Toscana migliore in Italia per le esportazioni, ma in frenata

Esportazioni in crescita del 5%, mentre il forte calo della domanda interna determina una flessione del 2% delle importazioni. Da luglio a settembre 2012, forte contrazione delle vendite nella UE-27

Redazione Nove da Firenze
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28 gennaio 2013 15:08
Toscana migliore in Italia per le esportazioni, ma in frenata

Firenze, 28 gennaio 2013 - Nel terzo trimestre 2012 la dinamica delle esportazioni dell’economia toscana rallenta ulteriormente, attestandosi al +5% su base tendenziale: tale andamento, sostenuto dalla dinamica dei prezzi di prodotti energetici e metalli preziosi, permette alla regione di registrare il primato fra le regioni esportatrici italiane. Calano intanto di due punti percentuali le importazioni, soprattutto a causa del crollo della domanda interna. Questo il trend evidenziato dal rapporto Il commercio estero della Toscana nel terzo trimestre 2012, elaborato dall’Ufficio studi Unioncamere Toscana. Andamenti settoriali Oltre la metà della crescita delle esportazioni regionali è determinata dal concorso di tre componenti, quella dei metalli preziosi (+6,3%), dei beni energetici (prodotti petroliferi raffinati +28,9%), delle macchine di impiego generale (+17,5%).

La restante parte della crescita è invece correlata a settori più “caratteristici” dell’economia regionale: minerali non metalliferi tra gli intermedi (+10%), meccanica strumentale (+15,0%), oreficeria all’interno dei beni di consumo durevoli (+17,3%, sostenuta dall’andamento dei prezzi), cuoio e pelletteria (+7,7%), calzature (+1,9%) ed agroalimentare (+6,8%) tra i beni di consumo non durevoli. Decisamente negative invece le performance dei mezzi di trasporto, con riferimento agli autoveicoli (-3,4%) e – soprattutto – alla nautica (-33,0%) ed a cicli-motocicli (-11,0%). Mercati e aree di sbocco La fase recessiva dell’economia europea incide negativamente sull’andamento delle vendite regionali nei mercati dell’Unione (-3,7%), con cali diffusi in tutti i principali mercati di destinazione (Regno Unito -17,0%; Germania -7,8%; Belgio -12,8%; Spagna -6,5%; Austria -3,2%).

Positivo invece l’andamento delle vendite verso i paesi europei non-UE (Turchia +35,0%, principalmente per l’export di prodotti petroliferi raffinati, meccanica strumentale, oreficeria), mentre una contrazione si osserva nel mercato russo (-9,0%). I mercati extra-europei forniscono tutti contributi positivi alla crescita delle esportazioni regionali: in evidenza soprattutto l’area asiatica (+15,0%), grazie soprattutto alla crescita dell’export in Giappone (+19,8%), Hong Kong (+14,1%), Emirati Arabi (+19,5%) ed Arabia Saudita (+23,3%).

Registrano al contrario andamenti di segno negativo Cina (-0,2%) e, soprattutto, India (-8,7%). Il continente americano registra un nuovo incremento (+3,5%), grazie alle performances di Usa e Canada, mentre sono connotate dal segno negativo le esportazioni nell’America Centro-Meridionale. Ancora più sostenuti i flussi di export verso l’Africa settentrionale (+28,1%), mentre arrivano a triplicare rispetto allo stesso trimestre del 2011 quelle dirette in Oceania grazie a commesse pluriennali del settore della meccanica (macchine di impiego generale). Territori In ambito regionale, le dinamiche delle singole province risultano molto differenziate.

La peggiore performance si registra a Siena, principalmente a causa della caduta delle vendite del settore farmaceutico, seguita da Prato, con un arretramento delle vendite del settore tessile, Pisa e Lucca. Crescono invece gli altri territori, con un buon andamento di Firenze favorito da un mix di specializzazioni produttive fortemente aperte ai mercati esteri (farmaceutica, pelletteria, agroalimentare, meccanica strumentale) ed incrementi notevoli per Arezzo (metalli preziosi, oreficeria) e Massa Carrara (commesse pluriennali per macchine di impiego generale). Il punto di vista di Vasco Galgani – Presidente Unioncamere Toscana “I dati sul commercio estero nel terzo trimestre 2012 dimostrano che il trenddelle esportazioni toscane continua a rallentare.

Ma, nonostante il calo del mercatoeuropeo, l’export regionale si mostra comunque fra i più dinamici della penisola, grazie agli acquisti dei paesi extra-Ue. Soprattutto, è incoraggiante constatare come risultino ancora in espansione non soltanto alcuni settori a medio-alta tecnologia, meno esposti ai venti della concorrenza internazionale, ma anche molti comparti di più tradizionale specializzazione regionale. La forte apertura ai mercati esteri e l’articolato mix di specializzazioni produttive del nostro territorio, con la diversificazione dei flussi di export che ne consegue, consentono di catturare i segmenti della domanda internazionale più dinamici, favorendo la tenuta del nostro saldo commerciale.

Benché la situazione di crisi sia sempre molto forte, i dati dimostrano che la promozione delle politiche di internazionalizzazione delle imprese toscane finora intrapresa, anche con riferimento ai settori più caratteristici dell’economia regionale, è una scelta strategica importante, in grado di costituire per molte imprese una via d’uscita dalle persistenti difficoltà del mercato interno. Questi segnali positivi, seppur deboli nel contesto generale, possono essere fonte di nuove energie e motivazioni, spingendoci ad intensificare il nostro impegno su questo fronte.”

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