Per Confcooperative Toscana positivo il bilancio della vendemmia

Vendemmia 2009: incremento del 16% rispetto al 2008, annata che si prospetta ottima, ma la crisi ha intaccato il settore più di quanto non abbia fatto il clima.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 ottobre 2009 19:39
Per Confcooperative Toscana positivo il bilancio della vendemmia

Fedagri Toscana rende noti i dati relativi all'ultima vendemmia svolta dai propri associati viticoltori e presenta un panorama quantitativo e qualitativo di ottimo livello, "gli sforzi profusi e le migliorie apportate dalle singole cantine - dichiara Francesco Colpizzi, presidente regionale di Fedagri-Vino - hanno dato i frutti sperati" purtroppo però tale lieta notizia, che in tempi passati avrebbe reso plauso e tributo al rinomato territorio toscano si scontra con la crisi che ha riguardato ed ancora riguarda in modo trasversale tutto il settore produttivo agroalimentare. Diretto e risoluto l'intervento di Gianfranco Tilli, presidente regionale di Confcooperative Toscana, che senza mezzi termini rilancia "alcuni nostri viticoltori hanno rinunciato a vendemmiare perché i ricavi non sarebbero stati all'altezza dei costi" sul numero esatto delle aziende che hanno accusato un simile colpo da parte del mercato nessuno si è sbilanciato, ma è stato piuttosto eloquente il successivo intervento da parte del presidente Colpizzi "fosse anche uno solo, già si tratterebbe di un grave danno all'intero sistema cooperativo ed economico locale". Colpizzi, dopo aver ricordato che in ottemperanza alla tradizione del nostro territorio, i consumatori possono stare certi che il prodotto corrisponde a standard qualitativi di massimo livello, i due rappresentanti dei produttori vinicoli toscani hanno esaminato i dati relativi al mercato interno ed estero. "Se il 43% del prodotto delle cantine resta nei confini nazionali è addirittura il 57% quello desitinato ai mercati esteri" - spiega Colpizzi -, ma non crediate che all'estero si respiri un'aria migliore, anzi, il calo delle vendite c'è stato ed è stato sensibile, tra il 20 ed il 30% anche su marchi di relativo pregio caratteristici e degni di particolare considerazione" (leggere 'Chianti' a seguito di pressante richiesta circa i nomi interessati). Il presidente di Fedagri avanza una proposta che indica già nella sua formulazione alcune linee guida, si rivolge in primis alla Regione Toscana prospettando una maggiore attenzione verso il prodotto in particolare che, a suo modo di vedere, non riceve più l'attenzione avuta in tempi remoti in cui l'Istituzione territoriale per eccellenza si era premurata di sostenere il vino toscano come pietra angolare della struttura alimentare regionale.

"Non chiediamo di essere sovvenzionati per pubblicizzarci" tiene a precisare Colpizzi "non sarebbe nostro mestiere, noi puntiamo sul provvedere a che i nostri associati possano avere un ritorno economico tale da portare avanti le proprie aziende e reinvestire nel settore" però il messaggio è chiaro, qualcuno dovrà farsi carico di promuovere con proficuo impegno un bene primario dell'economia toscana. A tal proposito il rappresentante di Fedagri esprime anche la propria opinione relativamente alle campagne anti-alcol indette da più parti che, male interpretate, avrebbero, a suo dire, "colpito fortemente il settore vinicolo" in leggera ripresa grazie alla recente rinascita di Wine Bar e locali destinati al consumo di "vino da pasteggio" piuttosto che all'abuso di superalcolici. Gianfranco Tilli richiama l'attenzione sulla Legge n°71 del 29 aprile 2005 che prevede la possibilità da parte dell'Autorità nazionale di far scattare, a seguito del riconoscimento di uno Stato di crisi dell'agricoltura locale, misure speciali in favore delle aziende in difficoltà con agevolazioni quali la sospensione del pagamento degli oneri sociali o il rientro differito delle rate dei finanziamenti bancari a lungo termine.

"La missiva indirizzata al presidente Martini da noi, come da altre realtà territoriali a difesa della categoria" prosegue Tilli "verte sì ad un interessamento diretto della Regione per quanto concerne le attività da potersi mettere in opera nell'immediato per rilanciare il prodotto, ma vale anche come impegnativa nei confronti dell'Autorità centrale al fine di vedere riconosciuto istituzionalmente e doverosamente tutelato questo momento di crisi che ci vede da una parte con una buona vendemmia ma dall'altra con pessime prospettive". di Antonio Lenoci

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