La 'protesta delle pentole vuote' a Firenze

Le associazioni dei consumatori si mobilitano contro le speculazioni e gli aumenti ingiustificati dei prezzi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 giugno 2022 23:50
La 'protesta delle pentole vuote' a Firenze

Aumenti dei prezzi e carovita preoccupano le associazioni dei consumatori inducendole a una mobilitazione di piazza in tutte le principali città italiane il prossimo 10 giugno, la “Protesta delle pentole vuote”, che dà seguito all’assemblea unitaria on line svolta il 6 aprile scorso, con migliaia di delegati di tutte le regioni. Per la Toscana l'appuntamento è in via Cavour a Firenze, di fronte alla Prefettura, venerdì 10 giugno alle ore 11:00.

«Non si tratta di un generico né temporaneo aumento dei prezzi – affermano le associazioni dei consumatori – ma di una vera e propria corsa al rialzo, alimentata da ingiustificabili fenomeni speculativi, che sta costringendo le famiglie a rinunce e privazioni che avranno importanti conseguenze sull’intero sistema economico. In questo modo nel Paese crescono disuguaglianze, povertà energetica e povertà alimentare. Più di un quarto delle famiglie si trova già in grave difficoltà e sta riducendo, fino anche a privarsene, consumi essenziali come quelli alimentari, sanitari e di cura della persona.

L’inflazione nel 2022 ha già raggiunto il 6,5%, come non accadeva dai primi anni ’90, e il previsto rialzo dei tassi d’interesse porterà all’aumento anche delle rate di mutui e prestiti. I rincari a cui stiamo assistendo hanno avuto finora solo timide reazioni del governo, che si è limitato a misure di carattere emergenziale e temporaneo, come la tassazione sui super-profitti delle società dell’energia, gli sgravi parziali per alcune imprese e la riduzione degli oneri fiscali sulle bollette, ma rinviando i necessari interventi di carattere strutturale che da tempo rivendichiamo per arginare una crisi che si prospetta non di breve periodo».«La pentola vuota – spiegano – è il simbolo della difficoltà delle persone e delle famiglie che faticano ormai a soddisfare bisogni essenziali, come mettere insieme quotidianamente il pranzo con la cena.

Sono state invitate a partecipare le organizzazioni sindacali e datoriali, il mondo del Terzo settore e del volontariato sociale, le associazioni ambientaliste e studentesche».Le associazioni presenteranno una piattaforma di interventi per calmierare i prezzi e combattere la speculazione, chiedendo al Governo di includere i rappresentanti dei consumatori tra le parti sociali per confrontarsi sul contrasto alla povertà energetica, sul sostegno alle famiglie e ai soggetti più fragili, sulla determinazione e sorveglianza dei prezzi, sui carichi fiscali.

«Per la maggioranza silenziosa dei consumatori – dichiara Marco Festelli, vicepresidente nazionale di Confconsumatori e responsabile di Confconsumatori Toscana – è l'occasione di farsi sentire e di rendere note le difficoltà della vita quotidiana, manifestando in modo pacifico ed educato per far capire al Governo e al Parlamento che occorre un cambio netto di passo, mettendo al centro delle scelte le famiglie dei consumatori. Pertanto invitiamo tutti i nostri soci, e in generale tutti i cittadini, a partecipare in massa».

Le famiglie si difendono dalla corsa dell’inflazione e dall’aumenti dei prezzi del carrello della spesa andando a caccia di offerte e buoni sconto nei supermercati (23%) ed acquistando prodotti di stagione ai mercati contadini che tagliano intermediazioni e costi di trasporto (23%). Ma una su cinque (27%) è costretta a ridurre gli acquisti. E’ quello che emerge dal sondaggio online condotto da Coldiretti Toscana sulle strategie adottate dalle famiglie per far fronte agli effetti della guerra sulla spesa.

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“Già prima dell’invasione dell’Ucraina in Toscana più di una famiglia su due aveva difficoltà ad arrivare alla fine del mese. – analizza Fabrizio Filippi, Presidente Coldiretti Toscana – L’inflazione che colpisce il carrello della spesa mette a rischio alimentare quasi 55 mila famiglie della nostra regione che già oggi si trovano in una condizione di povertà assoluta. Di questo passo molte persone non avranno più la capacità minima per accedere ai principali prodotti alimentari e saranno costrette ad acquistare cibo di scarsa qualità e a far ricorso alle mense dei poveri e ai pacchi alimentari. Più la guerra sarà lunga più questi effetti saranno pesanti”.

In questo senso Coldiretti Toscana accoglie positivamente l’annuncio del Governatore Giani di ulteriori 71 milioni di euro, derivanti dal Fondo nazionale per la povertà, che la Regione Toscana distribuirà in tre anni dividendoli tra i comuni toscani. “In questi ultimi due anni Coldiretti con la rete di Campagna Amica con i suoi mercati contadini sparsi in tutta la regione ed iniziative come la Spesa Spesa – ricorda Filippi – ha provveduto alla raccolta e alla distribuzione di decine e decine di tonnellate di cibo Made in Italy di qualità alle famiglie in difficoltà attraverso mense, diocesi ed enti come la Caritas. E’ stato un lavoro enorme che ha permesso di dare risposte concrete e immediate”.

Tra i comportamenti virtuosi segnalati a coloro che hanno risposto al sondaggio spicca la riduzione degli sprechi messa in pratica dal 19%. Un impegno che al valore economico aggiunge anche quello etico ed ambientale in un Paese come l’Italia dove in media nella spazzatura – sottolinea Coldiretti Toscana – finiscono quasi 31 chili all’anno di prodotti alimentari pro capite. A farsi spazio sulle tavolo sono tornati i piatti del giorno dopo come polpette, frittate, pizze farcite, ratatouille e macedonia.

Ricette che non sono solo una ottima soluzione per non gettare nella spazzatura gli avanzi, ma aiutano anche a non far sparire tradizioni culinarie del passato secondo una usanza molto diffusa che ha dato origine a piatti diventati simbolo della cultura enogastronomica del territorio come la ribollita toscana o la pappa al pomodoro. Per abbattere i costi attraverso gli acquisti all’ingrosso, il 6% ha deciso invece di rivolgersi ai gruppi di acquisto solidale.

A sostenere l’accelerazione della crescita dei prezzi oltre all’energia – sottolinea Coldiretti Toscana - sono gli alimentari cresciuti in media del 7,1% per effetto di aumenti generalizzati di tutti i prodotti a partire dagli oli alimentari di semi (+70,2%) al burro (+22,6%) fino alla pasta (+16,6%). Se i prezzi per le famiglie corrono l’aumento dei costi colpisce duramente – precisa Coldiretti Toscana – l’intera filiera agroalimentare a partire dalle campagne dove più di 1 azienda agricola su 10 (11%) è in una situazione così critica da portare alla cessazione dell’attività ma ben circa 1/3 del totale (30%) si trova comunque costretta in questo momento a lavorare in una condizione di reddito negativo per effetto dell’aumento dei costi di produzione, secondo il Crea. In agricoltura si registrano infatti aumenti dei costi che vanno dal +170% dei concimi al +90% dei mangimi al +129% per il gasolio.

Per Coldiretti Toscana la soluzione sono i “gli accordi di filiera tra imprese agricole ed industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi che non scendano mai sotto i costi di produzione come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali e alle speculazioni”.

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