Giorno della Memoria: ieri nel Salone de' Cinquecento, in Palazzo Vecchio a Firenze, oltre 700 alunni delle classi primarie e secondarie di primo grado

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 gennaio 2008 11:13
Giorno della Memoria: ieri nel Salone de' Cinquecento, in Palazzo Vecchio a Firenze, oltre 700 alunni delle classi primarie e secondarie di primo grado

Solenne cerimonia lunedì 28 gennaio per la collocazione del grande cippo commemorativo nel piazzale Caduti nei Lager, attiguo alla Fortezza da Basso, in occasione delle iniziative per la Giornata della Memoria. La manifestazione, alla quale è prevista la presenza dello scrittore israeliano David Grossman, è organizzata dal Comune di Firenze in collaborazione con l'Anei, l'Associazione nazionale ex internati, e prevede la partecipazione del sindaco Leonardo Domenici, dei rappresentanti della giunta e del consiglio comunale, delle autorità civili, militari e religiose.

Gli interventi previsti sono del presidente della Federazione fiorentina dell'Anei Dino Vittori e del presidente dell'Istituto storico della Resistenza Ivano Tognarini. Oltre al Gonfalone della città, sarà presente un picchetto d'onore dell'Esercito e la banda militare che eseguirà l'inno italiano. Per permettere ai consiglieri comunali di partecipare alla cerimonia, prevista per le 15, la seduta del consiglio inizierà alle 16.30 con la prolusione sulla Shoah della ricercatrice Francesca Sbordoni.

Il cippo commemorativo che sarà scoperto lunedì sostituisce quello che già si trovava nel piazzale Caduti dei Lager, a suo tempo spostato per permettere i lavori del parcheggio sotterraneo, ed ora collocato nel Giardino dei Giusti in via Trento. La frase incisa nel monumento recita: "A ricordo dei fiorentini e degli italiani che per la pace e la patria, dopo l'8 settembre '43, come primo anelito di libertà, rifiutarono la collaborazone coi nazisti e lasciarono la loro vita nei lager". Dei 60mila militari italiani catturati, internati e morti nei lager nazisti dopo l'8 settembre, 3000 erano toscani e 210 fiorentini.


Mantenere vivo il ricordo della tragedia della Shoah, e delle persecuzioni razziali, affinché il tempo non cancelli la memoria. Proprio per questo, dal 2000 una legge dello Stato ha istituito il Giorno della Memoria, e ieri, nel Salone de' Cinquecento, oltre 700 alunni delle classi primarie e secondarie di primo grado, hanno ricordato il 27 gennaio del 1945, quando il mondo conobbe l'orrore dei campi di sterminio con l'abbattimento dei cancelli di Auschwtitz. Gli alunni hanno avuto l'opportunità di ascoltare l'importante testimonianza di Carla Cohn, sopravvissuta al "ghetto dell'infanzia" di Terezin e quindi al campo di sterminio di Auschwitz e Mauthausen.

La ultra 80enne signora Cohn, deportata nei campi di sterminio nel 1942 con la sua famiglia, ha ripercorso la sua infanzia, le persecuzioni razziali e la guerra. Ma anche e soprattutto, le sue giornate trascorse nei campi di sterminio, vissute tra la disperazione e la rassegnazione ad una morte sicura. Per fortuna, il destino ha voluto che un soldato delle SS l'avesse scambiata per un'altra bambina e fatta allontanare dalle camere a gas, e quindi per questo scampata alla morte, ed oggi, Carla Cohn può portare la sua preziosa testimonianza alle nuove generazioni, per non dimenticare.

