di sviluppo rurale. In quell’occasione, il ministro Zaia ha annunciato di voler presentare al Consiglio dei Ministri un Piano straordinario per l’agricoltura da trasmettere, immediatamente dopo, alla Conferenza Stato–Regioni e si è impegnato a valutare le proposte delle regioni in vista della discussione della Legge Finanziaria, con un’attenzione particolare per il Fondo di solidarietà nazionale.

Nel maxi-emendamento approvato dal Senato in prima lettura, però, non sono attualmente presenti risorse economiche destinate a finanziare questo fondo e a contrastare le calamità naturali”. “Il settore agricolo nazionale – continua Cenni sottolineando la situazione attuale del settore – sta vivendo una gravissima crisi strutturale che sta colpendo tutti i comparti, dall’ortofrutta al lattiero–caseario, dalla zootecnia al vino fino ai cereali e all’olio. Gli ultimi dati allarmanti segnalano che dal 2000 ad oggi il reddito agricolo è calato del 20 per cento e che i costi di produzione sono saliti del 150 per cento in tre anni e del 300 per cento negli ultimi 10 anni.

Di fronte a questa grave situazione – aggiunge Cenni – molti Paesi europei, tra cui la Francia, la Spagna e la Germania, stanno mettendo in campo un piano straordinario per l'agricoltura. Vorremmo conoscere se il ministro Zaia ha portato avanti la proposta annunciata pochi giorni fa di un piano per l’Italia, o se ha ancora intenzione di farlo, considerato che nella presente legislatura il governo ha assunto numerosi impegni in Commissione agricoltura della Camera dei Deputati per sostenere il settore agricolo e che la stessa Commissione ha approvato all’unanimità articoli ed emendamenti sul fondo di solidarietà, sugli sgravi fiscali in aree marginali e sulle forme di sostegno alle imprese agricole che, poi, però, sono stati puntualmente bocciati dalla Commissione Bilancio o in Aula per la mancanza di copertura finanziaria.

Auspico che stavolta alle dichiarazioni e agli effetti speciali facciano seguito fatti e risorse vere”. Mercoledì manifestazione degli agricoltori al casello autostradale A1 di Bettolle–Valdichiana Ci saranno anche 100 trattori provenienti dal territorio di Siena e di Arezzo e migliaia di agricoltori al presidio al casello autostradale A1 di Bettolle–Valdichiana, domani, mercoledì 25 novembre. Prosegue con questa iniziativa clamorosa la mobilitazione generale organizzata dalla Cia, Confagricoltura, Legacoop e Confcooperative delle province di Siena e di Arezzo, dopo i sit in al porto di Livorno e davanti alla sede del Consiglio regionale a Firenze, realizzati a livello regionale.

Trattori da ogni angolo delle due provincie, slogan, cartelli e quant’altro per far sentire la voce di un settore sempre più in crisi.

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