Turchia: tra i feriti anche una donna italiana
L'appello lanciato da Lerner e ripreso da Caffaz e Martini: «Contro il terrorismo tutti in sinagoga»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 novembre 2003 19:30
Turchia: tra i feriti anche una donna italiana<BR>L'appello lanciato da Lerner e ripreso da Caffaz e Martini: «Contro il terrorismo tutti in sinagoga»

Rita Cohen, 27enne con doppia cittadinanza italiana e turca, e' rimasta ferita nell' esplosione avvenuta stamane ad Istanbul. La donna si trovava nei pressi della banca inglese Hsbc. Lo ha affermato il console italiano Luciano Pezzotti, precisando che la donna si trova adesso,in condizioni non gravi, nell'ospedale americano della metropoli. Pezzotti ha poi precisato che al momento sembra che sia l'unica cittadina italiana coinvolta,ma che si stanno effettuando comunque controlli.
Appello ai toscani perché sabato manifestino solidarietà alla comunità ebraica e una chiara condanna dell’antisemitismo recandosi nelle sinagoghe di Firenze, Pisa, Siena e Livorno.

E' l’appello lanciato da Gad Lerner, Stefano Levi della Torre e Dino Boffo che hanno invitato tutti ad essere alle ore 9.30 di sabato nei luoghi di culto ebraici: "Entrate in Sinagoga. Il lutto di Stato e di popolo per gli italiani massacrati a Nassiriya ha lasciato comprensibilmente sullo sfondo i 24 morti e 300 feriti negli attentati alle due Sinagoghe di Istanbul. Là gli ebrei sono stati colpiti in quanto tali. E se l'Italia è ormai bersaglio di attentati, gli italiani ebrei, gli ebrei in quanto tali, hanno una paura raddoppiata: perché ebrei e perché in Italia.

Perché noi ebrei siamo "complici" in quanto tali, non già della politica dei governi israeliani (su cui peraltro siamo divisi) ma dell'esistenza stessa di Israele, che il terrorismo islamista considera colpa radicale. Siamo anche allarmati di certe tesi che vedendo nella guerra preventiva di Bush il pericolo principale, tollerano o addirittura simpatizzano con il suo antagonista più ambiguo, l'integralismo islamista, micidiale forza regressiva e reazionaria. Dunque gli ebrei hanno paura: paura di andare il sabato mattina in Sinagoga, alla lettura della Torà, paura di portarvi i bambini, la paura degli ebrei in quanto tali è una notizia dalla quale corriamo il rischio di non lasciarci più impressionare.

Non pretendiamo che gli ebrei vengano considerati più vittime degli altri, per via della loro tragedia del XX secolo; ma invitiamo a riflettere su questa nuova paura degli ebrei; invitiamo tutti a compiere un atto di solidarietà, raccogliendoci nelle Sinagoghe sabato 22 novembre alle ore 10, non credenti e credenti, cristiani, islamici e di ogni altra fede e convinzione laica o religiosa che vedono nella minaccia terroristica contro qualcuno una minaccia rivolta alla vita, alla libertà, alla dignità di tutti.

Sarà il benvenuto chi con spirito di condivisione verrà in sinagoga sabato 22 novembre, alla lettura e commento del passo biblico Haié Sarà (Vita di Sara), Gen 23-24-25".
“Io sarò alla sinagoga di via Farini a Firenze”, dice Martini chiedendo a tutti i toscani di fare altrettanto per testimoniare tutti insieme “nel rispetto e nella fraternità che la pace è più forte dell’odio e che l’antisemitismo non potrà mai attecchire nella nostra regione. L’Europa di oggi – aggiunge Martini – nasce dalla consapevolezza che non dovranno esserci mai più né Auschwitz, né Birkenau, né Bergen Belsen, né Teresin.

Mai più, mai più. Ma proprio per questo, quando minacciose nubi di un nuovo odio razzista si riaffacciano all’orizzonte, è indispensabile levare alta la propria voce di democratici. Dobbiamo impedire che i 30 morti e le centinaia di feriti dell’attentato di Istanbul siano i primi di una nuova orrenda scia di sangue. Sono convinto che la Toscana saprà reagire con prontezza”.
«Un appello che sottoscrivo pienamente e che risulta ancor più drammatico ed attuale visti gli avvenimenti odierni».

Con queste parole Ugo Caffaz, capogruppo dei DS in Palazzo Vecchio e noto esponete della comunità ebraica fiorentina e nazionale, ha rilanciato l'appello di Gad Lerner, apparso questa mattina dalle colonne de l'Unità, che invita gli italiani a compiere un atto di solidarietà e recarsi in visita, sabato mattina, alle sinagoghe italiane. «Se l'Italia è ormai bersaglio - ha rilevato Caffaz - gli italiani ebrei hanno una paura raddoppiata. Con la loro presenza alla sinagoga di Firenze, sabato mattina credenti e non credenti, laici e religiosi, cristiani, islamici e appartenenti ad ogni altra fede e convinzione laica potranno lanciare un inequivocabile messaggio contro il terrorismo ed i suoi burattinai».
Il sindaco Leonardo Domenici aderisce all'appello di Gad Lerner rilanciato oggi in consiglio comunale dal capogruppo Ds Ugo Caffaz.

Anche il primo cittadino sabato mattina sarà quindi nella Sinagoga di Firenze a testimoniare la solidarietà della città e la volontà di dire no a ogni forma di terrorismo.
"I gravi atti terroristici che hanno riguardato recentemente luoghi di culto e il consolato britannico di Istanbul impongono grande preoccupazione per la situazione della zona del consolato americano". E' quanto sostiene il capogruppo dei Verdi in Palazzo Vecchio Alessio Papini sostenendo che "è ora quindi di affrontare con serietà il problema della delocalizzazione del consolato americano".

"L'area del consolato è interdetta da tempo alla circolazione proprio per il rischio di attentati terroristici - conclude Papini - , ma tale interdizione, pur essendo di difficile gestione per gli abitanti della zona sembra insufficiente. Si pensi, quindi, a trovare una nuova sede per il consolato".
«Il terrorismo è una minaccia contro l'umanità e questi ultimi attentati confermano che la strategia adottata per sradicarlo è profondamente sbagliata». E' quanto ha dichiarato il presidente della commissione per la pace e la solidarietà internazionale Lorenzo Marzullo che ha anche espresso «convinta solidarietà ai familiari delle vittime degli attentati a Istanbul di questi ultimi giorni ed popolo turco così tragicamente colpito dalla violenza omicida».

«La comunità internazionale - ha rilevato Marzullo - si trova davanti alla ineluttabile necessità di ripensare una nuova strategia contro il terrorismo il quale è e rimane una modalità esasperata e illusoria che non porterà mai alla soluzione dei problemi politici, sociali, economici ed etnici che affliggono l'umanità. Ma nella lotta contro il terrorismo l'Occidente non può dimenticare la necessità di garantire un futuro migliore per quella parte del mondo condannata, fino ad oggi, ad un destino di miseria e sfruttamento e diventata, per questo motivo, serbatoio di reclutamento per i burattinai del terrore».

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