Alta Velocità: discorsi che è meglio non sentire

Contrariamente all'effetto che può aver suscitato la lettura di alcune recenti dichiarazioni, il sindaco di Firenze Matteo Renzi non si è mai espresso contro il progetto.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 luglio 2010 12:46
Alta Velocità: discorsi che è meglio non sentire

Contrariamente all'effetto che nel lettore può aver suscitato la lettura di alcune recenti dichiarazioni, il sindaco di Firenze Matteo Renzi non si è mai espresso contro il progetto dell'Alta Velocità. Renzi non ha mai detto di essere contrario al sottoattraversamento da sette chilometri e da un miliardo e mezzo di euro. Lui stesso, ancora il 6 dicembre 2009, appena otto mesi fa, riteneva che "il sottoattraversamento consente di liberare binari e offre una grande opportunità per investire sulla riqualificazione delle varie stazioni cittadine". Il sindaco esprimeva questo giudizio in una circostanza che non ammette equivoci: "Come l'Alta Velocità cambierà Firenze e la Toscana", all'Audiotorium de La Nazione, organizzato dal Gruppo Ferrovie dello Stato Spa. Il cinguettìo pro-tunnel (giacché di questo si parla) era completato, in un delizioso duetto, dall'altro uccello, l'amministratore delegato di Ferrovie Stato Spa, Mauro Moretti.

C'erano poi Martini, Barducci e l'assessore provinciale dell'Idv, che non esprime mai un concetto in linea col suo partito a livello nazionale, Giuliano Fedeli. In effetti, la linea degli amministratori locali, non da ora, ma da sempre è stata del tutto prona e a sostegno dei progetti legati all'Alta Velocità e delle imprese che ne sono le autentiche beneficiarie, vedi il gruppo Impregilo. Nel 2006, da presidente della provincia, Renzi andò a Roma, da Ferrovie (non c'era Moretti, ma il predecessore Catania), assieme a Martini e Domenici, addirittura, a prendere garanzie perché il tunnel TAV di Firenze fosse fatto.

Il 22 marzo 2006 la trimurti locale va da Elio Catania, presidente di Ferrovie Spa, a farsi garantire che "il tunnel dell'alta velocità sarà fatto". "Abbiamo la certezza della volontà di completare il lavoro previsto e la sicurezza dei tempi e della copertura finanziaria", diceva Martini, parlando a nome dei tre. "Lo vogliamo anche noi", ribadiva Catania, come a dire, con quel "anche", che i tre dovevano proprio averlo stressato perché il tunnel si facesse. Scrivevano poi i giornali fiorentini che Martini, Domenici e Renzi "avevano chiesto questo incontro preoccupati dall'ipotesi di una marcia indietro di governo e Ferrovie riguardo al progetto del tunnel sotterraneo". Quindi, Renzi, ora sindaco, è stato sempre non solo a favore, ma grande sostenitore del tunnel sotto Firenze.

Non si capisce dunque bene né il senso di certi titoli di giornale ("Renzi dichiara guerra all Tav"), né, naturalmente, dei suoi continui rimbrotti contro Ferrovie. Renzi, e non era un mistero, è a favore del tunnel Tav. Bene ricordarlo. Semmai, allora, la "guerra" che ha dichiarato a nome addirittura di tutta Firenze (proprio tutta no, c'è chi, a questo punto, dopo 10 anni di inascoltate proteste può dire alla città: "mo' accattateve 'o tunnel") è una guerra agli effetti collaterali dei lavori e al mancato rispetto dei protocolli ambientali, sonori e in generale impattanti dell'opera. Ora, caro sindaco, ma secondo lei, perché si sono formati i primi gruppi in città, più di 10 anni fa, contrari al sottoattraversamento? Per quali motivi al mondo? Non penserà certo che qualcuno sia contrario al tunnel, se le argomentazioni a favore di esso sono quelle che lei ha sempre elegantemente ascoltato prima da Catania e poi da Moretti? Si metta nei panni di chi abita a Campo di Marte.

Si senta dire: "una talpa lunga 200 metri inizierà qui, a 200 metri da casa sua, a scavare sottoterra per la realizzazione di un tunnel lungo 7 chilometri, che fa due curve a novantagradi". Si senta dire: "il tunnel è sotto il livello della strada di appena 16 metri". Aggiunga pure: "nel mezzo, tra il tunnel e la superficie, c'è la falda acquifera di Firenze". Ci aggiunga pure quanto è accaduto in Mugello. Ci aggiunga che la sentenza riconosce i capi di imputazione, tranne la dolosità nella condotta di Tav Spa e Italferr.

Ci aggiunga il pieno riconoscimento, con una pena da 150 milioni di euro, per la gestione truffaldina dello smaltimento dei rifiuti. Capisce perché molte persone ce l'hanno col tunnel Tav non da ora, ma dal 1999? Si metta nei panni di quelli di Idra, del comitato contro il sottoattraversamento, delle frustratissime liste civiche locali, De Zordo e non solo. Si metta nei panni di una sinistra che per 10 anni, proprio su questi temi che lei mostra di aver scoperto da qualche giorno, è stata spazzata via dai media e dal Parlamento perché accusata di vetero-stalinismo.

Cosa penseranno tutte queste persone così deluse e profondamente tristi dell'incontro di mercoledì tra lei, Rossi e Moretti? E, soprattutto, quali margini avrà lei di mettere il bastone tra le ruote di Italferr che, in questa città come dappertutto in Italia, si sta facendo abbondantemente i cavoli propri? Cosa dirà a Moretti, dopo avergli fatto "sì sì bravi bravi" in tutti questi anni? E che ne è di tutta quella fasulla discussione su dove si fa la stazione Tav, quando erano già diversi mesi che il Comune rilasciava le deroghe possibili e immaginabili per la costruzione della "Statione Alta Velocità nell'area ex-macelli"? Si preparano 5, 6 anni di totale stravolgimento della vita delle migliaia di residenti a Campo di Marte, a Rifredi, a Castello.

E ora coloro che hanno portato la città a questo punto, vorrebbero sfilarsi dalle proprie responsabilità: uno spreco immane di soldi pubblici per un paio di binari in più. E che ne sarà dell'acqua? Con un ingegnere, l'ingegnere Bocchimuzzo che dirige i lavori, che ci viene a dire che sotto Firenze non scorre acqua, ma è solo terra pregna di umido? E come mai tutti i lavori della Tav seguono i corsi d'acqua? Eh, come mai? Persino il Mugnone? Dove prenderà l'acqua per i lavori, Ferrovie? Dove? Quanti milioni e milioni di litri d'acqua verranno buttati via per lo smaltimento rifiuti, per il cemento, e per scavare? Da dove verranno presi? Verrà mai chiesto, un giorno, almeno una frazione di tutto questo a Ferrovie? No.

Certo che i lavori verranno bloccati, ritardati, ricambiati. Certo. Perché quelle penali di cui si è ricordata persino la Curia, non sono di "qualche milione", ma di 500 milioni. A tanto ammontano le penali, in caso di interruzione dei lavori. Bene, troviamo il modo di aggiungerli al miliardo e mezzo già preventivato. Dopotutto, nel Mugello finì così: 10 anni di lavori invece di quattro, 6 miliardi di euro invece di uno e mezzo. I pannelli fonoassorbenti, mettiamoceli alle orecchie per non sentire più certi discorsi. Marco Bazzichi

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