Colpire i deboli per parlare ai forti: le impronte dei bambini Rom

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 luglio 2008 14:06
Colpire i deboli per parlare ai forti: le impronte dei bambini Rom

Comunicato di Pax Christi Italia
Assistiamo ormai da giorni ad attacchi sempre più duri verso i più elementari diritti umani. Prima l'obiettivo era rappresentato dall'extracomunitario in genere. Poi è iniziato l'attacco verso alcune etnie in particolare Rom e Sinti. Ora siamo arrivati all'ulteriore affinamento della discriminazione con la schedatura, attraverso le impronte digitali, dei bambini Rom. Questo, secondo il Governo è necessario per evitare l'accattonaggio e stabilire chi ha diritto di rimanere in Italia e chi no.

Ricordiamo però che il 70% di questi bambini è di cittadinanza italiana. Perché discriminare solo i minori appartenenti a questo gruppo? Perché sottoporre i bimbi ad un ulteriore segno di inciviltà, in particolare da parte di una nazione che si ritiene tra le più civilizzate, esportatrice di democrazia e di giustizia? Siamo convinti che combattere lo sfruttamento dei bambini sia una priorità, ma solo attraverso un metodo che garantisca la dignità della persona e tuteli i più deboli. Cosa dovremmo dire di tutte le forme di scandaloso sfruttamento infantile ormai entrate nella nostra vita comune, ad es.

nella malavita, nella prostituzione, nel lavoro, nel consumo, nella pubblicità? Una democrazia matura non può pensare di risolvere i problemi con la repressione, sa che deve investire molto di più sull'educazione e sulla prevenzione. A sessant'anni dalla Dichiarazione dei Diritti Umani, e a venti anni dalla Convenzione Onu sui diritti dell'infanzia prendiamo atto che poco si è fatto e si sta facendo per la loro applicazione. Anzi siamo sempre pronti ad alimentare pregiudizi nei confronti del diverso e dei più deboli e a decidere, in nome della nostra sicurezza, come e chi accettare, dettando delle condizioni troppo spesso incuranti della dignità umana.

Ci siamo dimenticati la nostra storia di migranti e discriminati e pensiamo che la repressione sia l'unica forma di controllo. Attacchiamo la parte più debole della società (i bambini) per mandare messaggi alla parte più forte (gli adulti). Ancora oggi, dopo avere ripetutamente espresso la nostra posizione sui temi della solidarietà, dell'accoglienza e della legalità e condividendo la posizione della fondazione Migrantes, e di molte voci della chiesa e della società civile che denunciano un'Italia a "rischio xenofobia o peggio, discriminazione razziale", invitiamo a non tacere, a non minimizzare e a denunciare come pericoloso cancro sociale ogni politica, cultura, linguaggio, gesto, progetto xenofobo e razzista.

Riteniamo che la sacralità della vita e la sua dignità debbano essere garantite dal suo NASCERE ma anche nel suo DIVENIRE e CRESCERE. Sollecitiamo pertanto la società civile alla riconquista del senso di accoglienza e giustizia, la politica alla ricerca di forme di tutela della persona e della sua sicurezza, senza per questo colpevolizzare alcuni popoli o etnie e senza calpestare i deboli; infine sollecitiamo quanti si professano cristiani a non dimenticare che il vangelo propone un amore illimitato e incondizionato al prossimo come unica via alla salvezza e alla speranza più che alla sicurezza.


Pax Christi Italia
Firenze 30 giugno 2008

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