Il Piano di sviluppo rurale 2000-2006

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 luglio 2000 18:20
Il Piano di sviluppo rurale 2000-2006

E’ il principale strumento di programmazione e finanziamento per gli interventi nel settore agricolo, forestale e dello sviluppo rurale. Opera sull’intero territorio regionale. Fara’ affluire in Toscana 1414 miliardi di lire di contributi pubblici nel periodo 2000-2006 che attiveranno complessivamente 2057 miliardi di lire di investimenti e premi. Si tratta del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 della Regione Toscana, approvato martedi’ 25 luglio a Bruxelles presso il Comitato strutture agricole e sviluppo rurale dell’Unione Europea.
Con quello toscano sono nove i Piani che hanno ottenuto il via libera dal Comitato: oltre alla Toscana hanno tagliato questo importante traguardo anche Piemonte, Emilia Romagna, Abruzzo, Lazio, Lombardia e le provincie autonome di Trento e Bolzano. Sono tre le linee fondamentali di intervento che sintetizzano gli obiettivi del Piano toscano: il miglioramento della competitivita’ del sistema produttivo agricolo e forestale; il sostegno al miglioramento dell’ambiente e il sostegno allo sviluppo integrato del territorio rurale.
Il primo obiettivo sara’ raggiunto attraverso incentivi capaci di favorire gli investimenti innovativi delle aziende produttrici e trasformatrici, di accrescere il livello di formazione professionale degli agricoltori, di promuovere nuova imprenditoria giovanile.

A questa linea di sviluppo sono riservati 350 miliardi di finanziamenti pubblici, che attiveranno interventi per complessivi 700 miliardi. Il secondo e’ mirato a diminuire l’impatto dell’agricoltura sull’ambiente, favorendo le produzioni di maggiore qualita’ e salubrita’.
Questi interventi sono dotati di finanziamenti per quasi 900 miliardi.
Il terzo e’ rivolto al miglioramento della qualita’ della vita delle popolazioni rurali attraverso il potenziamento dei servizi sociali e –ad esempio- la realizzazione di infrastrutture (strade, acquedotti, elettrodotti), l’incentivazione del turismo e dell’artigianato cosi’ da creare occupazione e frenare lo spopolamento delle campagne.

Questi interventi dispongono di un finanziamento di circa 520 miliardi. Secondo le previsioni il Piano produrra’, nel 2006, un aumento del 2 per cento circa del valore aggiunto per abitante all’interno delle zone rurali (che passerebbe cosi’ da 37 milioni a 42 milioni di lire per abitante) e una inversione di tendenza nell’occupazione che passerebbe dagli attuali 1.349.000 a 1.375.000 addetti nei vari comparti economici (agricoltura, forestazione, turismo, artigianato, ecc.) interessati dal piano.
Il Piano di sviluppo sara’ integrato a breve dal programma Leader Plus sul quale la Regione e’ gia’ impegnata per la definizione del progetto, cosi’ da sottoporlo all’approvazione della Commissione europea entro fine novembre.


Al Piano di sviluppo rurale seguiranno due ulteriori strumenti di programmazione che faranno leva sugli altri fondi strutturali –il FESR (Fondo europeo di sviluppo regionale) e lo SFOP (Strumento finanziario operativo per la pesca), oltre al FSE (Fondo sociale europeo, gia’ definito)- che prevedono interventi complessivi nell’ordine di 6000 miliardi. Per cio’ che riguarda il Piano di sviluppo rurale la Regione Toscana sta lavorando alla predisposizione dei bandi, la cui emissione e’ prevista nei mesi di settembre/ottobre.


Con il Piano rurale 2000-2006 la Regione si pone l’obiettivo di migliorare la qualita’ della vita in Toscana attraverso lo sviluppo dell’agricoltura e di un modello basato sul recupero e la valorizzazione delle tradizioni e della cultura locali, sul rispetto dell’ambiente e del paesaggio. Grazie ad esso la Regione e’ in grado di dare concretezza a progetti e strategie che definiscono gli assetti del settore per i prossimi sei anni. In sintonia con i nuovi indirizzi comunitari in materia di agricoltura espressi da Agenda 2000, il piano contiene una serie di novita’, sia nel metodo che nei contenuti.

Sul primo fronte le novita’ sono soprattutto due: da una parte il piano permette agli agricoltori di avere un quadro completo e univoco di tutti gli strumenti esistenti a livello comunitario mentre, dall’altra, l’estensione all’intero territorio toscano della possibilita’ di beneficiare degli incentivi ne consente una distribuzione uniforme. Quanto ai contenuti, le peculiarita’ del piano toscano sono soprattutto nell’attenzione al paesaggio e alla tradizione di qualita’.

