Tasse, Bossi anticipa i piani: torna l'Ici, ma cambia nome

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 agosto 2008 22:54
Tasse, Bossi anticipa i piani: torna l'Ici, ma cambia nome

Indietro tutta: l’Ici, l’imposta sulla casa abolita a maggio scorso dal governo, potrebbe risorgere sotto le bandiere del federalismo. Il ministro Bossi vuole ripristinare l'ICI: "Se Berlusconi non ci lascerà il 20% dell’Irpef, dovrà rimettere l’Ici sulla prima casa. Altrimenti i Comuni andranno a fondo. In un sistema federalista l'Ici si paga volentieri, perche' sono soldi che rimangono sul territorio".
I sindaci italiani non sembrano raccogliere, almeno semanticamente, la «provocazione» di Bossi.

Secondo Giurlani (Uncem Toscana): “Quanto il leader leghista, Umberto Bossi, ha dichiarato l’intenzione di reintrodurre l’ICI probabilmente pensava ad un modo come colpire Famiglia Cristiana dopo gli attacchi della rivista al Governo. Se Famiglia Cristiana avesse ancora da ridire sui provvedimenti fascisti e xenofobi del governo, il Nord potrebbe proporre la reintroduzione dell’Ici anche per gli enti religiosi, di cui Roma è ben fornita, pare abbia pensato Bossi. Tuttavia sembra piuttosto una boutade alla Bossi e non una certezza.

Tanto è vero che il ministro Calderoli (anch’egli leghista) ha subito corretto il pensiero bossiano, dichiarando che l’ICI potrebbe essere reintrodotta fittiziamente attraverso l’istituzione di una tassa unica sulla casa, invece delle tante attuali. A parte il fatto che Calderoli dovrà spiegarci come pensa di far diventare tassa unica l’addizionale Irpef, la tassa sui rifiuti, l’imposta sull’energia elettrica, l’imposta ipotecaria, quella di registro ed altro ancora. Dovrà sempre esserci una distinzione per il contribuente che se non acquista, ad esempio, non è interessato alla tassa di registro, se non ha un passo carrabile non è interessato alla tassa conseguente, etc.

“In attesa di capire come sarà questa tassa unica - dice Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana -è interessante un aspetto della riforma Calderoli sul federalismo fiscale: l’operazione, nel suo complesso, dovrebbe vedere esentati i comuni fino a 5.000 abitanti. In buona sostanza per questi comuni non ci dovrebbe essere l’obbligo dell’autonomia finanziaria (impossibile da raggiungere!), e probabilmente neppure l’introduzione della tassa unica sulla casa. A meno che - aggiunge Giurlani - si decida per una gestione del fondo perequativo non solo tra regioni ma anche all’internbo di ogni singola regione che salvaguardi le risorse per i piccoli comuni, sopratutto quelli di montagna.

Salvo che non si torni all’idea di qualche tempo addietro di introdurre il concetto di Fondo Perequativo nazionale a favore dei piccoli comuni, in particolare quelli di montagna. Non solo, ma sono convinto che con l’introduzione del federalismo fiscale sarà possibile, finalmente, procedere anche all’introduzione di una indennità compensativa a livello regionale: i comuni montani danno tanto a livello ambientale e quindi i territori di pianura che ne usufruiscono devono restituire qualcosa a quelli più deboli, che sono appunto quelli montani; parlo di energie rinnovabili, eolico e idroelettrico, e in parte il fotovoltaico, prodotti in buona parte proprio sulla montagna”.

Uncem in tal senso ha chiesto a più riprese alla Regione un piano della montagna per l’individuazione di centrali idroelettriche o fattorie eoliche, questo farebbe rientrare risorse da ridestinare ai servizi. “Una cosa è certa - conclude Giurlani - con la decisione del Governo di tagliare ben 90 milioni di euro alle Comunità montane per il triennio 2009-2011 si dovranno trovare risorse nuove per garantire i servizi ai piccoli comuni montani, oggi gestiti nelle funzioni associate e garantiti dalle Comunità montane.

E ciò può avvenire proprio attraverso una gestione corretta del fondo perequativo (nazionale o regionale che sia) e l’introduzione dell’indennità compensativa. Solo così si avrà un vero e solidale federalismo fiscale”.

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