Asili nido comunali: Lucca la città più cara secondo un'indagine di Cittadinanzattiva
Ma l'assessore Simoncini puntualizza sui dati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
16 febbraio 2007 19:11
Asili nido comunali: Lucca la città più cara secondo un'indagine di Cittadinanzattiva<BR>Ma l'assessore Simoncini puntualizza sui dati

16 febbraio 2007- 298 euro al mese. Tanto costa mediamente in Toscana mandare il proprio figlio all’asilo nido comunale, per una spesa che rimane di poco al di sopra della media nazionale (pari a 290 €) e capace di collocare la Toscana al decimo posto tra le regioni più care. Tra i capoluoghi di provincia della Toscana, la retta più alta sia per il tempo pieno che per il tempo ridotto si paga a Lucca (rispettivamente, 394 € e 351 €), mentre la città meno cara è Grosseto, dove si paga 197 € per il tempo pieno e 147 € per il tempo ridotto.

Rispetto al 2005/06, nel presente anno scolastico le tariffe sono rimaste invariate in tutti i capoluoghi di provincia. Grosseto, per le tariffe del tempo pieno è la quinta città più economica d’Italia, dopo Roma, Chieti, Reggio Calabria e Salerno. L’analisi, svolta dall’Osservatorio prezzi & tariffe di Cittadinanzattiva ha considerato una famiglia tipo di tre persone (genitori e figlio 0-3 anni) con reddito lordo annuo di 44.200 € e relativo Isee di 19.000 €. I dati sulle rette sono elaborati a partire da fonti ufficiali (biennio 2006/07) delle Amministrazioni comunali interessate all’indagine (tutti i capoluoghi di provincia).

Oggetto della ricerca sono state le rette applicate al servizio di asilo nido comunale per la frequenza a tempo pieno (in media, 9 ore al giorno) e, dove non presente, a tempo ridotto (in media, 6 ore al giorno), per cinque giorni a settimana. In Toscana, secondo la banca dati del Ministero dell’Interno sulla fiscalità locale, ci sono 397 asili nido comunali per 14.338 posti disponibili, il che significa che la copertura massima del servizio, in base alla popolazione di riferimento (bambini 0-3 anni, pari a 120.451, dati Istat) è del 12%, la più elevata in Italia dopo l’Emilia Romagna e di molto superiore alla media nazionale (5,9%).

Il maggior numero di asili è presente in provincia di Firenze (136, con 5.060 posti disponibili), mentre le province di Grosseto e Massa Carrara ne registrano il numero minore (solo 12 ciascuno, con rispettivamente 327 e 524 posti disponibili). Considerando unicamente i capoluoghi di provincia toscani, il numero di asili nido dal 2002 al 2005 è passato da 168 a 193 (+15%), con una variazione di posti disponibili da 5.938 a 7.253 (+22%). Nello stesso periodo di riferimento le domande presentate nei capoluoghi toscani sono aumentate da 7.948 a 8.910, con un incremento di domande accettate da 4.583 a 6.223, con la conseguenza che le liste dei bimbi in attesa sono diminuite dal 42% dei richiedenti del 2002 al 30% nel 2005: a Grosseto le liste di attesa più alte (nel 2005 sono state respinte il 48% delle domande di accesso presentate ad asili nido comunali). “Gli asili come vero banco di prova per Governo, Regioni ed Amministrazioni comunali in merito a tre questioni chiave per il nostro Paese quali il Sud, le politiche per la famiglia e l’occupazione femminile.

Nell’ultima Finanziaria cogliamo segnali incoraggianti ma ad oggi, come evidenzia la nostra indagine, registriamo l’ennesimo ritardo accumulato dal nostro Paese e l’abisso che ci separa dall’Europa: a più di trent’anni dalla legge 1044/1971 che istituì gli asili nido comunali, quelli esistenti sono poco più di 3.000, a fronte dei 3.800 asili pubblici previsti già per il 1976. Inoltre, siamo ben lontani dalla copertura del servizio del 33% come auspicato a livello comunitario entro il 2010.

Per questo chiediamo al Governo un’indagine ufficiale sullo stato degli asili nido in Italia, a partire da quelli pubblici, e lanciamo una petizione per chiederne l’apertura di ulteriori”.

”I dati, pure lusinghieri, forniti da Cittadinanza attiva sugli asili nido in Toscana e che collocano la nostra regione al secondo posto dopo l’Emilia Romagna per capacità di risposta alla popolazione sono, in realtà, approssimati per difetto. La realtà toscana è migliore di quella delineata da questi dati che sono buoni ma non sono aggiornati.

In Toscana infatti, nonostante le difficoltà finanziarie, abbiamo scelto di fare uno sforzo per potenziare il servizio e i risultati ci sono stati”. Così l’assessore all’istruzione, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini risponde, dati alla mano, ai numeri forniti dall’associazione. Dal 2000 al 2005 il numero dei servizi per la prima infanzia presenti in Toscana è passato da 349 a 710, mentre i bambini da 0 a 3 anni ospitati in queste strutture (asili nido e altre tipologie alternative) sono circa 24.000.

In questi stessi anni, a fronte di un costante aumento delle iscrizioni, le liste di attesa sono diminuite dell’8,74%, mentre la percentuale di domanda soddisfatta passa dal 56,65% del 2000 al 71,3 %. La risposta alla popolazione, cioè il numero di servizi esistenti rispetto alla popolazione di questa fascia di età, è passata in questi stessi anni dal 13,30% del 2000 al 26% del 2005. A livello nazionale la risposta è del 9,9%. “Sono risultati – commenta Simoncini - che ci collocano non solo fra le prime regioni a livello nazionale ma anche sulla buona strada rispetto alle indicazioni del Consiglio europeo di Lisbona che danno il 33% di risposta alla popolazione come traguardo per il 2010.

E’ un traguardo realistico e ci stiamo impegnando al massimo, insieme agli enti locali, per realizzarlo, con una forte attenzione alle fasce più deboli, anche nella definizione delle rette che, come noto, sono stabilite dai Comune e diversificate secondo il reddito. Nel 2006 abbiamo stanziato a favore dei Comuni per i servizi all’infanzia circa 11 milioni di euro, ai quali si aggiungono altri 500 mila euro destinati ai piccoli comuni e di montagna per venire incontro alle esigenze dei territori più scoperti”.

Notizie correlate
Collegamenti
In evidenza