Acqua sempre più cara a Firenze e in Toscana

A fronte di una spesa media nazionale pari a 253 euro, la Toscana è la regione dove l’acqua per uso domestico costa di più in Italia, con una spesa media annua di 330 euro e ben sette tra le prime 10 città più care in assoluto, fra cui Firenze.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 ottobre 2009 18:18
Acqua sempre più cara a Firenze e in Toscana

A fronte di una spesa media nazionale pari a 253 euro, la Toscana è la regione dove l’acqua per uso domestico costa di più in Italia, con una spesa media annua di 330 euro e ben sette tra le prime 10 città più care in assoluto: Arezzo, Firenze, Pistoia, Prato, Livorno, Grosseto, Siena. In media, nell’ultimo anno l’incremento tariffario registrato in Toscana è stato del 5,8%, leggermente superiore a quanto registrato a livello nazionale (5,4%). L’indagine svolta dall’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva è stata realizzata in tutti i capoluoghi, relativamente all’anno 2008.

L’attenzione si è focalizzata sul servizio idrico integrato per uso domestico (acquedotto, canone di fognatura, canone di depurazione, e quota fissa o ex nolo contatori). I dati sono riferiti ad una famiglia tipo di tre persone con un consumo annuo di 192 metri cubi di acqua (in linea con quanto calcolato dal Comitato di Vigilanza sull’Uso delle Risorse Idriche), e sono comprensivi di Iva al 10%. On line su www.cittadinanzattiva.it il dossier completo comprensivo anche di dati su investimenti, Carte della qualità del servizio e relativi assetti gestionali.

Qualità & deroghe: acqua in bocca In tema di qualità delle acque destinate al consumo domestico, poco si parla del ricorso alle deroghe, previsto dal D.Lgs. 31/01: negli ultimi 7 anni, ne hanno usufruito ben 13 regioni. In Toscana, le deroghe concesse a partire dal 2003 ad oggi sono state richieste per la presenza di complessivi sei parametri: magnesio e solfati (unicamente nel 2003), arsenico (dal 2004 al 2008), boro e cloriti (dal 2004 ad oggi) e trialometani (dal 2005 ad oggi).

Nel 2009, le deroghe interessano 21 comuni e unicamente tre parametri (boro, cloriti e trialometani), un dato incoraggiante considerando che dal 2004 al 2008 il numero di comuni in deroga non è mai sceso sotto i 69, e agli attuali tre parametri in deroga si affiancava anche l’arsenico. Ma cosa succederà dal 2010 quando la richiesta di ulteriori deroghe per gli stessi parametri attualmente “fuorilegge” andrà indirizzata direttamente alla Commissione Europea? Il commento di Teresa Petrangolini, segretario generale di Cittadinanzattiva “Il settore idrico può essere preso a paradigma delle tante facce dell’Italia: al Nord si investe di più, le tariffe sono mediamente più basse, così come la dispersione, ma tre regioni sono in deroga per parametri microbiologici e chimici eccessivamente alti come l’arsenico.

Al Sud invece non si investe, la rete è un colabrodo, e anche se i parametri di potabilità sono migliori che al Nord, le continue interruzioni del servizio in molti casi non favoriscono il consumo dell’acqua di rubinetto. Il Centro, dal canto suo, si contraddistingue per le tariffe medie più elevate. In generale, a fronte di una crescita costante delle tariffe, la qualità del servizio è carente: si continua a far pagare il canone di depurazione anche in assenza del servizio; la dispersione idrica è ormai pari ad un terzo del volume di acqua immessa nelle tubature; il regime delle deroghe da transitorio rischia di diventare perpetuo.

Alla luce di tutto ciò, crediamo non più rinviabile allargare le competenze dell’Autorità per l'energia elettrica e il gas anche al servizio idrico, rafforzandola con reali poteri d’intervento, mentre guardiamo con preoccupazione alla privatizzazione in un settore nel quale i livelli di tutela dei cittadini sono pressoché nulli”. “Perché l'acqua di Firenze è la più cara d'Italia?”. A chiederlo in un'interrogazione presentata oggi è la capogruppo di perUnaltracittà Ornella De Zordo.

“Secondo il dossier pubblicato oggi da Cittadinanzattiva - ha spiegato De Zordo - a Firenze la spesa media annua per la bolletta dell'acqua è di 378 euro nel 2008, a fronte di una media nazionale pari a 253 euro, e con un incremento della bolletta del 7,4% rispetto al 2007. Dati che confermano la situazione già emersa in seguito ad una recente indagine realizzata dall'associazione indipendente Altroconsumo, che addirittura parlano di una spesa media annua 448 euro. Una cifra che colloca Firenze in cima alla classifica delle città più care: nella nostra città l'acqua costa il 300% in più rispetto a Milano, ad esempio”.

“Crediamo che si tratti di una situazione paradossale – ha sottolineato De Zordo – e per questo vorremmo sapere quali siano i motivi e le componenti di costo che portano a determinare per l'utenza tariffe così elevate rispetto al resto del territorio nazionale. Publiacqua, tra l'altro, ha presentato nell'ultimo bilancio un utile di esercizio di circa 8 milioni di euro, destinati ampiamente alla remunerazione dei soci tra cui i soci privati industriali. Occorre rivedere da subito la gestione privata, perché l'acqua è e deve rimanere un bene comune fondamentale e non può essere assoggettato ad interessi economici”. “La riduzione nel 2009 della fascia di tariffa agevolata a 60 mc (nel 2006 era di 100 mc), inoltre, ha comportato la spalmatura degli aumenti tariffari su un numero più ampio di nuclei familiari, coinvolgendo così anche quelli con minore capacità di reddito.

L'amministrazione comunale – ha concluso De Zordo – deve prendere provvedimenti affinché i costi dell'acqua in città siano contenuti e accessibili a tutti”. (lb)

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza