Presidio No Tav in Piazza Duomo

''Magagne documentate'' Idra scrive a Matteoli, Moretti, Rossi e Renzi. I pendolari del Valdarno si sentono 'scavalcati' dalle terre di scavo. Razzanelli (Lega Nord) richiede copia del carteggio tra amministrazione comunale e Ferrovie

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 agosto 2011 14:21
Presidio No Tav in Piazza Duomo

Domani in Piazza Duomo, alle 10,30 presidio di cittadini e forze contrarie al Tunnel Tav a Firenze. "Ci sarò perchè sono convinto che questa opera sia inutile e dannosa. Una voragine di denaro pubblico, quando le alternative abbondavano, più sicure e meno costose. Ci sarò perchè per me è una battaglia storica, che porto avanti da quando sono iscritto ai Verdi nel 1995 (al tempo non c'era ancora il progetto del tunnel, ma si parlava della tav in generale)" dichiara il Consigliere FdS/Verdi Mauro Romanelli "Ma non è solo un onore di firma, o una testimonianza politica, la mia: ci sarò anche per dire che, dopo quello che ha detto il Genio Civile sul rischio sismico, anche chi in teoria è favorevole al progetto, non può non considerare queste gravi novità, così come non si possono trascurare le voci levatesi da tutta la maggioranza, Federazione della Sinistra, Verdi, Sinistra Ecologia e Libertà, mentre anche l'Italia dei Valori non mi risulta del tutto convinta". E-mail, fax e raccomandata.

Una relazione fitta di dati, cifre, documenti, inviata per conoscenza anche alla Procura toscana della Corte dei conti e alla procura della Repubblica presso il tribunale di Firenze. Descrive “un quadro allarmante sul piano della credibilità del progetto di Passante e Stazione TAV di Firenze, del suo inserimento nel delicato contesto urbano della città Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, delle procedure adottate per l’approvazione e per le modifiche dei progetti, e delle stesse regole, in itinere, dell’atteggiamento dei rappresentanti delle istituzioni pubbliche deputate a tutelare le comunità, il territorio e il buon governo della spesa”.

L’associazione ecologista che dal ’94 segue con la lente d’ingrandimento la congerie di progetti susseguitisi per il Nodo ferroviario fiorentino elenca, smonta e rimonta ventitré criticità di fondo, anomalie e irregolarità, nel merito e nelle procedure adottate, che affliggono alla radice l’ipotesi di cantierizzazione pluriennale della città, da est a ovest, per un sottoattraversamento e una stazione ‘subacquea’ considerati inaffidabili sotto tutti i profili: trasportistico, ambientale, erariale.

Del progetto, “sempre incompleto, sempre insufficiente, sempre poco presentabile e di fatto mai presentato decorosamente alla città”, Idra scrive che “nessuna penale paventata per effetto del mancato rispetto dei contratti sottoscritti può giustificare a nostro avviso la scelta di realizzarlo comunque, anche se e quando si palesa come provatamente insostenibile per l’ambiente, per la salute e per l’economia di un’intera città e della Nazione, oltre che di discussa efficacia rispetto agli obiettivi trasportistici che dichiara di perseguire.

La penale che dovrebbero pagare per anni la città e lo Stato, a partire dalle sue generazioni più giovani, come ammonisce la Corte dei conti, sarebbe drammaticamente più elevata, e per ciò stesso moralmente inaccettabile”. Idra ha indirizzato l’esposto anche al ministro dell’Economia Giulio Tremonti, oltre che a Matteoli, Moretti, Rossi e Renzi. “Segnaliamo – scrive Dell’Olio al responsabile di via XX settembre - la grave inappropriatezza del modello finanziario del general contrator, censurato proprio nella fattispecie dei progetti TAV dalle massime autorità di controllo contabile del Paese”.

E aggiunge: “Segnaliamo la gravissima congiuntura nazionale e internazionale, che non incoraggia a perseguire la strada di un’avventura progettuale e finanziaria così palesemente dissipativa”. Non più tardi di un mese e mezzo fa l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici aveva denunciato infatti “la violazione dei principi di economicità e di efficacia del sistema di realizzazione“ dell’Alta velocità ferroviaria anche “per i Nodi ferroviari di Firenze e Bologna”, sottolineando “rilevantissimi incrementi di costo e dei tempi di realizzazione, nonché iscrizione di riserve da parte delle imprese esecutrici, che hanno dato vita a contenziosi”.

