Firenze: il 'Museo dei Marmi' in Palazzo Medici Riccardi

Redazione Nove da Firenze
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03 novembre 2005 14:45
Firenze: il 'Museo dei Marmi' in Palazzo Medici Riccardi

(3 novembre 2005) – Tra il Cinquecento e il Seicento il collezionismo fiorentino di sculture antiche conobbe una stagione particolarmente felice. Tra le raccolte presenti in città primeggiavano quelle medicee, ma accanto ad esse si segnalava il “museo” creato da Riccardo Riccardi (1558-1612), abile banchiere e raffinato umanista. Dopo essere stata conservata nella proprietà di Gualfonda, la sua collezione trovò degna collocazione nel Palazzo Medici di via Larga. Qui i marmi Riccardi rimasero anche dopo la rovina economica della famiglia, seguita dal passaggio dell’edificio al demanio granducale, avvenuto nel 1814.

Il nuovo “Museo dei Marmi”, allestito a Firenze in Palazzo Medici Riccardi, raccoglie in tre sale le preziosissime sculture romane di età classica fino ad oggi non visibili da parte del pubblico.

Le sale sono state ricavate negli ambienti sotterranei del palazzo con un attento lavoro di restauro che ha riportato alla luce anche sedici pozzi di varie epoche nei quali sono stati trovati reperti di età romana, medievale, rinascimentale e barocca, in parte esposti nel nuovo museo, a cura della ditta Ares sotto la supervisione della Sovrintendenza archeologica della Toscana, direttore Piero del Francia. Ventidue le sculture di età classica. Sono imperatori e poeti, atleti e filosofi, riuniti nei secoli XVI e XVII dall'amore per il collezionismo della famiglia Riccardi, che nel 1659 acquistò dai Medici il Palazzo in cui vissero Lorenzo il Magnifico e Cosimo il Grande.

Il gruppo di sculture è il primo ad essere presentato di una raccolta, studiata e riordinata con la consulenza di Vincenzo Saladino, che conta oltre centosessanta opere e si inserisce nel percorso museale del Palazzo, che comprende a sua volta eccezionali collezioni di marmi di età classica, soprattutto nel cortile michelozziano, nel quale i reperti antichi sono incastonati in una preziosa tessitura di stucchi disegnati da Giovan Battista Foggini.
Un primo gruppo di marmi comprende teste lavorate in età romana da modelli greci di età classica ed ellenistica e un secondo ritratti privati e ufficiali di età romana.

Accanto ad ottime copie da prototipi attici del V secolo a.C., come il celebre atleta Riccardi, è possibile ammirare rarissimi esempi della ritrattistica di ricostruzione della seconda metà del IV secolo a.C., che cercava di dare un volto a celebri uomini del passato, come Anacreonte o Euripide. Di grande qualità sono anche i ritratti di età romana, come la testa di vecchio, opera drammaticamente espressiva del I secolo a.C., oppure il busto di Sabina, moglie di Adriano, uno degli esempi migliori sinora noti nell'iconografia dell'imperatrice, o il delizioso busto di un bambino vissuto nel III secolo d.C.



Il "Museo dei Marmi", curato dalle Direzioni Cultura ed Edilizia della Provincia di Firenze (Responsabili rispettivamente Alessandro Belisario e Pierluigi Caldoro), rappresenta una delle principali novità del 2005 nel panorama museale italiano e assolve all’obiettivo di realizzare un sistema espositivo al tempo stesso naturalmente funzionale e complementare alle opere esposte, oltre che flessibile ed adattabile.

Ideatore dell’allestimento è Claudio Nardi. “Le isole e i pannelli espositivi – osserva Nardi - si inseriscono, preziosi ed austeri, nelle sale del Palazzo, neutrali nel rapporto con le opere esposte ma con una forte e autonoma identità nel rapporto con il contesto”.

Efficacissima l’illuminazione, integrata con il disegno delle basi e dei pannelli di fondo, che fa sì che non si perda la morbidezza del modellato e non si appiattisca l’espressività dei volti.

”Abbiamo cercato di coniugare l'obbiettivo di una naturale flessibilità e adattabilità del sistema espositivo al contesto – continua Nardi - e di stimolare e sostenere un approccio emotivo con il visitatore, evitando però forzature e sovrapposizioni di stili in cerca di facile visibilità”.

È sembrata naturale quindi la scelta di un linguaggio che fosse nel contempo neutrale nel rapporto con le opere esposte e di forte, chiara e autonoma identità nel rapporto con il contesto. E’ stato scelto un materiale appartenente alla storia ma anche alla modernità: un ottone brunito, monocromo ma non piatto, con il quale modellare forme semplici ma non scontate, che costituiscono, un mondo a parte, dedicato ai Marmi della collezione Riccardi.

L'utilizzo di un sistema espositivo articolato (le basi, i fondali, luci d'accento e diffuse), la creazione di gruppi di opere di “peso diverso”, isole per 3/4 giorni fondali o pareti per quelle singole, “ci hanno consentito la creazione di un percorso espositivo che si adattasse naturalmente alla forma e alla disposizione delle sale e che nel contempo mantenesse il più possibile alto il livello di attenzione e curiosità del visitatore.

Le basi integrano i busti e le teste senza ridurne la singolarità: diventano il loro prolungamento espressivo nello spazio scomparendo e annullandosi in esso.

I pannelli di fondo impaginano gli oggetti e li dispongono nello spazio. Il sistema è dotato di un elemento di illuminazione bilanciata, integrata con il disegno delle basi e dei pannelli di fondo. L'utilizzo di luci di accento e luce diffusa fa si che non si perda la morbidezza del modellato e non si appiattisca l'espressività dei volti.

L’esecuzione dell’allestimento è della ditta Tacchi. La pulitura delle opere esposte è stata effettuata dalla ditta PTColor. I lavori edilizi sono stati curati dalla ditta S.i.r.e.

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