Tumori al seno: ecco le regole per la risonanza magnetica

Redazione Nove da Firenze
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31 ottobre 2007 15:36
Tumori al seno: ecco le regole per la risonanza magnetica

Firenze – Il congresso Attualità in Senologia che da lunedì ha riunito a Firenze gli oltre 1500 specialisti italiani ha diffuso oggi un Documento di consenso che definisce le indicazioni per l’utilizzo della risonanza magnetica della mammella. Lo ha messo a punto un equipe di radiologi, oncologi, chirurghi e fisici, coordinata dal professor Francesco Sardanelli, docente all’Università di Milano, direttore della Radiologia del Policlinico San Donato e Responsabile dei Programmi di Ricerca della Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM).

Il documento propone un bilancio “pratico”di oltre venti anni di studi e sperimentazioni e definisce le indicazioni all’utilizzo di questa importante tecnologia diagnostica nella realtà italiana. Si trattava di un’esigenza non rinviabile soprattutto dopo le recenti linee-guida dell’American Cancer Society che raccomandano – sulla base di studi internazionali tra i quali lo studio italiano HIBCRIT – l’esecuzione della risonanza magnetica annuale nelle donne ad alto rischio genetico-familiare di tumore mammario.

“La risonanza magnetica”, spiega Sardanelli, “è una tecnologia complessa e preziosa che fornisce in campo senologico, in situazioni cliniche definite, un rilevante, talvolta indispensabile, contributo diagnostico. Tuttavia, in assenza di specifiche indicazioni, oltre allo spreco di tempo e risorse, può creare più problemi di quanti ne risolve. Il documento nasce appunto per chiarire quando e come deve essere usata, in modo da offrire reali garanzie di qualità. Si tratta di pochi punti, che possono essere compresi da tutti.

Queste informazioni dovrebbero essere fornite a tutte le donne ad alto rischio a partire dai 25 anni e a quelle a rischio medio dai 40 anni, che sentono parlare di risonanza magnetica in modo spesso approssimativo e talvolta fuorviante, anche per evitarne l’uso improprio”. Il Documento di consenso inizia con una raccomandazione in negativo: “Non si deve eseguire la risonanza magnetica per caratterizzare una lesione mammaria quando è possibile farlo con un semplice prelievo con ago”. Di seguito, dopo una serie di specificazioni sui requisiti tecnologici delle apparecchiature e sulle modalità di esecuzione dell’esame, sono esposte le indicazioni in positivo, ossia le circostanze in cui la risonanza magnetica può essere efficace:
1) Nella sorveglianza delle donne ad alto rischio, per lo più genetico-familiare, di tumore mammario;
2) Quando si sospettano tumori multipli, ovvero più noduli tumorali nella stessa mammella, o si sospetta la presenza di tumore in entrambe le mammelle;
3) Per la valutazione dell’effetto della chemioterapia neoadiuvante dei tumori localmente avanzati;
4) Quando si sospetta una recidiva della malattia, nei casi in cui non sia ritenuto opportuno il prelievo con ago o questo sia rivelato non conclusivo;
5) Nei rari casi in cui il tumore si presenta con metastasi (per lo più ai linfonodi ascellari) e mammografia ed ecografia non rilevano il tumore che le ha originate;
6) Quando si sospetti la rottura delle protesi mammarie.
Il documento elaborato dagli specialisti di Attualità in Senologia identifica anche una serie di must di tipo clinico.

L’esecuzione e interpretazione della risonanza magnetica richiede un expertise di diagnostica senologica complessivo (mammografia, ecografia, agobiopsie, etc.). I Centri che eseguono la risonanza magnetica devono poter eseguire anche l’ecografia di second look (ovvero uno studio ecografico che vada alla ricerca delle lesioni visualizzate alla risonanza), senza ricorrere ad altri laboratori. Infine, poiché alcune lesioni si vedono solo con risonanza, è necessario che il Centro che la esegue, o un altro Istituto di riferimento ad esso connesso, siano in grado di eseguire agobiopsie sotto guida della risonanza magnetica.

Del gruppo di lavoro che ha elaborato il documento hanno fatto parte anche l’oncologo Massimo Federico (Università di Modena), il chirurgo Giuseppe Canavese (Istituto Tumori di Genova), il fisico Franca Podo (Istituto Superiore di Sanità) e i radiologi Gianmarco Giuseppetti (Università di Ancona, Presidente della Sezione di Senologia della SIRM), Chiara Zuiani (Università di Udine), Laura Martincich (Istituto Tumori di Candiolo, Torino), Stefano Corcione (Azienda Ospedaliera di Ferrara), Pietro Panizza (Ospedale S.

Raffaele di Milano), Elsa Cossu (Università di Tor Vergata). Numerosi altri esperti italiani (radiologi, chirurghi, oncologi, radioterapisti, anatomo-patologi) sono stati consultati e hanno fornito utili consigli e suggerimenti.

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