Inaugurazione del Nuovo Polo Museale di Livorno
Preraffaelliti e americani in Toscana fino al 31 agosto alla galleria degli Uffizi di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 aprile 2004 14:56
Inaugurazione del Nuovo Polo Museale di Livorno<BR>Preraffaelliti e americani in Toscana fino al 31 agosto alla galleria degli Uffizi di Firenze

Livorno, 6 aprile 2004 – Il 22 aprile prossimo l’Amministrazione Comunale di Livorno inaugura I GRANAI, la nuova sede espositiva di Villa Mimbelli.
L’elegante edificio ottocentesco e il grande parco, dopo quattro anni di restauri, diventeranno sede per le mostre temporanee, lasciando Villa Mimbelli come sede fissa del Museo Civico G. Fattori.

La nuova struttura espositiva si aprirà con una grande mostra dal titolo I tesori del mare. Trasparenze, miti e suggestioni , una straordinaria raccolta di oltre 150 opere tra dipinti, sculture, vetri, ceramiche, arazzi, e un'ampia sezione con reperti di archeologia marina.



Da Klinger a Nomellini, da Balla a Sironi, da Carra' a Guttuso, da De Pisis a Savinio, da Boccioni a Moses Levy, da Morandi a Viani, dalle ceramiche di Galileo Chini agli arazzi di Fortunato Depero...

All’interno della mostra, in un seducente percorso semantico, il rapporto passionale e perenne fra l’uomo e il mare, tra la metà dell’Ottocento e gli anni Cinquanta.
Il mare come luogo estremo dell’avventura, raffigurato a cominciare dalle incisioni e le illustrazioni da romanzi, racconti, novelle italiane e straniere, per scoprire le origini del fantasy, per penetrare nel regno marino dei mostri, delle balene, delle sirene, dei galeoni.
La raffigurazione del mare fino al Simbolismo, in una pittura che rende l’invisibile concreto e la linea dell’orizzonte vicinissima ed esaltante.

Il mare come luogo di fatica, di duro lavoro, ma anche di svago e socializzazione, di emigrazione, di addii.

Il mare fra la fisica e la metafisica in dodici straordinarie nature morte e il mare testimone del tempo, in una ricca sezione di reperti archeologici dai mari della Liguria, della Sicilia, della Grecia e della Tunisia.
A chiudere la mostra una sezione particolare dedicata all’arte applicata: vetri, ceramiche, sculture, arazzi raffigurano il mare in modo altrettanto coinvolgente: pensiamo alle splendide sirene in pasta di vetro di Napoleone Martinuzzi, ai pesci di Venini, di Barovier, alle conchiglie in pasta di vetro di Salviati, alle ceramiche di Galileo Chini, agli arazzi di Fortunato Depero, progettati per i grandi translantici italiani fra il 1930 ed il 1950.

I mito di Firenze tra '800 e '900
Preraffaelliti e americani in Toscana

by exibart.com - Dipinti, fotografie d’epoca, oggetti decorativi e di uso quotidiano evocano il profondo legame che tanti colti stranieri, in particolare inglesi e americani, avevano intessuto con Firenze, divenuta loro patria d’elezione.

Da un lato, la città come era tra l’Ottocento e il Novecento, attraverso vecchie foto, stampe, documenti cartografici e vedute, dall’altra, i “protagonisti”, gli artisti sedotti dalla struggente atmosfera della Firenze Tre – Quattrocentesca, che così bene esprimevano nelle loro opere.
Alla ricca documentazione pittorica si affianca, lungo tutto il percorso della mostra, l’esposizione di alcuni dei documenti – libri, disegni, oggetti - che hanno contribuito a suscitare nell’immaginario collettivo il mito di Firenze.

Paesaggi e panorami, ma anche interni ed arredi; scenari ricostruiti per rivivere quelle atmosfere scomparse e cancellare la distanza fra il mondo reale e quello immaginario. Da questo scenario emergono le opere di grandi figure letterarie come Elizabeth Barrett Browning e Robert Browning, George Eliot, John Ruskin, Vernon Lee, e dei pittori che, nella seconda metà dell’Ottocento, dettero vita al movimento preraffaellita. I canoni etici ed estetici che informarono questa nuova tendenza artistica ebbero come modello la storia, la società, la cultura fiorentina del Tre e Quattrocento e in particolare l’arte di Sandro Botticelli, specie dopo che gli studi di John Ruskin ne avevano messo in risalto tutta l’inquietante poesia.

E’ a quella stagione di riscoperta che fecero poi riferimento gli studiosi ed i mercanti d’arte che, dagli ultimi decenni dell’Ottocento, presero a diffondere presso i collezionisti e i mecenati dell’emergente società americana, la necessità di acquisire per se stessi e per i musei opere dei grandi maestri del Rinascimento fiorentino. E’ a quella stessa nuova sensibilità estetica e di gusto che si ispirarono i due scrittori – Henry James ed Edith Wharton – che, più di altri, influenzarono la cultura americana nei confronti del mito di Firenze.
Troveremo quindi esposte preziose opere dei protagonisti del movimento preraffaellita che furono attivi a Firenze, o comunque ispirati dal mito della città, nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento: John Ruskin, Edward Burne-Jones, Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt, William Morris, John Rodham Spencer-Stanhope, John Melhuis Strudwick.


In mostra, per la prima volta a Firenze, anche opere di artiste di primissimo piano, seppure meno note, che proprio da Firenze trassero la loro ispirazione: Jane Benham Hay, Evelyn Pickering De Morgan, Annie Louise Swynnerton, Marie Spartali Stillmann. Di Jane Benham Hay un’opera celebre che torna a Firenze dopo oltre un secolo: A Florentine Procession, ragguardevole anche per le insolite dimensioni (5 metri di larghezza) e di forte impatto visivo.

Collegamenti
In evidenza