Taglio del nastro oggi per Pistoia capitale nel 2017 della cultura italiana, con visita del premier Paolo Gentiloni e del ministro alla cultura Dario Franceschini. Un progetto che ha saputo mettere a sistema quello che è stato costruito e realizzato negli anni per proiettarlo verso il futuro: non solo una mostra o una serie di mostre, ma la cultura che crea relazioni con tutta la città.
La Pistoia dalla storia e tradizione due volte millenaria, come ha ricordato anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi e prima di lui il sindaco Bertinelli. La Pistoia che si contraddistingue per il tradizionale riserbo, ma ha da sempre frequentazioni con il mondo e dove si costruiscono anche i treni veloci tra i più belli al mondo, come qualcuno ha detto. Ecco la Pistoia città anche della pace e del dialogo intereligioso, scelta anni fa con la valle dell'Orsigna, per l'ultima parte della sua vita, da Tiziano Terzani, che raccontava la guerra predicando l'armonia. Ecco la Pistoia, immersa tra passato, presente e futuro ma che intende interpretare la cultura anche come occasione di rigenerazione urbana. Tutto insieme, come nel video che ha aperto questo pomeriggio l'incontro in palazzo comunale.
Una lezione per tutta la Toscana"Pistoia, la cui monumentalità è assai eloquente, è una città ricca di storia, di cultura e di radici che affondano in un quotidiano medievale umanistico che sa rigenerarsi di continuo – ha sottolineato Rossi nel suo discorso in Sala Maggiore di Palazzo di Giano - Ma Pistoia capitale indica anche la via maestra per lo sviluppo culturale dei nostri sistemi locali: una lezione per tutti, anche qui in Toscana, ovvero l'idea di una crescita equilibrata, come il paesaggio toscano, dove non solo si limita il consumo di suolo ma si tende al recupero degli spazi urbani dismessi (uno fra tutti l'ex ospedale del Ceppo) per trasformarli in opportunità di nuova occupazione, sostenuta in questo dalla Regione".
E' il modo di interpretare lo sviluppo (e la cultura) che si intreccia con il 'rammendo delle periferie" richiamato più tardi dal presidente del consiglio Gentiloni, che parla di un patrimonio da conservare e rivitalizzare, o con il 'museo diffuso ' e il turismo sostenibile e di qualità a cui si deve puntare, come ricorda poi il ministro Franceschini.
"Oggi la Toscana - ha affermato Rossi - celebra Pistoia come sua eccellenza e sono sicuro che questo 2017 sarà occasione di crescita per la città, non solo per fini turistici (con i turisti che dall'inizio dell'anno sono già aumentati del 12 per cento ndr) ma anche da un punto di vista sociale".
Rossi ricorda i quasi mille anni di Pistoia come comune autonomo, esempio di "un policentrismo che è comunque oggi armonioso e virtuoso". Cita Tommaseo e Pistoia celebrata nell'Ottocento per la purezza della lingua italiana. Cita anche la pianura, che ospita il maggior indotto economico locale, ovvero il vivaismo, ricorda poi la montagna e la strada dell'Abetone e del Brennero, testimonianza della sagacia infrastrutturale dei Lorena e la via Francigena, a cui in fondo è legato il culto di San Jacopo e che "la Regione ha voluto recuperare e già attira un turismo colto e particolare".
Gli ultimi due richiami sono "alla cultura che è prima di tutto educazione, tra i primi diritti di cittadinanza" e "alla missione 'civilizzatrice' che Pistoia avrà". " In un anno decisamente difficile per l'Europa – conclude infatti Rossi – la città può dimostrare che si possono costruire ponti di dialogo e di pace in un mondo insidiato dalle guerre".
La visita in città Il presidente del consiglio Gentiloni era arrivato a Pistoia nel primo pomeriggio, di rientro da Strasburgo, e assieme al ministro Franceschini ha visitato con il sindaco della città Bertinelli, accompagnato anche dalla vice presidente ed assessore alla cultura della Toscana, Monica Barni, per prima cosa il museo del Novecento e del Contemporaneo a Palazzo Fabroni, dove è in corso la mostra "Prèt â porter" di Giovanni Frangi, curata da Giovanni Agosti.
Di seguito il premier è stato accompagnato alla Chiesa di Sant'Andrea, per ammirare il pulpito esagonale di Giovanni Pisano, tra i maggiori tesori artistici della città, e l'edificio che è uno dei più begli esempi dell'architettura romanica pistoiese, tipica per il marmo bianco e verde che si rincorre sulla facciata. A far gli onori di casa, in questo caso, è stato il vescovo Tardelli.
La terza tappa è stata appunto il palazzo comunale, lo storico Palazzo di Giano, dove ad attenderlo c'erano tutte le autorità e i membri del Comitato promotore e del comitato scientifico di Pistoia capitale. E naturalmente c'era la Regione, con il presidente Enrico Rossi e la vice presidente ed assessore alla cultura Monica Barni.
Gentiloni e Franceschini, prima dell'ingresso nella Sala Maggiore, hanno firmato il libro d'onore del Comune di Pistoia, ricevendo in omaggio i volumi dedicati agli Statuti Pistoiesi, che risalgano al XII e costituiscono con lo Statuto dei Consoli la più antica raccolta di leggi dell'età comunale in tutta Italia.