Ori Argenti Gemme: un'esposizione di quindici capolavori di oreficeria dal 30 settembre fino all'8 gennaio 2008

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 settembre 2007 01:03
Ori Argenti Gemme: un'esposizione di quindici capolavori di oreficeria dal 30 settembre fino all'8 gennaio 2008

Continuano le grandi mostre a Palazzo Medici Riccardi di Firenze dedicate alle opere che l'Opificio delle Pietre Dure sta restaurando o da restaurare. Dopo il "Polittico dell'Intercessione" di Gentile da Fabriano del 2005 e l' "Apoxyòmenos" nel 2006, è stata presentata stamani in anteprima per la stampa la mostra "Ori Argenti Gemme – i restauri dell'Opificio delle Pietre Dure" che propone 15 capolavori dell'oreficeria che vanno dal XII secolo alla metà del XVII e che provengono da diverse città italiane.

Organizzata dalla Provincia di Firenze e che si avvale anche del contributo dell' APT di Firenze, è un evento espositivo straordinario perché evidenzia l'attività di restauro delle oreficerie che l'Opificio, sotto la direzione di Clarice Innocenti, che ha curato la mostra, e il coordinamento tecnico di Giorgio Pieri, svolge con un lavoro di altissima qualità sia dal punto di vista metodologico che con l'uso di tecnologie innovative su opere di grandissimo livello artistico. La mostra si inserisce nel quadro di collaborazione tra Opificio e Provincia di Firenze avviato dal 2005 dal Soprintendente Cristina Acidini e dal Presidente Matteo Renzi.

L'esposizione, che presenta una interessante allestimento dove predomina il colore nero e pannelli informativi digitali per ogni opera ( Una realizzazione della Contemporanea Progetti di Firenze), presenta una selezionata e diversificata tipologia di opere: dal calice alla croce, all'ostensorio, alla corona, agli elementi costitutivi di un altare monumentale che danno una idea complessiva dell'attività di restauro svolta dall'Opificio in questo settore. L'itinerario della mostra si snoda attraverso le quattro sale di Palazzo Medici Riccardi dedicate agli spazi espositivi che si affacciano sul cortile di Michelozzo, "ridisegnate" in questa occasione secondo un percorso che valorizza, anche attraverso l'oscurità, la preziosità e la lucentezza di queste opere.

La prima sala con una serie di pannelli, testi esplicativi e immagini, fa da introduzione alla mostra e illustra le fasi principali degli interventi di restauro nel campo delle oreficerie. E' arricchita da due sole opere che verranno presto restaurate: la straordinaria Corona della Madonna della Visitazione (Enna, Chiesa di Maria Santissima della Visitazione), opera documentata di Leonardo Montalbano (1653) e la Croce-reliquiario, detta "Croce Santa", prezioso capolavoro duecentesco, appartenente alla Pinacoteca Comunale di Castiglion Fiorentino (Arezzo).
Nella seconda sala vengono presentate alcune opere in corso di restauro in modo di poter documentare le diverse fasi: la Croce astile (argento e smalti), del secolo XIV e il Calice in argento, opera di Cosimo Merlini, datato 1637, entrambi da Luco di Mugello (Firenze), per illustrare la fase dello smontaggio, del consolidamento, del rimontaggio; la Gruccia di San Giovanni Gualberto, in argento, avorio e smalti (dall'Abbazia di Vallombrosa, secolo XVI), per il problema dell'integrazione; i due Angeli argentei del Reliquiario di San Gerolamo , opera di Antonio di Salvi, 1489 (dal Museo dell'Opera del Duomo di Firenze), uno prima della pulitura, l'altro a pulitura terminata.
Nel piccolo ambiente che costituisce la terza sala sono esposti alcuni pezzi a documentare il restauro, in corso, dell' Altare argenteo dal Battistero di Firenze, realizzato fra la seconda metà del XIV secolo e la seconda metà del XV (Firenze, Museo dell'Opera del Duomo).

Per illustrare lo smontaggio e le diverse fasi della pulitura, sono state scelte tre formelle, Giovanni Battista davanti a Erode, di scultore trecentesco, la Nascita del Battista, di Antonio del Pollaiolo, la Decollazione del Battista di Andrea del Verrocchio, oltre a una galleria di santi entro nicchie, risalente alla fase trecentesca dell'esecuzione. Nell'ultima parte del percorso si esporranno opere a restauro ultimato, scelte sulla base del livello straordinario di esecuzione, della varietà delle tipologie, della complessità dell'intervento.

