Amiata: all’ombra delle rocche antiche
Toscana delle Culture X° edizione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 giugno 2002 07:16
Amiata: all’ombra delle rocche antiche<BR>Toscana delle Culture X° edizione

Incentrato sulle erbe spontanee e il loro utilizzo nelle zuppe e nei liquori, il penultimo week end di Amiata a Tavola promette di essere ricco e invitante come gli altri. Si svolgerà dal 21 al 23 giugno 2002 e prevede, per quanto riguarda il giro turistico, un tour delle splendide rocche dell’Amiata. Dopo Rocca Silvana, che è stato il centro dell’attenzione del passato week end, gli itinerari condurranno i turisti a Piancastagnaio e a Radicofani. L’Amiata è sempre stata terra di rocche e torrioni: praticamente ogni paese ha il suo punto di avvistamento, anche se i più noti sono quelli di Radicofani, Piancastagnaio e Castiglion d’Orcia.

Furono tutti costruiti dagli Aldobrandeschi, questa famiglia longobarda che si insediò nel territorio a partire dall’VIII secolo, e costruì anche l’Abbazia del San Salvatore (che, secondo la leggenda, fu voluta da Re Rachis, secondo la storia da un abate, Erfo, che aveva comunque sangue longobardo nelle vene). Iniziò così un’influenza germanica sull’Amiata che sarebbe stata duratura: si pensi infatti che il fondatore della miniera di mercurio, Friedrich Amann, era un tedesco e che fu lui a portare ad Abbadia i suoi architetti, i quali dettero al paese quel gusto mitteleuropeo che conserva ancora, grazie a edifici come la villa del direttore, le case degli impiegati, certi capannoni della miniera e il cinema teatro Amiata, per lo più variazioni teutoniche sul liberty e l’art déco.

Ma prima di loro, dalle rocche – da loro stessi costruite – i tedeschi avevano osservato il passaggio dei pellegrini sulla via Francigena o avevano respinto gli assalti dei senesi, come più volte successe ai Tignosi, famiglia vassalla degli Aldobrandeschi, a Castiglion d’Orcia.
Non si mancherà di citare qui Ghino di Tacco, il famigerato protagonista di alcuni versi di Dante e di una novella di Boccaccio, divenuto famoso anche nel secolo scorso perché a ridargli vita fu un noto personaggio politico.

Ghino imponeva tasse dalla torre di Radicofani: oggi i radicofanesi sono senz’altro più gentili e dall’alto della grandiosa torre si può ammirare il rally che passa ai piedi di questo borgo medievale o la elegantissima corsa delle Mille Miglia.
Sarà presente nel corso del week end, per una lezione sugli oli dell’Amiata, Guido Stecchi, il noto giornalista enogastronomico, il cui arrivo, previsto per il secondo fine settimana, è stato rimandato a questo. Guido Stecchi è, fra le altre cose, l’inventore di una importante manifestazione gastronomica che si svolge in questi giorni, fino a domenica 7 luglio, nei maggiori ristoranti d’Italia, “A tavola con i funghi dei re e dei papi”.

Non meno che micologo, è esperto di oli, per cui si può ben dire che il suo corso sia particolarmente atteso.
Per sabato 22 giugno è prevista una escursione alla scoperta di piante officinali, con riconoscimento e raccolta guidati da un esperto nella riserva naturale del Pigelletto, nonché una casse di cucina con preparazione di piatti e insalate a base delle erbe raccolte. Nel pomeriggio, una visita del Parco delle Miniere del Siele e il corso di degustazione dell’olio di Guido Stecchi.

In serata, osservazione delle stelle guidati da un esperto astronomo.
Il giorno dopo, la visita guidata alla città fortificata e al centro medievale di Radicofani. Sulle orme di Ghino di Tacco dalla torre al borgo per acquistare pane cotto a legna in un antico forno fatto costruire da Leopoldo di Lorena. Per la classe di cucina la pasta fatta a mano. Nel pomeriggio, visita al caseificio di Contignano, dove il formaggio viene preparato secondo ricette antichissime: degustazione di formaggi e passeggiata per il borgo.

