E' in commissione agricoltura della Camera la proposta di legge 'Cibi a km zero'

All’esame della commissione agricoltura della Camera la proposta di legge a firma Ermete Realacci e Susanna Cenni Cibi a “chilometri zero”, anche in Italia la filiera corta che rispetta l’ambiente.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 dicembre 2009 19:33
E' in commissione agricoltura della Camera la proposta di legge 'Cibi a km zero'

Sono Ermete Realacci e Susanna Cenni, parlamentari toscani del Pd, i primi firmatari della proposta di legge a sostegno dei prodotti alimentari a ‘chilometri zero’, incardinata in questi giorni alla commissione agricoltura della Camera. Prosegue dunque, sostenuto da decine di deputati di tutti gli schieramenti, l’iter del disegno di legge che promuove la domanda e l’offerta di cibi provenienti da filiera corta, cioè consumati in luoghi vicini a quelli di produzione (all’interno della stessa regione o comunque in un raggio di 70 km); e più in generale dei ‘prodotti di qualità’, ovvero i prodotti a denominazione protetta, quelli tipici e tradizionali, e i prodotti agricoli e agroalimentari provenienti da coltivazioni biologiche. “La finalità è da una parte quella di valorizzare le produzioni locali, renderle riconoscibili attraverso un marchio e contribuire così alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica legate al trasporto di cibi e alimenti – dice Susanna Cenni – e dall’altra quella di contribuire al contenimento dei prezzi, accorciando i passaggi e sostenendo al contempo i produttori.

Alcune associazioni hanno stimato che un pasto medio percorre quasi 2000 km su camion, navi e aerei, con evidenti ricadute negative sull’ambiente. Filiera corta significa anche un risparmio per chi compra e maggiori ricavi per chi produce visto che, per ogni euro speso per l'acquisto di prodotti agricoli, solo 17 centesimi vanno agli agricoltori, mentre ben 60 centesimi vanno a coprire i costi di trasporto e distribuzione”. Una proposta di legge che può concorrere al cambiamento delle abitudini di consumo anche in Italia e che è già realtà in Svezia, dove molte etichette riportano - accanto alle caratteristiche nutrizionali - anche le quantità di sostanze inquinanti emesse per kg di prodotto.

Ma cosa prevede in concreto il disegno di legge per sostenere i cibi a ‘chilometri zero’? “In primo luogo – spiega Cenni – l’utilizzo di questi prodotti costituirà un titolo preferenziale nei bandi pubblici per l’affidamento dei servizi di mensa e ristorazione. I comuni potranno poi prevedere spazi appositi nei mercati pubblici e concedere sgravi, sulle concessioni e le autorizzazioni edilizie e urbanistiche, agli esercenti che si impegnino a riservare una quota del 30 percento a questo tipo di prodotti.

Infine viene istituito un marchio di filiera ‘chilometri zero’, con relativo logo, da riportare sulle etichette dei prodotti e da esporre negli esercizi commerciali e nei ristoranti convenzionati, anche qui con agevolazioni e sgravi per i prodotti a marchio”. A controllare l’effettiva provenienza dei prodotti saranno la polizia amministrativa locale e un apposito nucleo dei carabinieri, istituito presso il ministero delle politiche agricole.

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