Vi si ritrovano, ad esempio, misure per il ripristino di elementi paesaggistici tipici (terrazze, muri a secco, ecc) e di tutti quegli elementi che rendono il paesaggio toscano unico al mondo.
Obiettivi generali: sono il sostegno alla competitivita’ delle aziende agricole e agroindustriali e delle produzioni di qualita’, l’impulso al miglioramento dell’ambiente e del territorio, una spinta per l’utilizzo di tutte le opportunita’ offerte dal mondo agricolo. A questi tre obiettivi corrispondono altrettanti assi: Sostegno al miglioramento del sistema agricolo e agroindustriale (cui sono destinati finanziamenti per un totale di oltre 350 milioni di euro nei sei anni); Sostegno al miglioramento dell’ambiente delle zone rurali (costo totale 447 milioni di euro); Sostegno allo sviluppo integrato delle zone rurali (costo totale oltre 260 milioni di euro).


Asse I: vi sono raccolte le misure per il sostegno di strutture produttive, aziende agricole, imprese di trasformazione, commercializzazione e forestali. Di rilievo la presenza di misure specifiche per i giovani imprenditori e per la formazione nel settore agricolo. Asse II: la compatibilita’ con l’ambiente e’ il filo conduttore di questi interventi che prevedono finanziamenti per progetti destinati a zone svantaggiate e il rimboschimento di terreni agricoli. Asse III: comprende misure a favore delle infrastrutture delle zone rurali con l’obiettivo del miglioramento della qualita’ della vita e del territorio, interventi per valorizzare risorse del turismo rurale, dell’artigianato e la commercializzazione dei prodotti di qualita’.

Effetti previsti: si prevede che il piano sia in grado di produrre, nel 2006, un aumento del 2 per cento circa del valore aggiunto per abitante all’interno delle zone rurali (che passerebbe cosi’ da 37 milioni a 42 milioni di lire per abitante) e una inversione di tendenza nell’occupazione che passerebbe dagli attuali 1.349.000 a 1.375.000).
Il rispetto di un impegno programmatico strategico, il rafforzamento del modello di sviluppo rurale della Toscana, le numerose richieste da parte di nuovi giovani imprenditori agricoli e l’approvazione del marchio di qualita’ della Regione Toscana da parte della Commissione dell’Unione Europea sono stati al centro della conferenza stampa del presidente Claudio Martini e dell’assessore all’agricoltura Tito Barbini, che hanno dato notizia dell’approvazione del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 della Regione Toscana.
“Avevamo messo nel programma dei primi 200 giorni –ha detto Martini- questo adempimento, invece sono passati soltanto due mesi dall’inizio del nostro lavoro.

Intendiamo cosi’ rafforzare il modello di sviluppo rurale della Toscana, visto che consideriamo l’agricoltura uno dei settori piu’ innovativi e performanti dell’economia regionale. Del resto altri 6000 miliardi di interventi saranno tra breve possibili grazie ai programmi Leader Plus, Fesr, Fse e Sfop. Il nostro modello di sviluppo rurale e’ basato sulla tipicita’, sull’intreccio tra storia e cultura, sulla valorizzazione e la salvaguardia dell’ambiente”.
Il presidente ha ribadito la contrarieta’ della Toscana agli OGM (gli organismi geneticamente modificati) perché la Regione punta invece sulla valorizzazione dei prodotti tipici, mentre l’omologazione e’ antitetica rispetto a questo modello.
“La Toscana –ha concluso Martini- puo’ diventare una regione leader in Italia nel campo del sostegno della qualita’ e della sicurezza agroalimentare”.
L’assessore Tito Barbini ha sottolineato la concezione fortemente innovativa dell’agricoltura toscana, strettamente legata all’ambiente e basata sulla competitivita’ e sullo sviluppo sostenibile. “Con questo provvedimento –ha precisato Barbini- si supera una concezione basata esclusivamente sul sostegno dei prezzi, per privilegiare l’aiuto allo sviluppo e a tutti i suoi motori, come il commercio, il turismo, l’agriturismo, l’artigianato, oltre naturalmente all’agricoltura”.
Barbini ha richiamato il grande successo del pre-bando rivolto ai giovani agricoltori per il quale sono giunte ben 2600 domande con una richiesta di contributi per 100 miliardi.
A margine della conferenza stampa l’assessore Barbini ha dato poi notizia dell’approvazione del marchio di qualita’ della Regione Toscana da parte della Commissione europea.

Il marchio, rappresentato da una piccola farfalla bianca (la cavolaia) contraddistinguera’ i prodotti ottenuti secondo disciplinari di produzione integrata, che limitano o riducono notevolmente l’utilizzo di insetticidi ed erbicidi. Il provvedimento, che riguarda 18.000 aziende toscane, e’ stato accolto con grande soddisfazione.
Chi vorra’ ottenere questo marchio dovra’ sottostare a precise regole per la produzione, la trasformazione e la commercializzazione di prodotti come vino, olio, cereali e ortofrutticoli.

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