La settimana della malattie tiroidee a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 febbraio 2007 14:02
La settimana della malattie tiroidee a Firenze

Le malattie della tiroide in Italia aumentano di numero ogni anno. Sono sempre più frequenti i pazienti che si scoprono portatori di un nodulo tiroideo o di una patologia funzionale tiroidea, che, alcune volte nasconde un tumore: quindi la sua precoce individuazione è importante per poterlo curare in modo radicale. A sostenerlo sono gli esperti della Sezione Diagnostica delle Malattie Tiroidee di Careggi che ricordano come le stime del Registro Italiano dei Tumori confermano un aumento dell’incidenza della patologia tumorale tiroidea.

‘Il tumore della tiroide è un tumore raro, ma è comunque il tumore endocrino più frequente: se, riconosciuto e identificato in tempo può guarire con un semplice intervento chirurgico’ – afferma il Dr. Riccardo Gionata Gheri, Responsabile della Sezione di Diagnostica invasiva e non invasiva delle Malattie Tiroidee di Careggi – ‘La prima manifestazione del tumore tiroideo è la presenza di un nodulo senza altri sintomi, magari scoperto per caso dal paziente stesso toccandosi il collo.

Tuttavia di fronte a un nodulo tiroideo oggi con mezzi relativamente semplici e poco costosi si è in grado di sospettare la presenza di una lesione tumorale. Un esame del sangue, un’ecografia della tiroide e una semplice biopsia del tutto indolore permettono di fare diagnosi: e tutto questo può essere fatto nel giro di pochi giorni. Tuttavia – aggiunge Gheri – la prevenzione è la nostra arma più importante. Bisogna infatti ricordare che i noduli tiroidei sono l’espressione della carenza iodica che affligge la nostra popolazione: per questo correggere la carenza iodica fino da ragazzi può aiutare a ridurre drasticamente il numero dei noduli tiroidei e, in generale, di tutta la patologia tiroidea che poi si esprimerà nella popolazione adulta’.

Nell’ambito della Prima Settimana Nazionale di Informazione sulla Chirurgia della Tiroide (19-23 febbraio), promossa da ESES, European Society of Endocrine Surgeons, con il Patrocinio del Ministero della Salute, dell’Associazione Italiana della Tiroide, della SIMG, Società Italiana di Medicina Generale, della SICE, Società Italiana di Chirurgia Endoscopica e di Cittadinanzattiva – Tribunale per i Diritti del Malato, il gruppo di endocrinologi fiorentini coordinati dal Dott. Gheri della Azienda Careggi ha deciso di sviluppare una azione di prevenzione studiando il problema della carenza iodica nella popolazione della provincia di Firenze.

Si è così realizzato una importante sinergia fra gli esperti di Careggi, quelli della Azienda Sanitaria di Firenze, le autorità scolastiche e la Società della Salute del Sud Est Fiorentino. Per tale motivo anche quest’anno (come è già avvenuto negli scorsi anni) si sta svolgendo una ricerca sui ragazzi delle scuole medie volta a valutare il grado di carenza di iodio e i suoi effetti. Negli anni passati sono stati studiati circa 800 giovani della Val di Sieve e del Valdarno. I dati scientifici ottenuti sono stati discussi in un Simposio Internazionale svoltosi a Firenze a dicembre passato, grazie al generoso contributo della “Fondazione Romualdo Del Bianco”, che ha visto la partecipazione di esperti venuti da 7 diversi paesi dall’Europa Centrale e dell’Est.

In questi giorni è in corso una valutazione su circa 1200 ragazzi del Chianti fiorentino e di Bagno a Ripoli, cercando così di realizzare una vera e propria mappatura delle zone di rischio endemico di carenza di iodio della provincia fiorentina. Tutti i ragazzi vengono sottoposti a una visita di screening tiroideo, al dosaggio di iodio nelle urine e a una valutazione ecografica (resa possibile dalla generosità di ESAOTE - Firenze). L’individuazione di queste zone di carenza iodica permetterà di migliorare le strategie per la correzione della carenza stessa, grazie anche alla recente legge che ha introdotto la vendita del sale iodato.

Nel contempo questa ricerca individua anche i ragazzi che già presentano una patologia tiroidea, permettendo così un precocissimo inizio del percorso terapeutico.

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