Stamani, hanno salutato gli alunni delle scuole il sindaco Leonardo Domenici e l'assessore alla pubblica istruzione Daniela Lastri, e sono intervenuti Joseph Levi rabbino capo della comunità ebraica di Firenze, Daniela Misul presidente della comunità ebraica di Firenze e Demir Mustafà coordinatore dell'associazione Amalipé Romano Arci Toscana. Il Giorno della Memoria è stato dedicato all'esperienza, che non tutti conoscono, il campo di Terezin, una piccola cittadina nell'attuale repubblica Ceca, nota perchè tra il '42 e il '44 divenne il ghetto dell'infanzia: lì furono rinchiusi 15mila bambini, strappati ai loro genitori, sottoposti ad un brutale regime di vita, trasportati ad Auschwitz, una parte avvelenati altri bruciati nei forni crematori.

Quando fu liberato il campo di sterminio dei 15mila solo un centinaio furono i sopravvissuti. E per questo Terezin è una ferita incancellabile nella storia dell'umanità che verrà ricordata anche attraverso i 4000 disegni e le 66 poesie che oggi sono raccolte nel Museo e3braico di Praga. E'stata inoltre rappresentata una parte dell'opera di Brundibar dal Coro dei bambini dell' Accademia Musicale, l'opera fu scritta da Hans Kràsa, un musicista Ceco, deportato nei campi di sterminio e ucciso ad Auschwitz nel 1944.

L'opera è una favola per bambini ma con un'intensa tipologia: il perfido Brundibar incarna la figura del Male e i fanciulli rappresentano le inermi vittime dello sterminio, che unendosi solidali fra di loro preludono un futuro riscatto. Nel ghetto di Terezin fu eseguita la prima volta nel 1943 e poi il 23 giugno del 1944. Attraverso questa rappresentazione del Brundibar nella realtà allucinante di Terezin si cercò di tenere vivo nei bambini il senso del diritto alla vita e la speranza. L'assessorato alla pubblica istruzione, sempre in occasione del Giorno della Memoria ha organizzato per le scuole di ogni ordine e grado, nei giorni 29, 30, 31 gennaio alle ore 10 al Teatro Rifredi lo spettacolo teatrale "L'armadio di famiglia", ovvero la nostra ultima guerra, della Compagnia "Teatri d'Imbarco".

Testo e regia di Nicola Zavagli.
Un omaggio alla resistenza antinazista tedesca. È questo il senso dell'iniziativa promossa dal Quartiere 2 per ricordare il Giorno della Memoria che viene celebrato domenica prossima. Oggi alle 21,00 presso la Sala Esperia (in via Dino Compagni, 10), con ingresso libero, sarà messa in scena "La rosa spezzata" che ricostruisce un pezzo di storia nella Germania nazista, durante la guerra, quando un gruppo di giovani studenti ebbe il coraggio di ribellarsi al regime.

Lo spettacolo, scritto da Angela Simi, con la Compagnia Scarpette Rosse di Lucca, musiche di Pasquale Abbaticchio e regia di Michele Pucci, racconta questo episodio ed il suo tragico epilogo. La "Rosa Bianca" era uno dei pochi movimenti tedeschi di resistenza antinazista, ha anche ispirato un film nel 2005. Nel febbraio 1943 alcuni studenti universitari di Monaco, guidati dai fratelli Sophie e Hans Scholl che già da tempo si opponevano al nazismo sostenendo una resistenza passiva in nome dei valori cristiani della tolleranza e della giustizia, distribuirono volantini inneggianti alla rivolta (pacifica) ed al risveglio delle coscienze del popolo tedesco.

Furono immediatamente arrestati ed interrogati brutalmente; pochi giorni dopo, al termine del loro processo, Sophie e Hans furono condannati a morte e decapitati. Nei mesi successivi, la stessa sorte toccò ad altri componenti della Rosa Bianca. L'opera teatrale, un atto unico di un'ora e quindici minuti, è stata presentata per la prima volta l'anno scorso ed in questo mese sarà in tournèe a Roma, Massa Carrara, La Spezia, Viareggio e Forte dei Marmi.
Aiutare a mantenere viva la memoria collettiva della Shoah, attraverso la testimonianza diretta di chi ha vissuto l’esperienza della deportazione: è questo il significato dell’iniziativa organizzata dall’amministrazione comunale di Vaiano e dall’Istituto Comprensivo Statale “L.

