Turismo sociale e compatibile vs airb&b a Firenze?

Banti: una soluzione possibile sulla collina che domina la città, per tenere insieme salute, economia e ambiente. L'associazione fiorentina Idra alla ASL: “Sospendere intanto l’alienazione del bene!”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 maggio 2020 12:49
Turismo sociale e compatibile vs airb&b a Firenze?
Sanatorio Banti: il travertino della torre contro il cielo

L’ipotesi spunta da un colloquio in videoconferenza definito dagli ecologisti di Idra “lungo e proficuo” con i vertici amministrativi dell’Azienda USL Toscana Centro, al quale hanno partecipato il direttore amministrativo dott. Lorenzo Pescini, il responsabile del Dipartimento di area tecnica dott. Marco Brintazzoli, il responsabile del Patrimonio ing. Guido Bilello e il responsabile d’area ing. Luca Meucci. Con Idra, il presidente Girolamo Dell’Olio, il geom. Giulio Signorini e l’ing. Andrea Carrara.

Un Banti recuperato, si apprende, potrebbe segnare “una vera rivoluzione culturale nella politica dell’ospitalità a beneficio di chi ama venire a conoscere Firenze (dalle scolaresche agli artisti alle famiglie)”. Si può immaginare infatti per il ‘gigante devastato’ una funzione ricettiva orientata a promuovere la qualità dell’accoglienza, come primo esperimento di antidoto alla proliferazione prettamente speculativa del modello Airb&b che imperversa in tutte le città d’arte.

In questi ultimi 25 anni, si legge nel resoconto stampa di Idra, anche nel capoluogo toscano si è affermata una politica scellerata che, completando la mercificazione della città cara al mondo, ne sta erodendo identità sociale e culturale, spopolandola dei suoi residenti (oggi solo in 19.000 resistono nel Centro storico Unesco!), consegnandola alla monocultura di un turismo di massa usa-e-getta, tanto redditizio per le rendite di posizione conquistate dai nuovi oligopoli dell’accoglienza quanto vulnerabile e tossica laddove condizioni come quelle dell’attuale pandemia ne mettano a nudo l’impressionante fragilità.

“Questo incrociatore che guarda l’intera vallata dell’Arno dalle pendici del dantesco Uccellatoio”, hanno commentato il presidente di Idra, Andrea Carrara e Giulio Signorini, “circondato da un parco incastonato a sua volta fra il Sito di importanza comunitaria di Monte Morello e il parco di Villa Demidoff, collegato – come è già - con un efficiente servizio bus alla città, patrimonio dell’Unesco, costituirebbe un modello virtuoso di foresteria sociale, a prezzi contenuti, a disposizione di studenti e insegnanti, artisti, “turisti slow” provenienti con una piccola deviazione dal “Sentiero degli dei” che da Bologna porta a Firenze, studiosi interessati a coltivare la cultura del mondo animale e vegetale.

Prospettive suscettibili, tutte, di produrre significativi risultati in termini di indotto occupazionale”.

E dunque, ha concluso Giulio Signorini, “lavoreremo volentieri alla definizione di un’ipotesi di piano finanziario. Ma chiediamo alla ASL un primo passo che attesti la disponibilità a rivisitare le proprie scelte sull’ex Sanatorio, fin qui infruttuose peraltro, sospendendone il provvedimento di alienazione.

Obiettivo dell’incontro, l’aggiornamento dell’interlocuzione con coloro che nell’Azienda seguono i destini delle tante strutture sanitarie dismesse o abbandonate, spesso di elevato pregio architettonico e ambientale, disseminate nel nostro territorio, come del resto in molte altre parti della Toscana (lo attesta un recente appello dal Pistoiese) e d’Italia.

L’associazione fiorentina, si legge nel comunicato odierno, ha posto l’accento sulla nuova attenzione che l’epidemia da Coronavirus proietta sul capitolo della salute: E’ in atto un cambio di paradigma nella percezione sociale del valore della sanità. Si annunciano finalmente allocazioni adeguate di risorse, nazionali ed europee, a beneficio della salute pubblica. Questo processo suggerisce una riconversione radicale delle logiche economiche che hanno ispirato la pianificazione degli interventi anche a livello locale”, ha osservato il presidente di Idra.

