Filippino Lippi: nuove letture e nuove prospettive

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
08 giugno 2004 19:02
Filippino Lippi: nuove letture e nuove prospettive

In occasione del cinquecentesimo anniversario della morte di Filippino Lippi Electa presenta la più ricca e completa monografia sul pittore mai pubblicata fino ad oggi. Il volume di Patrizia Zambrano e Jonathan K. Nelson sarà presentato a Firenze presso Palazzo Strozzi giovedì 10 giugno alle ore 21 e per l'occasione sarà possibile visitare la mostra Botticelli e Filippino, l'inquietudine e la grazia nella pittura fiorentina del Quattrocento fino alle 23.30 con una speciale riduzione.

Filippino Lippi appare, già antecedentemente alla biografia che Giorgio Vasari gli dedicò nelle Vite, come uno dei protagonisti dello scenario artistico europeo della fine del XV secolo.

La qualità e la consistenza della sua opera, l’importanza delle commissioni e dei committenti, l’eminenza della collocazione delle sue opere, i contatti con gli artisti più significativi del suo tempo, la considerazione nella quale venne tenuto dai suoi contemporanei, la profonda connessione con gli sviluppi dell’arte fiorentina del suo tempo e il ruolo che la sua arte ebbe per gli esiti cinquecenteschi di quella che Vasari definisce la ‘Maniera moderna’, sono solo alcune delle specificità che fanno di lui non solo un protagonista, ma uno dei ‘costruttori’ della Firenze del primo Rinascimento e del suo mito.

Proprio per questo Electa ha deciso di dedicare una monografia all'artista affidando il complesso compito a due studiosi dell'artista, Patrizia Zambrano e Jonathan Katz Nelson, che, data la diversa formazione e la differente metodologia di studi, affrontano la figura di Filippino Lippi da punti di vista e con approcci differenti. Si è così scelto di strutturare la monografia con un'impronta saggistica, suddividendo il volume in due parti curate rispettivamente dai due autori: la prima, curata da Patrizia Zambrano, è dedicata alla formazione di Filippino Lippi e alla sua giovinezza fino alla partenza per Roma, dove si recò inviato da Lorenzo de’ Medici per affrescare la cappella del cardinale Carafa nel 1488; la seconda, curata da Jonathan Katz Nelson, affronta la sua maturità fino alla morte avvenuta a Firenze nel 1504.

Questa bipartizione rispecchia gli interessi e gli studi che gli autori hanno autonomamente sviluppato per anni e che poi sono confluiti in questo più ampio contributo comune. Apparentemente il pittore è dunque ancora proposto secondo la divisione sancita da Bernard Berenson e da altri studiosi dopo di lui: da una parte il Filippino giovane, ‘Amico di Sandro’, dall’altra il Filippino più tardo che per lo studioso era un pittore ‘barocco’ e ‘seicentista’. Se la divisione in due tronconi dell’opera del Lippi è perciò una creazione artificiale della critica, questo lavoro cerca proprio di superare le due categorie, l’‘Amico di Sandro’ e il ‘barocco’, mettendo in luce le tappe attraverso le quali il linguaggio di Filippino si formò nel corso degli anni sessanta e settanta del Quattrocento per poi trasformarsi via via in uno stile maturo e, secondo la definizione e il lessico di Giorgio di Vasari, ‘moderno’, che quindi apre la strada a molteplici sviluppi cinquecenteschi.

La suddivisione del catalogo all’altezza del viaggio romano corrisponde a una netta differenza che caratterizza il catalogo stesso di Filippino: fino al 1488 per le opere mancano perlopiù sia una datazione certa sia una qualsiasi documentazione. È stato quindi necessario rivedere tanto le attribuzioni quanto le datazioni relative per potere meglio comprendere la formazione del suo vocabolario e, dunque, del suo stile; dopo il 1488, invece, le opere sono documentate con precisione, praticamente ad annum, e spesso esistono notizie dettagliate circa committenti e collocazione originale.

Tale situazione permetteva di sviluppare un approccio e percorsi metodologici diversi rispetto alla prima parte della carriera di Filippino, per la quale solo una profonda revisione del catalogo poteva portare ad una nuova lettura dell’opera.
Da questa attenta e importante monografia, frutto di anni di lavoro da parte dei due autori, emergono così numerose nuove attribuzioni all'artista oltre che la ricollocazione cronologica delle sue opere all'interno del contesto storico, politico e culturale della Firenze Medicea.
Il volume, che si apre con un ricco profilo biografico di Filippino Lippi, è inoltre corredato da più di duecento immagini a colori delle opere del pittore, offrendo al lettore l'opportunità di ammirare tutto il catalogo di Filippino Lippi a colori.

Chiudono il volume una ricca appendice, che propone una scelta dei più significativi documenti in relazione alla biografia e all’opera del pittore, e una cronologia della sua vita.

Jonathan Katz Nelson, newyorkese, ha ottenuto il titolo di Ph.D. presso l’Institute of Fine Arts della New York University e dal 1988 vive a Firenze, dove insegna presso la Syracuse University. Autore di numerose pubblicazioni sul Rinascimento, e in particolare su Filippino e Michelangelo, di recente ha curato per Electa il volume Michelangelo: Poesia e Scultura.

Nel 2004 è stato promotore di diverse iniziative per il quinto centenario della morte di Filippino e ha collaborato alla curatela della mostra “Botticelli e Filippino”.

Patrizia Zambrano, ricercatrice presso l’Università della Calabria, si occupa di pittura e scultura del Rinascimento con sporadiche incursioni nel campo dell’arte del Novecento. Ha pubblicato numerosi studi dedicati a problemi di pittura e scultura tra Quattro e Cinquecento e, per Electa, il volume sulla Cornice Italiana tra Rinascimento e Neoclassico (con Franco Sabatelli ed Enrico Colle, 1992).

Dall’inizio degli anni novanta si dedica al tema della formazione di Filippino Lippi e del suo più maturo sviluppo nella Firenze degli anni settanta ed ottanta del XV secolo.

Collegamenti
In evidenza