La più antica è l'Altarolo portatile, in argento e granito, risalente ai primi del XII secolo (Modena, Museo del Duomo); appartiene alla seconda metà del XIII secolo il Calice di San Atto in argento dorato e granati (Pistoia, Museo Vescovile). Al XIV secolo risalgono il Reliquiario detto Libretto, in oro, smalti, perle, rubini, con miniature su pergamena, di manifattura francese (Firenze, Museo dell'Opera del Duomo) e due Croci astili, la Croce reliquiario in argento e smalti, opera documentata del maestro di Sulmona Masio di Ciccarello (Montedinove, AP, Museo) e la Croce reliquiario in argento dorato e cristallo di rocca (Greve in Chianti, FI, Museo di San Francesco).

Risale alla fine del XV secolo o inizi del XVI la terza delle tre Croci esposte, la Croce astile in argento, rame, smalti (Borgo a Buggiano, PT, Chiesa di San Pietro), appartenente alla produzione del fiorentino Antonio di Salvi. Ci portano all'oreficeria siciliana le ultime due opere esposte, il Pellicano che nutre i piccoli, pendente in oro, smalti, pietre, databile ai primi del XVII secolo (Enna, Chiesa di Maria Santissima della Visitazione); e l'Ostensorio di Sant'Ignazio Martire, la cosiddetta Sfera d'oro, opera di Leonardo Montalbano, documentata al 1640 (Palermo, Galleria Regionale), il cui restauro rappresenta per l'Opificio il risultato più spettacolare.
"Questa mostra conclude nel modo migliore un anno davvero speciale per Palazzo Medici – sostiene il Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi - che nel 2007 sta facendo registrare un numero di ingressi superiori del 40% rispetto all'anno precedente.

Abbiamo scelto di puntare su una politica espositiva di qualità che sta ripagando gli sforzi organizzativi compiuti dall'Assessorato alla Cultura. Gli ori, gli argenti e le gemme riportati a nuova vita dall'Opificio delle pietre dure ci spingono con maggiore lena a portare a nuova vita la prima residenza dei Medici. Un complesso e difficile lavoro già avviato nella fase progettuale che trasformerà la sede della Provincia in un polo espositivo di alto livello che sarà dotato di un nuovo percorso museale di eccellenza".

"Le quindici opere che compongono questa mostra – aggiunge Cristina Acidini Soprintendente del Polo Mussale Fiorentino – sono quindici avventure diverse che offrono un ventaglio di suggestioni e informazioni che ha dello sbalorditivo: provenienti da tanti luoghi della Toscana e d'Italia, esse raccontano di storiche committenze, di devozioni antiche, di saperi progettuali e manuali di raffinatezza estrema. Il restauro di ognuna di esse, effettuato presso il laboratorio di restauro delle Oreficerie dell'Opificio delle Pietre Dure, rappresenta un percorso ogni volta diverso, messo a punto attraverso il confronto fra le figure professionali attive al suo interno, storiche, tecniche, scientifiche".

"Sono contenta che, dopo lo straordinario successo del Bronzo di Lussino – sottolinea Giovanna Folonari Assessore alla Cultura della Provincia di Firenze - Palazzo Medici Riccardi confermi la sua vocazione di spazio espositivo aperto ad accogliere i capolavori provenienti dall'Opificio delle Pietre Dure con piccolo mostre di grandissima qualità. Questa rappresenta un vero gioiello ricco di curiosità e di sorprese sia per gli addetti ai lavori che per il grande pubblico ma anche un motivo di riflessione sullo straordinario patrimonio di saperi, umani e tecnologici, dell'Opificio sempre più realtà di eccellenza a livello mondiale nel settore del restauro".

Il catalogo è stato realizzato da Mandragora. La mostra sarà aperta al pubblico del 30 settembre all'8 gennaio tutti i giorni dalle ore 09.00 alle 19.00 escluso il mercoledì. Il prezzo del biglietto è di 5 euro intero e 3,5 euro ridotto - oltre alle normali riduzioni è previsto il biglietto ridotto per i titolari della TeatriCard e per i visitatori della Biennale dell'Antiquariato che presenteranno uno specifico coupon – che consente anche di visitare il percorso museale di Palazzo Medici Riccardi con la cappella di Benozzo Gozzoli, la Sala di Luca Giordano e il Museo dei Marmi.

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