Pronto il programma della stagione estiva di Toscana delle Culture, promosso, al suo decimo anno di vita, dalla Comunità Montana Amiata Grossetana, dai comuni di Arcidosso, Castel del Piano, Castell’Azzara, Cinigiano, Roccalbegna, Santa Fiora, Seggiano, Semproniano, dalla Provincia di Grosseto e dalla Regione Toscana.

Il direttore artistico Giorgio Zorcù: “Quest’anno festeggiamo la decima edizione di Toscana delle Culture osando una nuova formula, perché continuiamo a credere che nuove sfide richiedono nuovi mutamenti: davanti a risorse economiche che si assottigliano, non accorciamo il periodo del festival ma lo espandiamo sempre di più, facendolo diventare una vera e propria Stagione Estiva dell’Amiata, cercando di scoprire-riscoprire vocazioni e idee che nascono nei singoli territori e chiamando a partecipare in modo sempre più attivo le diverse comunità locali”.
Ecco allora che il motivo conduttore della nuova stagione saranno le origini contadine dell’Amiata, in un tentativo di scavare sino alle radici le vocazioni e gli istinti del territorio.
Si comincerà domenica 7 luglio con il Bruscello di Castelnuovo Berardenga, che metterà in scena la storia di Davide Lazzaretti in ottava rima.

La rievocazione del profeta della montagna proseguirà la domenica successiva con la replica del monologo di Zorcù e di Anita Fornaciari “Sogni e visioni ’48-‘68”, sempre incentrato sulla figura di Lazzaretti. A Castell’Azzara, il 28 luglio, proseguirà la ricerca sulle attività culturali locali con “Magma”, frammenti di poesia e arte amiatina. Altri gli artisti locali che si esibiranno nel corso della stagione: la banda Funk-Off e la filarmonica Francisci di Cinigiano, i Rasena e il Coro di Bambini di Monticello Amiata, Vox populi, Fiatorkestra, le bande locali che riproporranno “Bandando” con il Treno Natura, la Fantomatik Orchestra Acustic Band, il Trio Barocco e Michele Nanni, che dirigerà un ciclo di film.

Sono previsti anche una festa per i dieci anni di attività di Accademia Amiata e una replica estiva del carnevale di Arcidosso (domenica 25 agosto) con sfilata dei carri.
La parte più consistente del programma ha inizio ad Arcidosso il 3 e il 4 agosto, quando ritornerà sull’Amiata Virgilio Sieni con il trittico “Messaggero muto”, di cui dice l’autore: “Il lavoro nasce con l’intento di indagare sul mutismo del danzatore come forma di comunicazione e l’origine del mutismo associa l’arte delle danza alla scultura.

Il secondo brano, il lavoro sulla solitudine e la tristezza, offre, attraverso un movimento gioioso, presenze devianti e solitarie sull’immaginario fiabesco con natura morta come contrappunto. Per poi concludere con un brano per cinque Pinocchi neri, fondato sulla figura del burattino e la sua diversità, tra solitudine, polifonia e storpiature.
Danza frenetica e dinamica. Articolazioni del corpo che si dispongono nello spazio immerso in stati d’inquietudine e di presenza, alla ricerca di un abbraccio complice”.

Sieni d’altronde presenterà ad Arcidosso, nel pomeriggio del 4 agosto, il suo libro “Anatomia di una fiaba”, edito da Ubulibri, un capitolo del quale è dedicato allo spettacolo “L’entrare nella porta senza nome”, che fu concepito e messo in scena a Seggiano nel 1997. Un altro libro sarà presentato da Ascanio Celestini, il più recente collaboratore di Accademia Amiata: si tratta di una raccolta di fiabe, “Cecafumo”, del bravo narratore, che offrirà al pubblico anche qualche racconto all’interno della Mostra del Libro per Ragazzi, promossa dalla Biblioteca Comunale di Arcidosso.

Celestini sarà a Monticello Amiata il 12, con il suo “Vita, morte e miracoli”, monologo marquesiano sulla vita e soprattutto sulla morte, e condurrà un laboratorio sul lavoro nelle miniere il 17 agosto. Un evento vedrà protagonista il Giardino di Spoerri a Seggiano il giorno successivo: si intitolerà “Casi” e sarà un assolo di danza di Giorgio Rossi e Sandro Berti, con un musicista della Banda Osiris che si esibirà con una strumentistica varia.
Per APT AMIATA (0577.775811)

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