Non sarebbe equo stringere i cordoni della borsa erariale sugli investimenti sociali, e allentarli invece senza controllo proprio là dove meccanismi finanziari perversi promettono e realizzano da anni straordinarie lievitazioni dei costi pubblici in cambio di opere in grado di creare peraltro un indotto occupazionale del tutto sproporzionato alle somme investite. Firenze, del resto, osserva Idra, non potrebbe sostenere un gioco al massacro erariale come quello che l’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici e la Corte dei Conti hanno registrato sulla tratta appenninica TAV e nelle altre ‘premiate’ tratte del sistema TAV: le anomalie e le criticità che accompagnano il progetto sono tali che “i lavori per il sottoattraversamento AV nelle condizioni descritte rischierebbero di configurarsi come un cantiere infinito, assoggettato a ogni sorta di contestazioni, contenziosi, interruzioni e verifiche, con effetti devastanti sulla durata dei lavori, e risultati indesiderabili per l’immagine internazionale di una città cara al mondo come Firenze, sottoposta a un interminabile intervento a cuore aperto”.

Infine, la proposta, concreta e praticabile: è “indispensabile tornare alla città e aprire un dibattito pubblico che permetta di istituire un rapporto finalmente trasparente coi cittadini”. I rischi intrinseci del progetto si alimentano e si potenziano ulteriormente, infatti, nella combinazione della soluzione progettuale affidata al contraente generale. “L’alternativa non può non riguardare entrambe le criticità della soluzione attuale (la soluzione progettuale; l’istituto contrattuale): deve ricondurre entrambe dentro una logica ed un percorso normale e coerente con gli indirizzi e le norme comunitarie”.

In cinque fasi, nella ricetta di Idra, una precisa e articolata road map per la soluzione – dopo almeno dodici anni di impasse: altro che alta velocità! - del Nodo ferroviario fiorentino. In allerta anche i Pendolari del Valdarno: «L'anticipazione all'11 settembre dei tagli ai treni regionali della linea lenta Firenze-Arezzo e del Valdarno è collegata al trasporto con i treni diurni che trasporteranno le terre di scavo dell'Alta Velocità da Firenze a Cavriglia, trasporto previsto a partire da ottobre prossimo?».

E' questa la domanda avanzata da Maurizio Da Re, portavoce del Comitato Pendolari del Valdarno, vista l'imminente firma dell'accordo sull'Alta Velocità di Firenze con il previsto avvio da ottobre degli scavi del tunnel a Firenze-Campo di Marte e del conseguente trasporto ferroviario delle terre di scavo fino a S.Barbara, nel Valdarno. «E' consuetudine utilizzare i cambi di orario annuali per qualsiasi variazione dei treni - afferma il portavoce dei pendolari del Valdarno - perchè la Regione ha scelto di anticipare a settembre i tagli annunciati che poteva far partire da dicembre? E' pure una fortuita coincidenza - continua Da Re - che i tagli ai treni sulla linea lenta aretina nelle ore del mattino e del primo e tardo pomeriggio favoriranno e incrementeranno il transito diurno dei treni merci con il trasporto degli inerti, fra Firenze, Pontassieve e San Giovanni Valdarno, eliminando così il difficoltoso trasporto notturno delle terre di scavo?».

Secondo il portavoce dei pendolari del Valdarno la scelta della Regione dei tagli ai treni dall'11 settembre penalizzerà centinaia di pendolari del Valdarno fiorentino, in particolare quelli delle stazioni di Figline, Incisa, Rignano, S.Ellero e Pontassieve, ma favorirà il trasporto ferroviario e il deposito delle terre di scavo dell'Alta Velocità in Valdarno. «Così non saranno solo i pendolari del Valdarno che usano la linea Direttissima a essere penalizzati dai treni superveloci per le loro interferenze che causano ritardi ai treni regionali - conclude con ironia Maurizio Da Re - ma anche i pendolari della linea lenta del Valdarno avranno i loro buoni motivi per criticare l'Alta Velocità». Una lettera al sindaco Renzi e per conoscenza al segretario generale di Palazzo Vecchio per richiedere copia del carteggio intercorso tra l’amministrazione comunale e Ferrovie in merito alla realizzazione delle opere dell’alta velocità ferroviaria a Firenze.

A farla protocollare, questa mattina, è stato il capogruppo di Lega Nord Toscana Mario Razzanelli. “Rientra nei miei diritti di consigliere conoscere il carteggio – ha dichiarato Razzanelli –. In vista della firma del protocollo domani al Ministero a Roma, chiedo dunque di poterne prendere visione e, laddove durante la giunta di oggi pomeriggio venissero apportate modifiche al testo proposto dal Comune, chiederò formalmente di poter conoscere anche quest’ultima versione”.

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