Mostre: a Palazzo Strozzi i fili restaurati della gloria culturale fiorentina in Europa

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 ottobre 2008 18:39
Mostre: a Palazzo Strozzi i fili restaurati della gloria culturale fiorentina in Europa

Caterina e Maria de’ Medici, due donne italiane, della stessa famiglia fiorentina, nel corso del XVI secolo siedono tra le prime sul trono di regina di Francia, reggenti entrambe del nuovo colosso nazionale al centro d’Europa. La Storia, con la S maiuscola (quella raccontata dai maschi) ce le rende come spesso accade a donne troppo intelligenti e innovative, come personaggi controversi. Vedi l’insistita sottolineatura sulla passione negromantica delle due sovrane e sull’amicizia di Caterina con Nostradamus.
Quattrocento anni dopo, la loro città natale, Firenze torna a celebrarne il mito con la mostra “Donne al Potere”, sino all’8 febbraio a Palazzo Pitti, dove sono esposti una serie di arazzi monumentali, già presentati a Parigi alla Galerie des Gobelins.

Si tratta di 15 opere alte circa 5 metri ciascuna dedicate alla saga della leggendaria regina Artemisia. Il progetto avviato da Caterina, fu completato 40 anni dopo da Enrico IV per celebrare la consorte Maria. L’Artemisia protagonista del coevo poema epico di Nicolas Houel è una sovrana guerriera, mecenate delle arti, certo modello di riferimento per due vedove reggenti la corona in attesa della maturità dei loro figli.
La mostra esibisce dipinti e manufatti d’arte che consentono di approfondire la storia personale delle due sovrane, tra cui, straordinarie, una cassetta in argento e cristallo di rocca e la coppa di Diana di Poitiers.

Viene documentato così inconfutabilmente e con evidenza il gusto che le sovrane portano alla corte di Francia da Firenze. Caterina e Maria sono prima di tutto ambasciatrici di cultura che illustrano a Parigi la raffinata lezione del Rinascimento fiorentino. Un’esempio, quello dello splendore di Firenze, che sarà di riferimento per tanti sovrani europei che vorranno rendere grande il proprio paese. Firenze dunque “tessitrice” di una discorso che intende “cucire” la cultura classica con la sfida della modernità che l’Europa si propone dopo la scoperta del Nuovo Mondo.

E’ soprattutto questo il messaggio della mostra, che si legge nel contenuto tematico degli arazzi, persino prima che nella loro qualità tecnica. Chi tuttavia avesse dubbi sull’eccessiva specializzazione dell’esposizione deve tuttavia ricordare che l’arazzo è un’un espressione artistica con profondi legami con l’artigianato (di cui Firenze è culla) e che oggi quest’arte antichissima sopravvive in pochi luoghi e che uno di questi è proprio il nostro Opificio delle Pietre Dure.
N.

Nov.

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