Primarie: al lavoro per il ballottaggio, ma i dati definitivi?

Gli elettori hanno scelto Renzi e Bersani. Danti (Comitato Renzi), “Dai nostri rappresentanti di lista un'altro dato”. I risultati del primo turno a Firenze e provincia. Il consigliere regionale Brogi: “La Toscana è con Matteo”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 novembre 2012 13:07
Primarie: al lavoro per il ballottaggio, ma i dati definitivi?

Ieri le primarie del centrosinistra, oggi il loro scrutinio, che potrebbe concludersi nel pomeriggio. Le operazioni si sono rivelate assai più complesse del previsto, sia per l'alta affluenza, sia forse per una sottovalutazione da parte della Direzione del PD, asse portante della coalizione e organizzatore della consultazione. Il risultato è chiaro e incontrovertibile: si va al ballottaggio con Pier Luigi Bersani in testa e Matteo Renzi staccato di qualche punto. Ma qui iniziano i problemi: il coordinatore PD Nico Stumpo oggi dice che i punti di distacco sono 9.

I dati acquisiti dai rappresentanti di lista di Renzi, ancorché provvisori, consegnano un dato diverso: 43,4 contro 38,8. "Ringraziamo Stumpo e tutti i volontari per il difficile lavoro fatto stanotte"afferma Nicola Danti, del Comitato nazionale di Matteo Renzi "Pensiamo - aggiunge Danti - che ci sia un solo modo per fugare i dubbi: che Nico Stumpo pubblichi online sul sito tutti i verbali dei nove mila seggi. Aggregare i dati su base provinciale come ha fatto Nico Stumpo è molto discutibile.

A solo titolo di esempio, dove evidentemente qualcosa non torna, citiamo i casi di Asti, Bolzano e Belluno. Per noi comunque essere a meno 5 o meno 9 da Bersani non cambia niente. Come ha detto ieri sera Matteo Renzi, al ballottaggio si parte da zero a zero. Ma - conclude Danti - per rispetto di chi ha fatto ore di coda è giusto dare i dati veri e chiari". La giornata di grande partecipazione popolare alle primarie del centrosinistra mette in luce alcuni aspetti importanti in vista delle prossime elezioni politiche.

Ammesso che i dati nazionali ufficiosi siano giusti e pur sapendo di comparare cose leggermente diverse (ma nelle primarie Pd 2009 si sapeva di votare un segretario che era anche candidato Premier): Bersani perde 230 mila voti sul 2009; Renzi prende 58 mila voti più di Franceschini e il terzo di oggi,, Vendola, prende 100 mila voti in più del terzo di allora Ignazio Marino. Comunque sia le Primarie del Centrosinistra volgono verso il ballottaggio di domenica prossima.

Secondo il Regolamento possono votare al ballottaggio con una sola dichiarazione il 29, o il 30 novembre anche coloro che non l'hanno fatto al primo, non servono giusitificazioni. A Firenze e provincia, Empolese escluso, hanno votato 131.303 persone, 130.993 le schede valide. Nell’area metropolitana fiorentina Matteo Renzi ha preso 70.057 voti, il 53,48%, Pierluigi Bersani 43.395, ovvero il 33,13%, Nichi Vendola 13,847, il 10,57%, Laura Puppato 3.121, cioè il 2,38% e Bruno Tabacci 434, cioè lo 0,33%.

Solo a Firenze città i votanti sono stati 57.466, per 57.366 voti validi. Matteo Renzi ha preso 29.941 voti, ovvero il 52,19%, Pierluigi Bersani 18.491 voti, cioè il 32,23%, Nichi Vendola 7.060 voti, il 12,31%, Laura Puppato 1.675, il 2,92% e Bruno Tabacci 209, lo 0,36%. Stamane, a margine di una manifestazione dell’artigianato artistico Dario Nardella, vicesindaco di Firenze, ha dichiarato: "4 milioni di persone alle primarie sono un segnale positivo che deve valere anche per le scelte amministrative.

