Teatro della Pergola: da martedì 11 a domenica 16 dicembre I giganti della montagna di Pirandello

Redazione Nove da Firenze
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07 dicembre 2007 13:53
Teatro della Pergola: da martedì 11 a domenica 16 dicembre <I>I giganti della montagna</I> di Pirandello

7/12/2007 Firenze- A poco più di un mese dal debutto romano, a una manciata di giorni dalle repliche allo Stabile della Toscana, replica al Teatro della Pergola di Firenze, da martedì 11 a domenica 16 dicembre, I Giganti della montagna ‘il mito incompiuto’ di Luigi Pirandello della Compagnia Lombardi-Tiezzi. La compagnia, come sempre diretta da Federico Tiezzi, incontra felicemente per l’occasione Iaia Forte affidandole il ruolo di Ilse, mentre Sandro Lombardi è il Mago Cotrone e Massimo Verdastro (Premio ETI - Olimpici del teatro 2007 come migliore attore non protagonista per l'interpretazione di Upupa ne Gli Uccelli di Aristofane, regia di Federico Tiezzi) recita nei panni di Cromo.
Il dramma ruota intorno ad un gruppo di disadattati, riuniti dal mago Cotrone in una villa detta “La Scalogna” al fine di fornire loro “l’alimento dei sogni”.

Altera la routine di questa singolare comunità l’arrivo di una compagnia di attori girovaghi, guidata dalla Contessa. Tra effetti e magiche apparizioni, la compagnia sarà invitata a rappresentare un particolare spettacolo nel paese dei Giganti, “gente d'alta e potente corporatura dedita all'esercizio continuo della forza”. Federico Tiezzi ha letto il testo pirandelliano come una sorta di archetipo attraverso il quale scendere nei meandri più profondi dei meccanismi del teatro, delle sue suggestioni, dei suoi fasti e fallimenti, dei piaceri e dei dolori con cui esso irrompe nelle vite di chi vi si dedica, lo ha immerso nei colori e nelle visioni del Fellini di Otto e Mezzo e della Dolce Vita e in quelle letterarie del Pasolini di Petrolio e degli Scritti Corsari.
“Noi sappiamo che mettere in scena questo testo oggi, significa soprattutto legarlo alla contemporaneità, alla società attuale, alla nostra storia.

E alla storia martoriata di una terra come la Sicilia. Significa anche non dimenticare che, pur trattandosi di un Mito, i Giganti della montagna raccontano delle concrete storie di esseri umani.
In un momento in cui la società dello spettacolo sembra voler progressivamente marginalizzare il ruolo del teatro, è con l'intento di ribadirne la centralità e l'insostituibilità culturale che ci rivolgiamo ai Giganti della montagna, che proprio al teatro innalza un canto d'amore appassionato e struggente: un teatro che, con intuizione profetica, Pirandello già vedeva minacciato nella sua natura più intima e più legata alla tradizione squisitamente italiana: un teatro di mirabolanti effetti scenici ottenuti con poveri mezzi da un lato, e dall'altro un teatro la cui sostanza profonda fosse la verità umana dei suoi 'personaggi'.”
Sandro Lombardi è il mago Cotrone, ha collaborato alla drammaturgia, e racconta l’inedita soluzione scelta per il finale: ”Questo testo è incompiuto e tutti i registi che lo hanno messo in scena si sono scontrati con il problema della fine dello spettacolo.

Resta solo una nota del figlio di Pirandello e su questa base il regista Federico Tiezzi ha chiesto a Franco Scaldati, drammaturgo siciliano, di scrivere proprio in siciliano un ipotetico finale che rispetti la nota di Stefano Pirandello, drammatizzandola però teatralmente. E’ una cosa che non era mai stata fatta prima, anche se in musica è usuale: pensiamo alla Turandot di Puccini che fu terminata da Franco Alfano e fu poi riscritto un altro finale da Berio. In questo caso il finale di Scaldati è una novità assoluta e sarà una bella sorpresa.”
Paola Pace

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