Bartolini”, che, in occasione della celebrazione del Giorno della Memoria 2008, ospiteranno le sorelle Alessandra e Tatiana Bucci. Figlie di madre ebrea e di padre cattolico furono deportate bambine ad Auschwitz nel marzo del 1944. Alessandra e Tatiana sono tra i pochissimi bambini che riuscirono a sopravvivere all’orrore del campo di sterminio e a scampare alle torture di Mengele. Oggi sono impegnate nel testimoniare l’angoscia e il dramma della loro esperienza e a raccontare la loro storia di bambine strappate alla famiglia e private della loro infanzia dalla macchina di morte di Hitler.

Lo faranno anche a Vaiano, incontrando gli studenti dell’ICS “L. Bartolini”, martedì 29 gennaio alle ore 10.00. All’iniziativa, che fa parte del programma regionale di celebrazioni per il Giorno della Memoria 2008, parteciperanno anche le autorità civili, scolastiche e religiose, i genitori dei ragazzi della scuola e i rappresentanti delle associazioni del volontariato sociale e culturale del territorio.
Il Quartetto d'archi Henschel, un complesso che si esibisce nelle sale più prestigiose del mondo, sarà ad Arezzo per il concerto del Giorno della Memoria 2008 (domenica 27 gennaio,Teatro Pietro Aretino - ore 21.00).

Un concerto dal suono speciale e con una impaginazione storica inappuntabile: si partirà da Felix Mendelssohn (l'immenso compositore romantico tedesco di origini ebraiche) per arrivare a Dmitri Shostakovich (drammatico testimone dei rapporti tra arte e potere, filosemita per il regime sovietico e anche per questo frettolosamente arruolato in Occidente nelle file dei dissidenti), attraverso Erwin Schulhoff (l'unico dei tre che si potesse a ragione celebrare nella ricorrenza della Memoria, morto nel 1942 nel campo di concentramento di Wülzburg); tre compositori legati indissolubilmente alle vicende umane e artistiche vissute dagli ebrei in Europa.

La direzione artistica dell'Ente Filarmonico Italiano, d'intesa con l'Assessorato alla Cultura del Comune di Arezzo, ha chiesto al Quartetto Henschel di eseguire un programma comprendente tre capolavori di questi grandi compositori: il Quartetto in fa minore op. 80 di Mendelssohn, il Quartetto n. 1 di Schulhoff e il Quartetto op. 110 n. 8. di Shostakovich "dedicato alla memoria delle vittime della guerra e del fascismo". "La scelta della forma del quartetto è strettamente legata al nostro assunto celebrativo – afferma Camillo Brezzi, assessore alla cultura del Comune di Arezzo - la musica strumentale è portatrice di valori assoluti, tanto più espressiva perché priva di testi e perciò libera di esprimersi senza i vincoli razionali della parola.

Al punto che, nel contesto sovietico in cui operò Shostakovic, i censori erano più guardinghi nei confronti delle musiche prive di testi: le ritenevano, a ragione, più difficilmente controllabili". Il suono speciale di questo concerto sarà dovuto anche agli strumenti favolosi che i membri del Quartetto Henschel suoneranno: i due violini di Antonio Stradivari, la viola di Gasparo da Salò e il violoncello di Giovanni Grancino. Il concerto aretino per il Giorno della Memoria legherà con un filo lungo quasi due secoli un periodo fatto di grandezze, miserie e splendori di una cultura struggentemente europea nonostante tutto.

Il progetto così impostato è stato proposto dall'assessore Camillo Brezzi ai suoi colleghi assessori dei comuni di Siena e Pisa che lo hanno accolto con entusiasmo: pertanto il Quartetto Henschel si esibirà proponendo altre opere degli stessi autori anche a Siena (Teatro dei Rozzi, 28 gennaio ore 21) e Pisa (Chiesa di San Domenico dell'Ordine dei Cavalieri di Malta, 29 gennaio ore 21).

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