Presentato oggi il restauro della 'Pala di Camaldoli' alla Galleria degli Uffizi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 marzo 2007 14:23
Presentato oggi il restauro della 'Pala di Camaldoli' alla Galleria degli Uffizi

Venerdì 30 marzo 2007- Recupera tutto il suo splendore, ritrova un poetica lucidità, la bellissima Adorazione del Bambino di Filippo Lippi, più nota come ‘Pala di Camaldoli’, proprietà della Galleria degli Uffizi. Il restauro, durato più di 8 mesi, è stato condotto con la consueta perizia da Daniele Rossi e diretto da Alessandro Cecchi, grazie al prezioso contributo della neonata Friends of Uffizi Gallery Inc., filiazione statunitense degli Amici degli Uffizi, che in questo caso ha ottenuto il generoso intervento – circa 34 mila euro – della K.

and C. Olsen Foundation.
La Pala resterà esposta in San Pier Scheraggio sino al 7 aprile 2007, per poi tornare nella sala della Galleria che ospita tutte le opere della famiglia Lippi.

Nella foto l'Adorazione del Bambino

Tra i maestri del Quattrocento fiorentino interpreti del paesaggio, Filippo Lippi è certo uno dei più sensibili, come dimostra l’Adorazione del Bambino di Camaldoli dopo che il restauro l’ha finalmente riportata alla leggibilità della superficie pittorica.

L’artista ha trasferito nella tavola dipinta l’atmosfera dell’eremo montuoso, cui la committente Lucrezia Tornabuoni sposata a Piero de’ Medici l’aveva destinato. I sacri protagonisti sono infatti immersi in uno scenario di alpestre naturalismo con il bosco fitto, i tronchi spezzati e secchi, i piani di roccia a scaglioni salienti a ingombrare l’orizzonte. E al centro della scena irrompe il soprannaturale nella memorabile sequenza che concatena in verticale i protagonisti della Trinità: le mani del Dio Padre che inviano, come liberandola, la colomba dello Spirito Santo sopra il Figlio incarnato, nella misurata gloria di cascate di raggi dorati.

L’invenzione è così mirabile, che non sorprende che i Medici ne volessero una versione per la cappella del loro palazzo di via Larga, migrata purtroppo a Berlino. Uno scenario che l’attenta ed equilibrata pulitura, portata avanti da Daniele Rossi, ha finalmente riscattato dall’opacità pastosa delle vernici alterate. Il dipinto ha infatti riacquistato la migliore leggibilità possibile con la rimozione calibrata dello strato di vernici collose e resinose e di ritocchi alterati, distribuito in modo diseguale su tutta la superficie pittorica.

Si è così recuperato quel gioco sapiente di trasparenze negli incarnati e nelle vesti, ma ancor più nel bosco selvaggio, ispirato alla selva di Camaldoli, che connota la tecnica pittorica di Lippi. Sono tornati inoltre a rifulgere i colori pastello delle vesti della Vergine e l’incarnato del Bambino che la illumina di una luce tutta spirituale.
“La parziale rimozione della vernice – dice il restauratore – è stata ottenuta tramite un’emulsione composta da cera bianca e solventi compatibili, stesa superficialmente tramite un microscopio ottico con restituzione dell’immagine a schermo; questo ha permesso di calibrare e mantenere in molte zone residui di questa sostanza, evitando così uno squilibrio cromatico che avrebbe notevolmente disturbato la lettura finale del testo pittorico”.

“Ora che il restauro della pala di Camaldoli di fra’ Filippo è felicemente compiuto – dice Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi – limpida traspare la commistione delle culture tardogotica e umanistica. Tutta la scena serba ancora il passo d’una favola cortese, con quel suo naturalismo vibratile. E però nel contempo convivono richiami manifesti alla più aggiornata cultura umanistica; qual è la testa di Giovannino, solare e larga, alla stregua d’un volto ritratto frontale in una moneta antica; una di quelle ch’erano servite da modello anche a scultori in auge.

E la memoria corre ai visi degli angeli nella marmorea cantoria di Santa Maria del Fiore, scolpita da Luca della Robbia, che del Lippi fu quasi coetaneo”. “Col restauro dell’Adorazione di Camaldoli – afferma Cristina Acidini, soprintendente per il Polo Museale Fiorentino – gli Amici degli Uffizi, grazie all’instancabile dedizione della presidente Maria Vittoria Rimbotti, nonché alla partecipe vicinanza di tutti i soci, hanno donato alla Galleria degli Uffizi un altro importante recupero, compiendo un altro passo avanti verso l’ordinamento finale della Galleria che trova sviluppo entro il progetto Nuovi Uffizi”.

Galleria che possiede tra l’altro il nucleo di opere di fra’ Filippo Lippi in assoluto più importante al mondo, sia per numero che per qualità. “Per noi Amici degli Uffizi – dice la presidente Rimbotti – questa è un’occasione speciale, e per più motivi. In questi tredici anni di vita dell’associazione ci siamo abituati a presentare restauri di opere di grande valore, ma questo intervento su una tavola celebre di Filippo Lippi suscita davvero un’emozione particolare”.

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