Anche Eike Schmidt sembra preoccupato per quel mega albergo sopra il giardino di Boboli

C’è una lettera che il direttore delle Gallerie degli Uffizi ha indirizzato alla Direzione urbanistica di Palazzo Vecchio e al Soprintendente. Idra ringrazia e la gira alla Giunta, al Consiglio e al Quartiere 1

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 febbraio 2021 00:59
Anche Eike Schmidt sembra preoccupato per quel mega albergo sopra il giardino di Boboli
Albergo Costa San Giorgio - Scenario

“Ricostruendo la vicenda che ha portato Palazzo Vecchio ad avallare in piena area Unesco, fra Boboli e il Giardino Bardini, una variante al regolamento urbanistico priva di valutazione ambientale strategica, Idra ha scoperto che proprio il ‘vicino di casa’ del nuovo proprietario della ex Caserma Vittorio Veneto, Eike Schmidt, è stato tenuto all’oscuro dei contenuti del progetto oggetto della Variante”.

Così, in un comunicato, l’associazione che, con gruppi di cittadinanza attiva in Oltrarno, sta lanciando la proposta di un dibattito pubblico su una materia – la ‘risistemazione’ della collina di Belvedere – di cui poco o nulla si sa in giro.

Nasce un carteggio, spiegano da Idra, che convince il direttore degli Uffizi a prendere in questi giorni carta e penna, e a scrivere sia alla Direzione urbanistica del Comune di Firenze sia alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per sottolineare “la straordinaria delicatezza del contesto” Unesco in cui si colloca la Variante che prevede - a beneficio di una nuova destinazione urbanistica turistico–ricettiva all’86% - una profonda ristrutturazione edilizia: “E’ d’uopo rilevare la necessità – chiarisce Schmidt - che qualsivoglia iniziativa e/o intervento che interessi le aree immediatamente prossime al Complesso Museale di Boboli, debba essere posto in essere nel rispetto del primario obiettivo di garantire e preservare l’integrità del patrimonio culturale dello stesso.

Ma i cittadini a loro volta evidenziano un dettaglio curioso. Paradossale”, dicono, “che il responsabile di uno dei più ammirati e celebri giardini rinascimentali e post-rinascimentali d’Europa debba, per giustificarne le esigenze di tutela, enumerare e descrivere minutamente ai responsabili di organi di rilievo come la Direzione Urbanistica e la Soprintendenza le caratteristiche e le fragilità di un bene storico-ambientale così noto e prestigioso, quasi che se ne sia smarrita la memoria proprio fra le autorità istituzionali preposte alla custodia e alla valorizzazione degli assetti urbanistici”.

Perché in effetti questo è quello che si coglie leggendo integralmente le osservazioni formulate dagli Uffizi (che hanno giurisdizione anche sul Complesso Museale di Boboli). “Il Giardino di Boboli – aggiunge infatti Schmidt nella missiva indirizzata per conoscenza anche al Difensore civico della Toscana e a Idraè un museo a cielo aperto di inestimabile valore culturale, e come tale deve essere preservato nella sua totale integrità fisica tanto in superficie quanto nel sottosuolo.

Qui si fa notare, da parte dei pochi cittadini informati e amareggiati dall’assenza di confronto e dibattito, che il progetto di grande albergo nella collina sovrastante le sorgenti prevede, negli elaborati presentati al Comune, interventi cospicui di scavo in sotterraneo, per ospitare due parcheggi, un tunnel carrabile e più servizi interrati…

“E’ dovere pertanto dello scrivente Istituto – prosegue la lettera di Schmidt– adoperarsi per mettere in atto ogni misura utile a tutelare, gestire e valorizzare le proprie collezioni, comprensive di beni archeologici, storico-artistici, architettonici, paesaggistici e naturali. Dove, fra i tesori che quel sottosuolo potrebbe nascondere, sono da annoverare secondo Idra le testimonianze della prima comunità cristiana raccoltasi, nella Florentia romana, attorno alla vicinissima Chiesa di Santa Felicita (nota all’Osservazione n. 20 trasmessa alla Direzione Urbanistica).