Firenze è innovativa e rivoluzionaria". Nell'area metropolitana e a Firenze città sono stati impegnati 2.000 volontari nei seggi sul territorio. L'organizzazione ha funzionato nonostante la grande partecipazione, in tutti i seggi si sono concluse in tempo le operazioni di voto, unica eccezione il seggio di piazza dei Ciompi per l'affluenza straordinaria. “La giornata di ieri è stata prima di tutto un grande successo di partecipazione, con tre milioni e mezzo di persone che hanno deciso di essere protagonisti nella scelta del candidato del centrosinistra, che ne esce rafforzato dalla fiducia e dalle aspettative di tanti cittadini” – commenta il consigliere regionale Enzo Brogi – “Anche grazie a Renzi, che con la sua candidatura a saputo attirare tanta attenzione e tanto entusiasmo, adesso il centrosinistra ha di nuovo un popolo, e il dovere che tutti abbiamo è quello di non disperdere questo grande patrimonio”.

“Per quanto riguarda i risultati quello di Renzi è un grande successo, soprattutto in Toscana, dove non ci sarebbe stato neppure bisogno del ballottaggio, e in Comuni e zone dove la sinistra è da sempre forte e radicata” – prosegue Brogi – “In provincia di Arezzo e in Valdarno i voti per Renzi sono oltre il 60% e in alcuni Comuni, come Montevarchi, sfiorano il 70%. A premiare Renzi quindi non sono stati i voti della destra, ma la scelta di tanti cittadini che hanno deciso di aderire e sostenere la sua proposta per l’Italia.

Questo deve interrogare anche i tanti parlamentari, consiglieri, amministratori e dirigenti del partito, quasi tutti per Bersani, sull'importanza e la capacità di essere vicini al sentire dei cittadini". “Adesso ci sarà da rimettersi al lavoro per una settimana che sarà decisiva in vista del ballottaggio. Personalmente mi impegnerò perché Renzi possa migliorare il risultato di ieri” – conclude Brogi –“Ma ci tengo a sottolineare come serva l’impegno di tutti per l’obiettivo comune, che non è la vittoria delle primarie ma la costruzione di una seria proposta di governo per il Paese in vista delle elezioni politiche”. E il commento di Ornella De Zordo, della lista di cittadinanza perUnaltracittà di Firenze:

1) La classe dirigente del Pd dopo un ventennio di fallimenti è messa sotto accusa dai suoi stessi elettori che pur di mandarla a casa scelgono ciò che a loro appare nuovo, Renzi, e gli assegnano un abbrivio importante per la sfida al secondo turno.

Ciò nonostante le scelte liberiste del sindaco di Firenze con al centro l'erosione dei diritti civili e dei lavoratori, l'appoggio alla finanza speculativa, la gestione personalistica del potere, l'evidente disinteresse per lo svolgimento del mandato di Sindaco, usato come trampolino per le sue ambizioni personali. 2) L'insuccesso di Vendola racconta invece di un elettorato di sinistra che non ne può più di vedere i propri rappresentanti sostenere un centrosinistra succube del pensiero unico e fedele all'austerità imposta dall'Unione Europea e decide quindi di stare a casa, privo ad oggi di alternative credibili.

Le "primarie di coalizione" si sono trasformate prontamente in una conta tutta interna al PD, che al massimo utilizzerà alla bisogna qualche stampella esterna senza evidentemente lasciare alcuno spazio per modificarne l'impostazione. In particolare in caso di affermazione di Renzi, che tanto per dire in campo economico si rifà al liberista Zingales, uno che appoggia Romney. 3) Resta senza riferimenti e senza strategie, anche e soprattutto per inadeguatezza di una classe dirigente fallimentare, uno spazio politico a sinistra, potenzialmente non marginale, in cui potrebbero ritrovarsi donne e uomini non compromessi nei sinistri e dannosi politicismi degli ultimi anni, a partire da quei soggetti sociali colpiti sempre più duramene dalle scelte politiche economiche - precari, giovani, lavoratori dipendenti - su un programma prettamente antiliberista, capace di immaginare un'alternativa economica in grado di rimettere al centro i diritti della persona e dell'ecosistema, fermare le politiche di austerità, redistribuire la ricchezza del paese.

Insomma un luogo politico ove trovare spazio per quelle idee di sinistra sfrattate, nonostante affermazioni retoriche di segno contrario, da ogni aggregazione che veda al centro il PD. Tentativi come quelli di 'Cambiare si può' riusciranno a colmare questo vuoto?".

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza