Cittadini attivi in cerca di ascolto a Palazzo Vecchio

Oltrarno: arte, storia e radici a rischio. SOS al presidente Milani: un intervento di garanzia! Anche Banti, TAV e clima

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 agosto 2021 09:00
Cittadini attivi in cerca di ascolto a Palazzo Vecchio

L’associazione che ha raccolto centinaia di firme in Oltrarno e nel mondo della cultura per aprire un processo di partecipazione bocciato dalla giunta Nardella ha incontrato il presidente del Consiglio Luca Milani. Per chiedere aiuto: un solenne intervento di garanzia.

C’è “una preoccupazione che si manifesta ormai in più ambienti, e non soltanto a Firenze”, hanno sottolineato il presidente di Idra Girolamo Dell’Olio e Lucia Evangelisti in rappresentanza della mobilitazione di questa estate per l’informazione e la trasparenza intorno alla variante Costa San Giorgio. Non sembra democraticamente accettabile – hanno spiegato nel corso del colloquio svoltosi al terzo piano di Palazzo Vecchio il 12 agosto scorso - il totale apparente disinteresse con cui sindaco e giunta ricevono le sollecitazioni a un’urbanistica partecipata che la società civile fiorentina, nazionale e internazionale trasmette da mesi alla squadra di governo della città dai confini Unesco ulteriormente allargati”.

E riportano il monito ribadito qualche giorno prima sulle colonne di “Minima Cardiniana”, il blog di Franco Cardini, che a proposito del Manifesto Boboli-Belvedere in tutela della collina di Costa San Giorgio e Via San Leonardo aveva scritto: “Leggo tra i firmatari i nomi di Giovanni Fanelli, di Giannozzo Pucci, di Antonio Paolucci, Luigi Zangheri. Personaggi ben noti tanto al sindaco quanto all’opinione pubblica.

E mi domando: sindaco e giunta non rispondono perché ritengono di averlo già fatti, o perché considerano la questione ormai conclusa, o perché stanno elaborando una risposta adeguata?”. Come si concilia questa indifferenza, si osserva, con le ‘buone intenzioni’ proclamate dall’assessore Del Re quando ha annunciato che è ora il momento del coinvolgimento della popolazione e dei diversi attori interessati per aggiornare i progetti strategici e individuare nuove azioni da integrare e monitorare nei prossimi cinque anni”? Con queste premesse, si chiedono, come fare a credere che cambiamenti climatici, vivibilità, residenza e commercio nel centro storico, gestione del sistema turistico e della mobilità, aree verdi e spazi pubblici aperti” dovranno caratterizzare il nuovo piano di gestione del centro storico di Firenze patrimonio mondiale Unesco?

Ecco dunque perché Idra si è appellata al più alto esponente istituzionale dell’organo elettivo della città, il presidente del Consiglio comunale Milani, perché attui “un intervento di garanzia, un richiamo formale” e“si dia corso al minimo sindacale di relazione del Palazzo con la cittadinanza”. Nulla è stato ancora fatto, lamentano dall’altra sponda del fiume, in termini di “informazione di base sulla variante urbanistica che minaccia la qualità della vita e del paesaggio nell’area Unesco dell’Oltrarno, e lo stesso approvvigionamento idrico del giardino all’italiana di Boboli, fondato sulla risorsa acqua.

Urge un’opportunità di conoscenza approfondita e diffusa del contenuto e delle possibili conseguenze della variante”. Anteprima in dono alla presidenza del Consiglio, due scritti di prossima imminente pubblicazione: l’intervento del prof. Andrea De Marchi, ordinario di Storia dell’arte medioevale all’Università degli studi di Firenze, alla maratona oratoria civile del 28 maggio sotto Palazzo Vecchio, e – dagli antipodi del pianeta – un contributo arrivato da Sidney, a firma di Diana Hall, ricercatrice indipendente australiana di storia medievale e rinascimentale di Firenze.

Ma a Luca Milani è stato documentato anche il progetto di iniziativa civica e laboratorio sociale e culturale proposto due giorni prima alla prefetto Alessandra Guidi per piazza Santo Spirito. Un appuntamento al quale ha offerto la propria disponibilità artistica ad assicurare un contributo il Quartetto d’archi “Florentia” dell’Orchestra Regionale della Toscana.

E’ stata sottolineata inoltre, in quest’era di investimenti da ispirare a saggezza e utilità sociale, “l’importanza del recupero dell’ex Sanatorio Banti”, a Pratolino, un’antica battaglia dell’associazione e del Comitato di cittadini guidato già dalla seconda metà degli anni Novanta da Gina Pratesi e Alfea Federici. Un tema che sta forse ottenendo una rinnovata attenzione all’esigenza di “far tornare a perseguire fini sanitari e sociali a quel bene straordinario, l’ ‘ospedale dell’aria bona’, costruito con intelligenza progettuale e materiali di prim’ordine negli anni Trenta del secolo scorso sulla collina di Pratolino, ma tuttora abbandonato al degrado.

Annoso cruccio, il progettato doppio sottoattraversamento TAV di Firenze, che Idra avversa dai tempi della sua prima approvazione, a marzo del 1999. “I lavori di scavo per la nuova stazione sotterranea Foster a Firenze – torna a denunciare l’associazione - sono ripresi senza che sia stata perfezionata l’opera di rivisitazione del progetto, notoriamente discusso e a suo tempo contestato anche dal sindaco Dario Nardella, e in clamorosa assenza della salvaguardia istituzionale di un Osservatorio ambientale, vacante da febbraio 2018”.

Anche al presidente Milani, come alla prefetto Guidi, Idra ha ribadito che “nulla c’entra col PNRR (scadenza 2026) una navetta che dovrebbe collegare la futuribile Foster con Santa Maria Novella non prima del 2028. Una navetta per la cui realizzazione la Regione Toscana e il Comune di Firenze dichiarano invece di voler attingere al fondo del Next Generation Eu”. Per finire con una proposta concreta: “Quanto al budget stratosferico (e in ulteriore lievitazione, come appreso dall’amministratore delegato della società di RFI incaricata dei lavori ing. Raffaele Zurlo) che risulta impegnato per la realizzazione dei due tunnel e della Foster, quei fondi dovrebbero essere urgentemente dirottati, ad avviso dell’associazione, nella messa in sicurezza delle infrastrutture già esistenti (come la tratta appenninica AV/AC Firenze –Bologna) e nella difesa idrogeologica del territorio collinare, montano e di pianura, a fronte della drammaticità del cambiamento climatico in atto.

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