“Ad esempio, il sanatorio Banti di Pratolino, abbandonato da decenni e oggetto di vandalismi, vanto per mezzo secolo della terapia polmonare, ha acquistato con la pandemia in corso un vero valore di simbolo: il suo recupero diventa oggi finalmente possibile e auspicabile”. “Certo”, ha aggiunto l’ing. Carrara, dicendosi intenzionato a lavorarvi, occorre predisporre un piano finanziario che valuti non soltanto la quantità di risorse necessarie al suo restauro, ma anche un meccanismo (planning) di autofinanziamento, comprensivo di “obbiettivi prioritari”, che ne garantisca il funzionamento a recupero ultimato”.

Ma quali le opzioni d’uso del vasto complesso e del suo polmone verde? Ricca e articolata l’elencazione delle molteplici opzioni d’uso che di quel complesso, e del suo grande polmone verde, è legittimo ipotizzare. Già nel 2004, in Commissione Sanità del Consiglio regionale, Idra e il Comitato di cittadini guidato da Gina Pratesi e Alfea Federici avevano depositato l’indicazione di una rosa di possibili destinazioni sanitarie e ambientali: residenze sanitarie assistenziali (RSA), centri diurni semiresidenziali, presìdi post-degenza intermedi fra l'ospedale e l'abitazione, servizi integrativi di diagnostica, poliambulatorio, attività di formazione sanitaria (didattica, centro studi, convegni), attività di educazione alla salute e ambientale rivolte alle scuole e alla cittadinanza.

Ma oggi, hanno aggiunto Dell’Olio, Carrara e Signorini, a questi scenari possono aggiungersi nuove potenzialità d’uso di carattere culturale (per esempio, un museo della presenza Demidoff in Toscana, o una galleria dell’architettura razionalista nell’area fiorentina, o un centro studi, ricerche e formazione sulla tutela del patrimonio di biodiversità presente nell’area), ambientale (uno dei manufatti minori potrebbe ospitare una base operativa della Scuola Edile per interventi di restauro dei muretti a secco di Monte Morello e dei beni storico-architettonici della collina in progressivo degrado), istituzionale (per sedi della facoltà di Agraria, o di Architettura in sinergia con la Scuola Edile, o dei Carabinieri Forestali).

E, non ultima, una destinazione sociale a beneficio di chi ama visitare Firenze con dentro ancora i suoi abitanti, la sua identità, la sua atmosfera.

Quanto alle ultime notizie sul Banti come attualmente è, la trattativa privata, alla quale la vendita del bene era stata ammessa, non ha ancora sortito alcun risultato, si è appreso nel corso dell’incontro. “E’ stato inoltre comunicato che sono in avvio le procedure di affidamento dei lavori per la bonifica dell’amianto presente in copertura che avranno un costo di circa 70.000,00 €; per quanto riguarda la ex centrale termica l’intervento previsto comporta la messa in sicurezza mediante confinamento. Affidato l’appalto la ditta provvederà alla redazione del piano di lavoro per la rimozione dell’amianto e quindi potranno essere avviati i lavori. E’ presumibile che la presenza del cantiere possa limitare le intrusioni abusive”.

Infine, si è parlato anche dell’intero patrimonio sanitario fiorentino dismesso (da Villa Basilevski al Sant’Antonino, dal S. Giovanni di Dio al Luzzi, dall’ex ospedale di Luco di Mugello a San Salvi, e via discorrendo), e Idra ha preannunciato l’intenzione di richiedere un’audizione all’apposita Commissione del Consiglio regionale della Toscana. “Stiamo predisponendo in merito una memoria”, ha spiegato Dell’Olio, “e chiediamo quindi ai referenti del Settore patrimonio dell’ASL i dati che possano aiutarci a stilare un censimento aggiornato dello stato dell’arte dei beni”. D'altronde interventi mirati di recupero possono collaborare anche a ridurre/annullare il “consumo di suolo” che l'edilizia ha sinora perpetrato negli ultimi decenni.

Dopo oltre due ore di colloquio, si legge nel comunicato, Idra e ASL si sono lasciati con la richiesta da parte dell’Associazione al direttore amministrativo Lorenzo Pescini di promuovere un prossimo incontro, auspicabilmente in presenza, a livello di Direzione generale e di Giunta regionale, così da poter iniziare a verificare anche in quelle sedi le effettive disponibilità a quel “ne usciremo tutti diversi e migliori” che accompagna come augurale colonna sonora le migliori dichiarazioni pubbliche della politica in questa difficile emergenza sanitaria globale.

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