Il direttore degli Uffizi, nel segnalare “alcuni profili di particolare rilievo”, così prosegue: “Il Parco Monumentale di Boboli, analogamente ad un sistema venoso di un corpo umano, si compone di cunicoli e condutture che trasportano l’acqua che rende rigogliosa la vegetazione, alimenta sorgenti e vivai, depositi e conserve, vasche che custodiscono preziose collezioni di piante acquatiche, fontane e giochi d’acqua che decorano le Grotte, tema tanto caro ai giardini storici monumentali fiorentini prima medicei e poi lorenesi”.

E i cittadini chiosano: “Proprio nei pressi della più antica di queste Grotte, detta ‘di Madama’, il progetto di albergo presentato all’Amministrazione comunale dalla proprietà della ex Caserma prevede l’istallazione di un ‘ascensore inclinato’ a servizio della clientela: accolti attraverso il portone principale di Palazzo Pitti, superato il cortile dell’Ammannati il progetto prevede che gli ospiti del resort raggiungano, lungo l’Orto di Giove, il mezzo meccanico che li trasferisca alle camere”.

Conclude didascalicamente Schmidt: “Come ampiamente documentato in copiosa bibliografia, il regime idraulico di Boboli, sfruttando la pendenza del declivio collinare e applicando empiricamente i principi fondamentali della scienza idraulica basata sulle leggi gravitazionali della fisica, è stato pensato e realizzato con un “impianto a caduta”, mediante costruzione di acquedotti che ancora oggi alimentano il Giardino”. Una sorta di lezione di idraulica elementare, commentano dall’associazione.

E aggiungono: “Forse ce n’è davvero bisogno se l’architettare prende il sopravvento sul progettare. Qui infatti il pensiero corre naturalmente alle acque che sgorgano proprio dalla collina di Belvedere (pensiamo alla Sorgente del Menabuoni, o ‘della Mina’), il critico ‘Poggio delle Rovinate’, la cui storica fragilità idrogeologica attestano sia la toponomastica (Via del Canneto, Vicolo del Canneto, Costa del Pozzo) sia il monito inciso nella targa che Cosimo I fece apporre nel 1565 in Via de’ Bardi, tuttora leggibile (“Cosimo de’ Medici signore di Firenze e di Siena, proibì di ricostruire le case di questo monte tre volte crollate per inadeguatezza del suolo”)”.

Esplicite le raccomandazioni di commiato formulate dal direttore degli Uffizi: “In ragione di quanto sinora esposto, si chiede cortesemente alla S.V. di tenere in debita considerazione le suesposte osservazioni, al fine di adottare le più opportune determinazioni del caso.

Idra ha voluto compiacersi quindi con Eike Schmidt per il provvido intervento: “Constatiamo con viva soddisfazione con quanta sollecitudine sia stato raccolto dalle Gallerie da Lei dirette il ragionevole allarme lanciato dalla scrivente Associazione una volta che è stato possibile accertare il mancato coinvolgimento della Direzione delle Gallerie degli Uffizi nel procedimento che ha condotto il Comune di Firenze alla definizione della Variante semplificata al Regolamento Urbanistico Scheda norma AT 12.05 Ex Caserma Vittorio Veneto, adottata in assenza di Valutazione Ambientale Strategica, e dei connessi interventi di trasformazione urbanistica e ristrutturazione edilizia”.

E conclude: “Ritenendo utile e opportuno che le istituzioni locali fiorentine abbiano piena contezza delle importanti premure che codesta Direzione mostra di nutrire ai fini dell’integrale tutela del Giardino, la presente viene trasmessa per conoscenza anche al Presidente del Consiglio comunale, al Presidente della Commissione Urbanistica, ai Gruppi consiliari, al Consiglio di Quartiere 1, al Sindaco e agli Assessori competenti del Comune di Firenze”. Allegata, la nota degli Uffizi.

Ma l’associazione ringrazia anche il Difensore civico della Toscana, il dott. Sandro Vannini, che dagli esordi tiene informato sugli sviluppi delle vicenda, “per il reiterato supporto alle istanze di trasparenza che la scrivente Associazione da mesi e mesi sottopone all’Amministrazione Comunale”.

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