Michelangelo Buonarroti, il 30 e 31 marzo al Teatro Della Compagnia Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2001 18:45
Michelangelo Buonarroti, il 30 e 31 marzo al Teatro Della Compagnia Firenze

Il DRAMMA ITALIANO DI FIUME (l’unica Compagnia stabile di lingua italiana fuori dei confini nazionali) e il TEATRO POPOLARE D’ARTE arrivano a Firenze con un evento eccezionale in prima nazionale. Venerdì 30 marzo e sabato 31 (ore 21.15) al Teatro della Compagnia di Via Cavour – che ritorna ad essere Teatro dopo molti anni - andrà in scena lo spettacolo Michelangelo Buonarroti di Miroslav Krleza, il più grande drammaturgo croato del XX secolo. A seguito della fortunata tournèe in Croazia e in Slovenia, sarà dunque la Toscana ad ospitare l’evento con il patrocinio e la collaborazione del Comune di Firenze, dell’Ente Casa Buonarroti e della Provincia di Arezzo.

Subito dopo la tappa fiorentina, infatti, il 2 aprile, una conferenza-spettacolo, presso la casa di Michelangelo a Caprese Michelangelo (AR), ne omaggerà i natali e il 3 aprile, il Teatro Petrarca di Arezzo vedrà la conclusione di questa prima tournée italiana.
L’iniziativa promossa dal direttore del Teatro di Fiume SANDRO DAMIANI, ha trovato un partner nel Teatro Popolare d’Arte di Firenze il cui direttore artistico, GIANFRANCO PEDULLà, cura la regia della messa in scena, mentre il maestro fiorentino JONATHAN FARALLI ne scrive le musiche originali e STEFANIA BATTAGLIA firma le incisive scenografie e gli originali costumi.

Si è creato così un evento che si pone come ponte fra più culture: un ideale ambasciatore della realtà multietnica che caratterizza la città di Fiume, ma anche tutta la Croazia nella quale vive ancora una vivace minoranza italiana. A seguito di un intenso periodo di prove nella sede del Dramma Italiano a Fiume, il gruppo misto di attori, toscani e croati, dà voce e corpo a questa particolarissima realizzazione che ha catturato l’attenzione e il plauso di tutto il pubblico e della stampa croata.

Sulla scena, insieme a Pier Luigi Zollo (già attore con Gian Maria Volontè e Gino Cervi), Giusi Merli, Gianluca Guidotti, Francesco Manetti, Rosanna Bubola, Giulio Marini, Toni Plesic e Andreja Blagojevic.
Michelangelo Buonarroti, opera di Miroslav Krleza, scrittore e drammaturgo morto nel 1981, artista simbolo della narrativa e della prosa slava di tutto il XX secolo, è fra le sue opere giovanili. I suoi testi sono stati pochissimo rappresentati in Italia e mai in lingua italiana. Questa, infatti, è la ‘prima’ messa in scena in italiano del Michelengelo, oltre che uno dei rarissimi testi teatrali che parlano dell’artista.

Tra le scarse apparizioni, si ricorda Golgota che nel 1974, proprio a Firenze, ha partecipato alla Rassegna Internazionale dei Teatri Stabili di Firenze, grazie al Gruppo Koncar di Zagabria diretto da Bogdan Jerkovic (già cofondatore del Collettivo di Parma, oggi Teatro Stabile). In precedenza, lo stesso Jerkovic aveva presentato una versione in lingua originale del Michelangelo Buonarroti alla Biennale di Venezia.
Quella di Pedullà si presenta come una messa in scena dai toni forti che narra la vita tormentata del maestro rinascimentale impegnato a realizzare gli affreschi del Dies Irae della Cappella Sistina; a rappresentare, con la sua straordinaria arte, un mondo che si sta sgretolando.

Lo spettacolo, però, si trasferisce anche in un piano di grande impatto emotivo che proietta il testo in una dimensione ricca di tensioni contemporanee, volte ad evidenziare la dialettica fra arte, storia e vita. Una lettura affascinante che riesce a domare il flusso delle voci magmatiche che imperversa nel testo di Krleza, adatto per molti aspetti, all’arte del cinema.
Il testo risente anche di una decisa contaminazione legata alla quotidiana vita del poeta-drammaturgo croato, una contaminazione che ce lo avvicina nelle immagini e nelle emozioni: quella della guerra.

La tempesta interiore di Michelangelo si confonde, così, e si doppia specularmente nella tragedia della prima guerra mondiale: lo stravolgimento dell’artista è anche quello dell’animo del giovane poeta croato che, nel 1918, crea questo Michelangelo impotente nel suo sforzo artistico, nell’odore acre di un’Europa distrutta dalla guerra, dalla perdita dei valori, dalla rovina materiale e umana. Grazie ad un taglio decisamente espressionista e di forte capacità comunicativa e suggestiva, lo spettacolo è particolarmente adatto anche ad un pubblico di giovani e di studenti.

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